Depressione e malattie cardiovascolari: come sono correlate?

La depressione e le malattie cardiache sono tra le malattie più invalidanti che esistano. Come sono collegate queste due patologie?

23 NOV 2022 · Ultima modifica: 16 DIC 2022 · Tempo di lettura: min.
Depressione e malattie cardiovascolari: come sono correlate?

Oggi, la depressione e le malattie cardiovascolari sono le due principali cause di mortalità a livello mondiale, con un conseguente impatto sull'entità dei costi sanitari ed economici. I pazienti affetti da queste due patologie devono affrontare una riduzione della produttività e un peggioramento della qualità della vita.

In che modo le malattie cardiovascolari sono correlate alla depressione?

Le malattie cardiovascolari comportano una forma di depressione spesso sottovalutata al momento della diagnosi, probabilmente a causa della scarsità di informazioni sui meccanismi biologici che collegano queste patologie. Attualmente, la letteratura medica esistente sembra suggerire che la depressione maggiore possa essere un precursore di malattie cardiovascolari, con l'infiammazione cronica come principale fattore responsabile di questa associazione.

La depressione è attualmente la malattia mentale più comune nella popolazione generale e si prevede che entro il 2030 sarà la principale causa di disabilità a livello mondiale. Secondo i criteri diagnostici internazionali del DSM o ICD, la depressione è una malattia debilitante che si manifesta con una serie di sintomi cognitivi e biologici, come ad esempio

  • Abbassamento generalizzato dell'umore
  • Incapacità di provare piacere
  • Cognizioni negative
  • Anergia
  • Perdita di appetito

Le malattie cardiovascolari, invece, si riferiscono a tutte le disfunzioni che colpiscono il cuore e le arterie, come le malattie coronariche, l'infarto del miocardio e l'insufficienza cardiaca. Queste malattie rimangono la principale causa di morte al mondo negli adulti di entrambi i sessi. Così come i pazienti che soffrono di malattie cardiovascolari hanno un'alta probabilità di sviluppare la depressione, i pazienti che soffrono di depressione hanno un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiovascolari rispetto agli individui sani.

Considerando che i pazienti affetti da depressione tendono a non aderire ai trattamenti prescritti e a stili di vita sani, si può affermare che la depressione, ancor più di altre variabili sociodemografiche, ha un impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti cardiopatici. Dato che la depressione è un importante fattore predittivo di sopravvivenza nei pazienti con infarto miocardico o insufficienza cardiaca e angina instabile, è facile capire perché le principali associazioni cardiologiche di tutto il mondo raccomandino lo screening della depressione nei pazienti con malattia coronarica accertata o sospetta.

Depressione e malattie cardiovascolari: quali sono le cause?

La relazione tra depressione e malattie cardiovascolari non sembra attualmente chiara. I ricercatori hanno formulato diverse ipotesi in merito, ma la maggior parte di esse rimane a livello speculativo.

Il legame tra stress e malattie cardiache è noto da tempo, così come quello tra stress e depressione. Un altro elemento comune a entrambe le patologie è l'infiammazione, una costante delle malattie croniche. La depressione, essendo caratterizzata da uno stato infiammatorio persistente, come hanno dimostrato studi recenti, non fa che aumentare il rischio di malattie vascolari e quindi anche di malattie coronariche.

La depressione può addirittura avere un impatto sull'azione delle piastrine (cellule del sangue), a causa del prolungato stato di infiammazione tipico di questa patologia, che può influenzare l'azione delle piastrine stesse, portando alla formazione di placche aterosclerotiche nella parte più interna dei vasi sanguigni. La depressione, a causa dello stress prolungato, può causare una disfunzione endoteliale cronica che, a sua volta, è uno dei primi segni di deterioramento cardiovascolare.

I pazienti che soffrono di depressione tendono ad avere livelli elevati di cortisolo, responsabile dello sviluppo di una sindrome nota come "sindrome metabolica" che può portare allo sviluppo di malattie cardiovascolari e diabete.

Qual è la diagnosi?

Alla luce di quanto detto, è fondamentale individuare la depressione nei pazienti con malattie cardiovascolari. I pazienti con insufficienza cardiaca cronica presentano un rischio ancora più elevato di depressione, motivo per cui dovrebbero essere sottoposti a uno screening annuale per la depressione.

Trattamento

Il fatto che depressione e malattie cardiovascolari condividono almeno in parte uno stesso meccanismo eziopatologico implica la possibilità di utilizzare degli approcci terapeutici comuni per combattere l'infiammazione. Tra questi è possibile citare l'assunzione di una dieta a base di alimenti antifiammatori in grado di ridurre l'infiammazione e minimizzare lo stress come, ad esempio:

  • Gli acidi grassi polinsaturi omega-3,
  • Il coenzima Q10,
  • La curcuma,
  • Il pepe nero e
  • Le vitamine antiossidanti E e C.

È possibile, inoltre, ridurre lo stress tramite la pratica di tecniche mentali e corporee come, ad esempio, la meditazione, la mindfulness, lo yoga e il tai-chi. Ovviamente, un grande alleato nella lotta contro la depressione è costituito dai farmaci antidepressivi. Purtroppo, nel caso dei pazienti cardiopatici è importante prendere in considerazione tutti gli eventuali rischi legati all'assunzione di questi farmaci. Alcuni antidepressivi, infatti, tendono a causare un prolungamento del QTc, ovvero del tempo di ripolarizzazione delle cellule miocardiche. Al momento esistono diverse classi di farmaci antidepressivi tra le quali scegliere un trattamento al tempo stesso efficace e sicuro per i pazienti affetti da cardiopatie.

Gli antidepressivi triciclici e gli inibitori delle monoamino ossidasi, ad esempio, devono essere evitati a causa dei loro effetti collaterali tossici per il cuore. Gli SSRI, o inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, invece, rappresentano al giorno d'oggi la terapia di prima linea per il trattamento della depressione maggiore poiché caratterizzati da una migliore tollerabilità e profilo di sicurezza anche dal punto di vista cardiaco. É però importante prendere in considerazione anche gli effetti collaterali generali dei farmaci SSRI, benché gestibili e di natura transitoria. Tra questi ricordiamo, ad esempio:

  • Le vertigini,
  • Le alterazioni dell'appetito,
  • I disturbi del sonno e
  • I problemi di natura gastrointestinale e sessuale.

Alcuni farmaci SSRI come, ad esempio, sertralina, fluoxetina, escitalopram e paroxetina, sembrano giocare un ruolo positivo sull'attività piastrinica, riducendo quindi la mortalità cardiaca. A causa della sua attività negativa sull'intervallo QT, il citalopram è, invece, da usare con cautela nel caso di malattie cardiache.

Depressione e malaltie cardiovasculare

I farmaci di categoria SNRI presentano dei rischi a livello di pressione arteriosa, tachicardia e ipotensione ortostatica. La venlafaxina, inoltre, utilizzata ad alte dosi tende a somigliare ad un triciclico, quindi, è da evitare nei pazienti cardiopatici, a meno che sia prescritta nella forma a lento rilascio e associata a un regolare monitoraggio elettrocardiografico.

Nel caso degli antidepressivi detti atipici, la mirtazapina sembra presentare un numero ridotto di effetti collaterali cardiaci rispetto ai triciclici. Agomelatina, vortioxetina, bupropione e buspirone non presentano alcun effetto avverso significativo se assunti a dosi terapeutiche, mentre nefazodone e trazodone sono da evitare dal momento che possono portare ad un prolungamento del QT e a ipotensione ortostatica.

Benché la terapia psicologica non risulti efficace nella riduzione della mortalità dovuta a cardiopatie, anche la sua somministrazione online si è dimostrata utile nella riduzione della depressione da lieve a moderata e ha contribuito ad una maggiore aderenza terapeutica.

Come è noto da tempo, anche l'esercizio fisico gioca un ruolo importante nel trattamento della depressione. Nel caso delle malattie cardiovascolari, un'attività fisica di gruppo può aiutare sia a combattere la depressione che a migliorare la salute fisica grazie alla diminuzione della percentuale di grasso corporeo, dei trigliceridi e del colesterolo nel sangue.

Popolazione anziana

I pazienti geriatrici ovviamente costituiscono una categoria particolare dal momento che presentano spesso un gran numero di patologie coesistenti. In questo caso, è necessario prestare ancor più attenzione prima di prescrivere un farmaco attivo sul cervello per evitare gli effetti avversi dovuti alle interazioni.

In conclusione, la depressione dovrebbe ormai entrare a far parte dei fattori di rischio comuni e importanti delle malattie cardiovascolari come lo sono già il fumo, l'ipertensione e il colesterolo alto. In futuro sarà importante mettere in atto delle strategie sanitarie multi-modali per procedere al trattamento della depressione nei pazienti cardiopatici e, al tempo stesso, cercare di minimizzare il rischio di malattia cardiovascolare nei pazienti affetti da depressione.

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Scritto da

Dott Federico Baranzini

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Bibliografia

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