Siblings: un legame speciale
Crescere con un fratello o una sorella disabili è un impegno oneroso ma è anche una grande opportunità. Un valido aiuto può venire dalla partecipazione ad un gruppo per solo siblings.
Siblings è il termine inglese usato per indicare i fratelli e le sorelle dei ragazzi più fragili, affetti da una qualche patologia invalidante. È una parola entrata a far parte del nostro vocabolario solo da alcuni anni, da quando si è rivolta l'attenzione anche verso coloro che crescono con un congiunto disabile, che affrontano ogni giorno il dolore, la delusione, la paura legati alla possibilità di non farcela ma anche la speranza, la gioia, la soddisfazione di ogni piccola o grande conquista.
Spesso i genitori, involontariamente, si concentrano totalmente sul figlio disabile, trascurando gli altri figli, non per disinteresse ma per mancanza di tempo o di energia. Ma non solo i genitori devono affrontare e gestire la disabilità del membro più fragile ma anche i fratelli o le sorelle presenti in famiglia. Il loro ruolo è fondamentale eppure, spesso, non visto; Giovanni Valtolina li ha soprannominati "fratelli invisibili", perché vivono all'ombra del fratello più fragile.
Invisibili sono anche, a volte, i loro sentimenti e le loro emozioni che spaziano lungo un continuum che va dalla negazione e non accettazione, alla totale dedizione. Questo vincolo fraterno è carico di emozioni, sia positive che negative, a volte ambivalenti ma sempre colme di pathos, mai di indifferenza. I diversi vissuti dei siblings dipendono anche dal contesto e dalla cultura in cui crescono, dall'accettazione familiare della disabilità e dal supporto che ricevono dagli adulti.
Crescere con un fratello o una sorella disabili è certamente un impegno oneroso perché carico di sofferenza e di dispiacere ma è anche una grande opportunità. Non è semplice vivere, crescere e confrontarsi con un fratello disabile, perché non è semplice ed immediato accettare la diversità e la malattia, non è facile capire perché sia capitato al proprio nucleo familiare, perché gli amici non capiscano, perché a volte ridano o distolgano lo sguardo da una persona che, al di là dell'apparenza, si ama e si vorrebbe vedere felice.
Essere siblings vuol dire misurarsi con la vita, con la diversità, con il fallimento e con il successo, vuol dire imparare ad accettare ciò che si vorrebbe cambiare ma che non è possibile fare, vuol dire imparare ad amare in modo incondizionato chi da solo non sempre ce la fa. Nascere siblings insegna la tolleranza, l'empatia, la comprensione della sofferenza e l'accettazione della diversità, insegna a tollerare l'ambivalenza dei sentimenti, fa capire che si può provare astio verso chi si vuole bene senza intaccare l'affetto che si prova.
Insegna a non accettare la sconfitta prima di aver lottato, a rifuggire i pregiudizi e le credenze e a valorizzare le capacità e le abilità di chi è semplicemente diverso. Un dono enorme da parte di chi di doni dalla vita non ne ha ricevuti tanti. Anche i siblings necessitano di un supporto, possono non essere in grado di gestire da soli le ansie e i vissuti, positivi e negativi, che devono quotidianamente affrontare. Un valido aiuto può venire dalla partecipazione ad un gruppo organizzato solo per chi vive questa condizione, un gruppo omogeneo, nel quale si può imparare come fronteggiare e superare determinate situazioni problematiche.
La possibilità di parlare delle proprie difficoltà, dei sentimenti ambivalenti, delle paure e delle speranze ha una funzione catartica, liberatoria. Inoltre, ascoltare anche altre persone che vivono la stessa situazione, permette di imparare da loro come fronteggiare e superare momenti difficili e fa sentire meno soli. Il gruppo è un contenitore di ansie, desideri, paure ma anche uno sprone al confronto e all'incontro con gli altri, dando la possibilità ai siblings di sentirsi meno isolati a causa della loro condizione, non da tutti conosciuta e compresa, e riuscire a creare un rapporto costruttivo e benefico.
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