L'importanza del gruppo

Il gruppo è molto importante anche a livello terapeutico, permette il confronto, la condivisione, il contenimento e il supporto.

15 NOV 2021 · Tempo di lettura: min.
L'importanza del gruppo

Si definisce gruppo un insieme di persone che interagiscono tra di loro. Il termine deriva dalla parola germanica kruppa che vuol dire nodo, groviglio, rete e tale significato sottolinea il legame e l'importanza di questa struttura nella nostra vita.

Ogni individuo sin dalla nascita è inserito in un gruppo e nel corso della sua vita farà parte di diversi altri insiemi di persone. La famiglia è il primo gruppo del quale facciamo parte e successivamente si fanno una serie di esperienze determinanti in diversi altri gruppi, come ad es. classi scolastiche, amici, squadre sportive, colleghi, ecc . Si distinguono due tipi di gruppi, primari e secondari. I primari sono caratterizzati da legami affettivi e da interazioni frequenti e costanti (es. famiglia, amici, ecc.); quelli secondari, invece, sono guidati da finalità pratiche e nascono con la precisa intenzione di svolgere un determinato compito o raggiungere un obiettivo (es. gruppi di lavoro, squadre sportive, partiti politici, ecc). A volte un gruppo secondario può trasformarsi in primario, in quanto subentrano dei legami di tipo affettivo tra i membri.

Non sempre un insieme di persone riunite rappresenta un gruppo, molto spesso si tratta solo di un'aggregazione. Perché si possa parlare di gruppo è necessario che esista e che sia condiviso un obiettivo comune. Chi entra a far parte di un gruppo deve accettare di vivere il confronto con gli altri, deve essere in grado di vivere l'incertezza e la confusione che scaturiscono dal mettersi in gioco, dal confrontarsi con le idee, con i sentimenti e con le emozioni altrui, con il loro mondo.

Deve integrarsi con gli altri soggetti, senza abbandonare le proprie idee ma arricchendo il proprio pensiero con nuovi dati, nuovi concetti, nuove riflessioni scaturite dall'incontro con gli altri. Solo così è possibile dare adito ad una trasformazione, innescare un processo di crescita, faticoso, a volte doloroso ma arricchente. Si è sempre se stessi ma con qualcosa in più che il gruppo ci ha donato. A volte vi sono dei gruppi primari o secondari che non funzionano, non riescono a produrre niente di buono e questo perché, a ben guardare, non esiste un "noi" ma solo tanti "io". Può sembrare che ciò avvenga solo nei gruppi secondari, ad es. di lavoro, ma non è così; anche nelle famiglie o nei gruppi amicali si può osservare che a volte non vi è un progetto condiviso, un obiettivo accettato da tutti. Anche all'interno di una realtà familiare può capitare che i genitori non siano in accordo tra di loro sull'educazione dei figli, pur volendo entrambi il meglio per loro. Ma il meglio si ottiene solo se ci si sforza di condividere gli obiettivi e di abbandonare le proprie posizioni, idee, sicurezze per poterle mescolare ed integrare con quelle degli altri. E' solo così che si può iniziare un cammino di crescita e di condivisione. Questo cambiamento non è facile e neanche indolore; bisogna essere in grado di vedere se stessi anche dal di fuori, accettare le critiche costruttive e abbandonarsi al cambiamento ma farlo nella consapevolezza di una trasformazione sinonimo di crescita e di evoluzione.

Il gruppo è molto importante anche a livello terapeutico. La terapia di gruppo è molto diffusa e molto efficace. Consiste nello svolgere una psicoterapia all'interno di un gruppo composto da persone con diverse problematiche psicologiche. Alcune volte si organizzano di proposito gruppi composti solo da persone con una determinata problematica, in modo da poter permettere la massima vicinanza tra i partecipanti e aumentare la capacità di comprensione delle difficoltà legate al quella difficoltà. Il gruppo, qualunque sia la sua finalità, esercita sui suoi partecipanti diverse funzioni fondamentali, quali quelle di contenimento, di confronto e di supporto. Gli individui traggono dal gruppo forza e vitalità oltre che sicurezza e sostegno.

A differenza della seduta individuale, all'interno del gruppo il paziente ha meno tempo per parlare di sé, ma questo oltre a sottolineare l'importanza della reciprocità e dell'ascolto dell'altro, insegna a ritagliare il giusto tempo per sé e per gli altri. Nel gruppo emerge subito il valore della condivisione come aiuto a sentirsi meno isolati, più compresi e più propensi ad indagare le proprie problematiche che si vedono, a volte, riflesse negli altri. Inizialmente può essere difficile parlare di se stessi e dei propri problemi davanti a degli sconosciuti. Ma la presenza di altri e la condivisione della propria storia sono anche il fulcro centrale del gruppo; difatti, il riuscire a raccontare di sé all'interno di un gruppo e vedere come gli altri comprendono e condividono le emozioni, la sofferenza, il disagio che si provano diviene la forza portante del gruppo. I membri di un gruppo si aiutano sia a livello pratico che emotivo, affrontano insieme momenti difficili, condividono gioia e dolore. I partecipanti, nell'ascoltare gli altri compagni, possono apprendere nuove e diverse modalità di fronteggiare le situazioni, uscendo da momenti di impasse e vincendo situazioni di impotenza. Possono essi stessi fornire indicazioni agli altri membri del gruppo, sentendosi utili e rinforzando l'autostima, traendo dal gruppo forza e vitalità oltre che sicurezza e sostegno.

 

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Bibliografia

  • Francescato D., Tornai M., Ghirelli G., Fondamenti di psicologia di comunità. Principi, strumenti, ambiti di applicazione, Carocci, Roma, 2011
  • Neri C., Il gruppo come cura, Cortina Raffaello, Milano, 2021
  • Yalom I.D., Leszcz M., Teoria e pratica della psicoterapia di gruppo, Bollati Boringhieri,Torino, 2009

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Commenti 1
  • Erminio

    Buongiorno, volevo un chiarimento, se possibile da parte di un esperto . Faccio parte di in associazione di clown terapia , durante i ritrovi dove facciamo giochi per rafforzare il gruppo e il singolo clown per poi andare in ospedale a portare un sorriso. Durante le condivisioni è accaduto , purtroppo, che qualcuno interrompa , ride , o peggio ancora giudica . Posso avere un parere quale atteggiamento tenerne davanti ad una condivisione dove , la persona apre il suo sentire ? Grazie

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