Il carattere in analisi bioenergetica

Con il termine carattere intendiamo la struttura difensiva di ogni individuo, il compromesso più efficace che egli ha saputo trovare tra il proprio istinto e una realtà frustrante, per riuscire a sopravvivere.

6 OTT 2023 · Tempo di lettura: min.
Il carattere in analisi bioenergetica

Alexander Lowen fu allievo di Reich dal 1940 al 1952 e suo paziente dal 1942 al 1945 e può essere considerato di certo uno dei suoi allievi più brillanti. Nella messa a punto della sua tecnica, Lowen sviluppò una teoria del carattere molto più complessa rispetto a quella proposta dal suo maestro, ed elaborata negli anni attraverso la lettura del corpo dei suoi pazienti. Secondo Lowen il carattere "è la risultante di tutte le esperienze che un individuo ha vissuto dal concepimento alla maturità.".

Lowen partì dal presupposto che il bambino, nelle sue diverse fasi di sviluppo, agisce e si protende alla ricerca del piacere, verso la soddisfazione dei suoi bisogni. Ogni fase (prenatale, allattamento, fase di riavvicinamento, fase di autonomia, fase edipica) è contraddistinta da un bisogno, un diritto fondamentale per il bambino: il diritto di esistere, il diritto di aver bisogno, il diritto di essere rispettato e sostenuto, il diritto di essere libero e il diritto di amare.

Se l'ambiente e le figure di accudimento frustrano, negano, ignorano in maniera ripetitiva e sistematica questi bisogni, il bambino sperimenterà emozioni molto intense e difficilmente gestibili vista l'immaturità e la fragilità della sua struttura; emozioni come terrore, rabbia, furia, sofferenza, dolore, ecc.Tali emozioni risulteranno talmente forti da minacciare la sua sopravvivenza che, in una fase di totale dipendenza, deriva comunque dalla possibilità di mantenere il legame instauratosi con i caregivers: per mantenere tale legame sarà dunque necessario che quelle emozioni vengano rimosse, soppresse, soffocate. In seguito alla rimozione, il bambino proverà ansia ed è in risposta all'ansia che si svilupperà la difesa, ossia la struttura caratteriale. Partendo dal presupposto teorico appena descritto, Lowen, attraverso lo studio e l'osservazione dei suoi pazienti, individuò 5 strutture caratteriali principali, ordinandole in termini energetici partendo: 

  • Una stratificazione difensiva, a livello muscolare, che avrà il compito di bloccare gli impulsi minacciosi rendendo però priva di vita e motilità quella determinata parte del corpo e producendo una corrispettiva perdita di una parte del sé.
  • La costruzione dell'illusione di un Io ideale, a livello psichico, che avrà lo scopo di risparmiare al soggetto la sofferenza di una realtà spaventosa, rendendolo però prigioniero dell'irreale."

Quindi ogni carattere ha un proprio schema difensivo sia a livello corporeo sia a livello psicologico e ciascun individuo combina in gradi diversi, all'interno della propria personalità, alcuni schemi difensivi. Ogni tratto caratteriale infatti è responsabile di diverse modalità di comportamento e di diversi vissuti interni.

Il carattere schizoide

Nel carattere schizoide l'energia vitale è stata ritirata verso il centro, appare come congelata nel nucleo e perciò non fluisce nelle strutture periferiche del corpo, ossia negli organi che stabiliscono il contatto con il mondo esterno (viso, mani, genitali, piedi) ma solo in direzione della testa. La difesa è rappresentata da uno schema di tensioni muscolari che tengono insieme la personalità impedendo che le strutture periferiche vengano inondate di sentimenti ed energia.

Il messaggio che arriva all'osservatore dal punto di vista muscolare è quello di una persona che "si tiene insieme": si può notare una contrazione spastica delle giunture, del collo e del diaframma e una torsione della spina dorsale. Il corpo è magro, rigido (come se fosse di ghiaccio); la testa sembra scissa dal resto del corpo. Lo sguardo generalmente è sfuggente o privo di emozioni ma quando il soggetto spalanca gli occhi si può intravedere il terrore e lo spavento. Particolarmente rilevante nella genesi di questo carattere è il periodo prenatale e della nascita, contrassegnate da un rifiuto e ostilità da parte della madre che il bambino ha vissuto come minaccia alla propria esistenza (minacce di aborto, gravidanza indesiderata, nascite traumatiche e/o premature, concomitante lutto della madre); il tutto avviene nel momento in cui egli cercava di affermare il suo diritto di esistere.

Il bambino difronte alla risposta negativa dell'ambiente prova terrore e furia omicida: per proteggersi da queste emozioni erigerà un muro che escluderà tutti i sentimenti e si dissocerà dal proprio corpo e dalle proprie sensazioni, sviluppando di contro una grande intelligenza astratta e rifugiandosi nel mondo della fantasia per sopravvivere. Da adulto vivrà in maniera ritirata, eviterà l'intimità e il reale contatto con l'altro. L'evitamento sarà lo strumento principe per evitare di sentire le emozioni. L'individuo schizoide tenderà a vivere secondo l'illusione di essere speciale proprio perché al di sopra dei bisogni corporei, proprio perché estremamente intelligente e razionale, convinto che il non sentire sia l'unico modo che lo possa salvare dall'andare in frantumi.

Il carattere orale

La struttura orale è caratterizzata da una carica energetica ridotta, quindi l'energia fluisce dal nucleo verso la periferia ma in maniera molto debole. La mancanza di forza ed energia può essere più evidente nella metà inferiore del corpo e solitamente la struttura del corpo appare lunga e sottile. I punti di contatto con l'ambiente (viso, mani, genitali, piedi) presentano una bassa carica energetica. Le gambe faticano a sostenere il peso del corpo e generalmente le ginocchia sono bloccate e rigide. Questa debolezza muscolare generalizzata porta il corpo ad accasciarsi (l'aspetto globale è quello di una persona denutrita). Gli occhi comunicano aspettativa e desiderio di essere accuditi. Lo schema di atteggiamento muscolare nell'insieme ci dice che l'individuo orale "si tiene su".

L'esperienza traumatica della persona orale è quella della deprivazione e della perdita: nel periodo dell'allattamento e di simbiosi con la madre, il bambino si è visto negato il diritto di avere bisogno, di essere accudito e nutrito (anche dal punto di vista emotivo). Il bambino avrà allora sperimentato una rabbia vorace nei confronti della propria madre, salvo poi rimuovere completamente questo sentimento. Da adulto vivrà nell'illusione di essere totalmente indipendente e di non aver bisogno di nessuno, ma anzi di realizzarsi completamente nell'atto del dare all'altro.

Nella realtà dei fatti potrà mantenere questo atteggiamento di estrema indipendenza solo per brevi periodi, in seguito ai quali crollerà (soprattutto in situazioni di stress), passando da uno stato di euforia ad uno stato depresso. La sua tendenza principale infatti è, contrariamente alla prima impressione, proprio quella di aggrapparsi agli altri, di esserne dipendente unita alla difficoltà di tollerare la solitudine e l'abbandono.

Il carattere psicopatico

La struttura corporea del carattere psicopatico presenta una carica energetica predominante nella parte superiore del corpo, la testa è carica, per mantenere il controllo della situazione. Le tensioni presenti nelle regioni del diaframma e della vita ostacolano il fluire dell'energia e delle sensazioni nella parte inferiore del corpo che è debolmente carica e spesso di proporzioni minori rispetto a quella superiore. Dal punto di vista di atteggiamento muscolare quindi, lo psicopatico "si tiene sopra": le spalle ed il torace sono ipertrofici, il diaframma e la pelvi sono contratte, le gambe relativamente deboli, gli occhi presentano una chiusura alla visione e alla comprensione, il messaggio trasmesso dallo sguardo è la potenza unita ad una grande diffidenza.

Il carattere psicopatico

Dal punto di vista psicologico, la peculiarità di questa struttura caratteriale è la negazione dei sentimenti e la dissociazione dalle sensazioni del corpo, in particolare quelle sessuali. C'è invece un enorme investimento di energia nella propria immagine, che si riflette nel bisogno di potere e di dominio. Sfortunatamente questa immagine non è reale in quanto non è connessa al corpo e alle sue sensazioni; si configura piuttosto come un'astrazione, un idolo che richiede all'individuo il sacrificio dei propri sentimenti e delle proprie emozioni.

Nel passato, il bambino ha cercato di affermare il proprio diritto ad essere sostenuto e rispettato per ciò che è; l'ambiente e le figure di accudimento hanno reagito a questo bisogno manipolandolo e umiliandolo, per soddisfare i propri di bisogni e legare a sé stessi il bambino. La reazione organismica del bambino in risposta al suo ambiente è quella della furia. In futuro tenterà di ottenere ciò che desidera (il contatto, la vicinanza ed il sostegno) manipolando gli altri per raggiungere il suo ideale di essere il migliore, vivendo nell'illusione di poter ottenere qualsiasi risultato si ponga come obiettivo.

Il carattere masochista

La struttura masochista è carica di energia ma questa carica viene compressa all'interno della struttura. Gli organi periferici rimangono perciò debolmente carichi, e la scarica è assente cosicché l'espressione risulta fortemente limitata. Il corpo dell'individuo masochista è grasso, tondo, non tanto alto, il collo grosso e rigonfio. Per quanto riguarda l'atteggiamento muscolare, il masochista "si tiene dentro": si può notare una forte tensione nel collo, nella gola, il torace pare compresso, il diaframma è teso, la pelvi rigida e scarica (come se avesse la coda tra le gambe). Lo sguardo è triste e malinconico. Tra i due e i tre anni il bambino ha cercato di affermare il suo diritto alla libertà e all'autonomia, il diritto di imporsi come individuo. Il suo ambiente familiare ha reagito a questo bisogno, sottomettendo il bambino, controllandolo e invadendolo.

A questa riposta dell'ambiente, il bambino ha reagito con la rabbia e con un atteggiamento di sfida, sentimenti successivamente rimossi. A livello emotivo profondo rimangono perciò intensi sentimenti di ostilità, disprezzo, astio e superiorità contrapposti ad un'espressione esterna di remissività, accondiscendenza e compiacenza. Il focus è sempre centrato sull'altro. L'aggressività non può essere espressa direttamente, ma solamente in forma passiva e provocatoria. Ciò che il soggetto si sente in diritto di esprimere è il piagnisteo e il lamento. Il masochista cercherà di essere come gli altri desiderano, inseguendo l'ideale di essere "bravo" vivendo nell'illusione che così facendo potrà finalmente essere amato.

Il carattere rigido

In questa struttura caratteriale i punti periferici di contatto con l'ambiente sono molto carichi, i sentimenti fluiscono piuttosto liberamente ma l'alto grado di controllo, usato come difesa dal piacere e dall'abbandono, ne limita l'espressione (in misura diversa rispetto al grado di rigidità del soggetto). La postura è caratterizzata dal capo alto e dalla spina dorsale eretta; il carattere rigido "si tiene indietro": spesso il bacino è arretrato (glutei indietro), quasi come volesse allontanare l'area genitale dal cuore. Il corpo appare tonico e ben sviluppato, ma sono rilevabili forti tensioni alla mascella e nel diaframma. Gli occhi sono brillanti anche se sfumati di tristezza, la pelle ha un buon colorito e la gestualità è vivace.

Nella fase edipica il bambino si è proteso cercando di soddisfare il suo diritto di amare che, a quell'età, comprende e integra vari aspetti: il sentimento d'amore infatti non viene scisso dall'emozione sessuale. L'ambiente familiare però ha risposto alla ricerca del piacere erotico del bambino con freddezza e rifiuto, tradendo il bambino nella sua naturale modalità di protendersi verso l'amore e generando in lui/lei una reazione di profonda sofferenza.

Da adulto il carattere rigido farà fatica ad abbandonarsi ai sentimenti di tenerezza, a lasciarsi andare completamente ai sentimenti di intimità (perdere il controllo infatti significa per l'individuo con carattere rigido sentirsi vulnerabile), convinto in fondo in fondo di non essere capace di amare. Ricercherà allora il successo e l'autosufficienza, convinto che queste doti lo rendano più attraenti agli occhi degli altri e degno di amore. Nonostante la loro capacità di espressione emotiva sia ridotta e controllata, questi individui vivono nell'illusione di essere persone che amano con intensità ma il cui cuore non viene apprezzato dagli altri.

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Scritto da

Dott.ssa Ilaria Fabris

Bibliografia

  • D. Viola, "Piedi come radici, mente come cielo", 2014, pag.26

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