Percorso di supporto psicologico

Supporto psicologico: in cosa consiste? Vi spiego come procedo.

4 GEN 2022 · Tempo di lettura: min.
Percorso di supporto psicologico

In cosa consiste?

A seguito di una fase di conoscenza della problematica e del vissuto emotivo, in cui lo psicologo valuta i problemi portati dalla persona, ma anche le sue risorse e il grado di motivazione per cui il paziente richiede supporto e fa un'anamnesi accurata (che si svolge durante il primo colloquio), verrà poi effettuata una valutazione psicologica tramite test psicodiagnostici al secondo incontro. Le indicazioni del test sono fondamentali per indirizzare il lavoro e fornire un iniziale inquadramento della situazione e delle caratteristiche psicologiche della persona. Per me è fondamentale la condivisione delle indicazioni che emergono tramite tali strumenti specialistici ed evitare di "etichettare" la persona con una diagnosi. Per questo, nel corso del corso del terzo colloquio verranno così definiti gli obiettivi che insieme al paziente utilizzeremo per monitorare l'andamento del percorso di supporto e gli effetti benefici che questo sta portando nella quotidianità della persona.

Per raggiungere gli obiettivi che ci si pone, aiutare la persona a prendere consapevolezza di alcuni aspetti di sé e, allo stesso tempo, percepire la possibilità di ricevere sostegno ed assenza di giudizio da parte dello psicologo consente di far iniziare il percorso nel migliore dei modi, alimentando sicurezza e motivazione del paziente. Solo dopo queste fasi preliminari che servono per inquadrare il problema e valutare se e in che modo lo psicologo può aiutare la persona, il percorso psicologico inizierà ad approfondire i temi individuati e si plasmerà di volta in volta sulla base di ciò che la persona porterà nelle sedute e delle emozioni che queste condivisioni faranno emergere. Questa è la parte più impegnativa in termini emotivi e di durata. Partendo dalle risorse della persona, lo psicologo aiuta il paziente ad utilizzarle come base di partenza su cui impalcare il lavoro psicologico. Attraverso lo sviluppo delle stesse, potrà verificarsi la scoperta di potenzialità inespresse, sarà possibile aumentare il livello qualitativo del funzionamento individuale, relazionale e sociale.

Quindi accrescere gradualmente la fiducia in se stessi aiuta la persona a consapevolizzare sempre di più le possibilità insite in sé. Per me è fondamentale che il percorso sia flessibile e si adatti alla persona e non il contrario. Il paziente deve sentirsi al centro e vivere la possibilità di plasmare il suo percorso come la sua vita. Uno degli aspetti centrali nel mio lavoro di Psicologo riguarda il fatto che i miei pazienti si sentano protagonisti e percepiscano gli incontri come occasioni per andare nella direzione del loro benessere, supportati da una figura professionale, con cui hanno costruito un rapporto autentico di fiducia, condivisione e scambio emotivo. Il percorso si concluderà quando la persona e lo psicologo percepiranno che la prima vive uno stato di benessere psicologico e lo sente stabile, percepisce di vivere secondo il suo equilibrio personale che le consente di avvicinarsi al raggiungimento dei propri obiettivi.

In breve il percorso di supporto psicologico è composto da differenti fasi:

  1. analisi della domanda ed anamnesi (primo colloquio);
  2. somministrazione test psicodiagnostici (secondo colloquio);
  3. definizione di obiettivi del percorso e condivisione di quanto è emerso dai test (terzo colloquio);
  4. lavoro sulle tematiche individuate e su quello di cui il paziente sente il bisogno di condividere con lo Psicologo per raggiungere i proprio obiettivi, parte centrale del percorso di supporto psicologico;
  5. raggiungimento e stabilizzazione dell'equilibrio e del benessere psicologico.

Chi può beneficiare del supporto psicologico?

Il sostegno psicologico può essere indicato nei casi in cui una persona che disponeva di un buon funzionamento psichico si trovi a dover affrontare una difficoltà più o meno temporanea.

Può esserci ad esempio una crisi dovuta ad un evento traumatico, come ad esempio lutto, separazione coniugale o trasferimento, che causano vissuti psicologici negativi come ad esempio ansia, depressione o dipendenza, oppure anche uno squilibrio legato ad un evento piacevole che però ha causato vissuti difficili da gestire, come ad esempio la realizzazione di un'importante obiettivo personale che, sebbene desiderato, ha portato con sé vissuti ambivalenti o disapprovazione da parte di persone importanti per il soggetto.

Il percorso di sostegno psicologico può essere inoltre indicato per le persone che non hanno una sufficiente strutturazione della personalità, persone con una forte fragilità a livello psicologico che hanno la necessità di ristrutturarsi gradualmente per migliorare la gestione delle proprie emozioni e facilitare il perseguimento dei propri obiettivi.

Tecniche utilizzate

Tra le principali tecniche utilizzate nel mio lavoro di sostegno psicologico c'è l'ascolto attivo caratterizzato dalla condivisione emotiva e dall'assenza di giudizio da parte dello psicologo. Questa è una modalità di ascolto che consiste nell'utilizzo, da parte dello psicologo, di semplici domande o stimolazioni verbali, volte a favorire l'espressione emotiva. Questi interventi sono caratterizzati da sfumature molto diverse da quelle presenti in ambiti non terapeutici.

Lo psicologo si astiene dal dare suggerimenti e consigli direttivi al paziente su come dovrebbe comportarsi, sentire o pensare: egli piuttosto ripropone, riformula, sottolinea scelte e orientamenti che emergono dal paziente stesso nel corso del colloquio, e di cui magari egli non era, fino ad allora, pienamente consapevole. Grazie a questo tipo di intervento le situazioni della propria vita possono essere riviste e rivalutate sulla base della condivisione che viene offerta dallo psicologo. Questo focus del professionista non deriva dalla sua onniscienza o dalla sua presunzione di conoscenza ma dalla condivisione del vissuto emotivo e psicologico del paziente oltre che dalla comprensione clinica dei processi che stanno alla base delle modalità relazionali del paziente. Altra tecnica da me utilizzata è la chiarificazione.

Come suggerisce la parola, consente di chiarire vissuti e pensieri su alcuni aspetti della propria esperienza personale o relazionale, affrontare il proprio modo di porsi di fronte al problema o alcuni aspetti poco chiari della comunicazione ed utilizzare queste nuove consapevolezze per sbloccare ciò che la persona non sente in linea con il proprio benessere. Un'altra tra le tecniche utilizzate nel mio lavoro di psicologo a Montecatini Terme e Pistoia è la verbalizzazione ed espressione delle emozioni. Questa tecnica, apparentemente molto semplice, consiste nel consentire al paziente di esprimere le proprie emozioni vivendo un'esperienza nuova, all'interno del contesto terapeutico, in cui può permettersi di esternarle, sentirle accolte e non giudicate. Questa tecnica ha lo scopo secondario di facilitare la comprensione dei propri vissuti emotivi, da parte del paziente e utilizzare queste consapevolezze per raggiungere più facilmente i propri obiettivi personali, in altre parole, potenziare l'intelligenza emotiva del paziente. Questa forma di intelligenza rappresenta la capacità della persona di utilizzare le proprie emozioni in modo funzionale al raggiungimento dei propri obiettivi e desideri, senza farsi dominare dagli aspetti emotivi ed affrontare le varie situazioni in modo adeguato. Questo permette alla persona di esprimere e dare valore alle proprie emozioni e al tempo stesso evitare di inibire o nascondere parti di sé perché poco "conformi" alle aspettative, alle regole sociali o al giudizio dell'altro.

Tempi

Il percorso non ha una durata prestabilita ma varia in base alla motivazione e alle necessità della persona. Ci sono numerose variabili che possono influenzare i tempi, ad esempio il tipo di problematica portata dal paziente, le aree psicologiche coinvolte, le risorse di cui la persona dispone, nonché le resistenze che si oppongono al cambiamento. Sarà lo psicologo, in base a questo insieme di variabili, a definire se il percorso migliore per il paziente, anche se nel mio lavoro di Psicologo a Montecatini Terme e Pistoia sono solito condividere questo aspetto del percorso direttamente con i miei pazienti e rivalutarlo nel corso del tempo qualora questo fosse necessario.

Alla conclusione del percorso di sostegno psicologico, ovvero quando il cambiamento ottenuto può essere ritenuto dalla persona soddisfacente e sufficientemente stabile da consentirle di vivere il suo percorso di vita nel modo migliore ed adattivo rispetto all'inizio del percorso, i pazienti sanno che la mia presenza non svanisce nel nulla, anzi sono solito contattare i miei ex-pazienti per gli auguri e lasciare sempre aperta la possibilità di rivolgersi a me qualora fosse necessario.

Credo che per me questa sia, in definitiva, la soddisfazione più grande dei percorsi di sostegno psicologico che propongo: lasciare una traccia alle persone che incontro, lo stesso ricordo e sentire emotivo che loro lasciano a me.

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Scritto da

Dott. Damiano Pucci

Bibliografia

  • Coven, A. (1985). The bioenergetic approach to rehabilitation Counseling. Journal of Applied Rehabilitation, 16, 6-10.
  • Prati, M. (2012). Verso il DSM-5: la nuova classificazione dei Disturbi di Personalità. State of Mind, 03-2012.
  • Lowen, A. (1972). La depressione e il corpo. La base biologica della fede e della realtà. Astrolabio Ubaldini: Roma.

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