Dipendenza da smartphone e i suoi effetti tra i più giovani

1 giovane su 4 fa un uso eccessivo degli smartphone, manifesta sintomi di malessere psichico e abbassamento del rendimento scolastico.

5 OTT 2020 · Tempo di lettura: min.
Dipendenza da smartphone e i suoi effetti tra i più giovani

Negli ultimi dieci anni l'uso degli smartphone si è diffuso tra i bambini e gli adolescenti e questo ha inciso sulla salute psichica dei giovani d'oggi. Nel campo della ricerca si sono mobilitati un gran numero di professionisti per mettere in guardia genitori, insegnanti e media sugli effetti devastanti che il cattivo uso dei dispositivi tecnologici può avere su i più piccoli.

In un recente studio pubblicato su PubMed [1], il più grande archivio di letteratura scientifica biomedica, sono state raccolte le maggiori ricerche svolte su questo tema. I dati presi in considerazione dalla ricercatrice Sohn e i suoi colleghi in UK, si riferiscono al periodo tra il 2011 e il 2017, momento in cui c'è stato il boom della diffusione degli smartphone tra tutta la popolazione.

Da questo interessante, quanto allarmante, lavoro è emerso che i diversi campioni di giovani osservati in varie parti del mondo riferivano un uso smisurato del cellulare e manifestavano sintomi psichici in diversi momenti della giornata. Una scarsa tolleranza alla frustrazione che si presenta in condizioni di forte stress è normale in qualsiasi soggetto, a prescindere dall'età, ciò diventa però preoccupante quando a far scaturire esplosioni di rabbia o scarso controllo della propria condotta è la notifica di una batteria scarica o il pensiero di aver dimenticato lo smartphone a casa. A questi si aggiungono sintomi legati a depressione e ansia che si manifestano in varie situazioni strettamente connesse all'uso del cellulare.

I bambini e gli adolescenti in questione hanno inoltre riferito di aver difficoltà a prendere sonno, di sentirsi spesso stanchi ed è emerso che questi e altri sintomi hanno avuto un effetto negativo sul loro rendimento scolastico.

Il problema non va preso sotto gamba, d'altronde i sintomi riportati coincidono con quelli presenti in altri disturbi, come ad esempio la dipendenza per il gioco d'azzardo. Secondo David Greenfield, professore di psichiatria nel Connecticut [2], l'attaccamento allo smartphone è molto simile alle altre dipendenze anche a livello neuronale, difatti il circuito della produzione di dopamina (neurotrasmettitore che incoraggia a fare attività che creano piacere) si attiva allo stesso modo, come ad esempio davanti a una nuova notifica.

Nicola Luigi Bragazzi e Giovanni Del Puente [3], ricercatori dell'Università di Genova hanno proposto diversi comportamenti che danno modo di riconoscere quando da abitudine si sta trasformando in una vera e propria sindrome; alcuni esempi sono: tenere acceso per 24 ore il dispositivo, dormirci vicino, usarlo costantemente durante il giorno, portare il caricabatteria con sé per il timore che si scarichi, controllare spesso il livello della batteria, provare ansia quando ci si trova in situazioni in cui non si può usare, o usarlo in luoghi non pertinenti come ad esempio a scuola.

Ciò che può offuscare la gravità dell'uso smodato degli smartphone è che a differenza di altre dipendenze questa è socialmente accettabile, ma è necessario che i genitori ricordino che da abitudine a dipendenza dallo smartphone il confine diventa molto labile.

Per saperne di più:

[3] Bragazzi N. L., Del Puente G. (2014). A proposal for including nomophobia in the new DSM-V. Psychology Research and Behavior Menagement. 7:155-160.

[2] Greenfield D. N., Davis R. A. (2002). Lost in cyberspace: the web @ work. Cyberpsychol Behav. 2002 Aug;5(4):347-53.

[1] Sohn S., Rees P., Wildridge B., Kalk N. J., Carter B. Prevalence of problematic smartphone usage and associated mental health outcomes amongst children and young people: A systematic review, meta-analysis and GRADE of the evidence. BMC Psychiatry. 2019;19:356.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott.ssa Simona Sanna

Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su psicopedagogia

PUBBLICITÀ