Auto-accettazione e identità, un confronto tra valori, realtà "offline" e "online"

Questo testo tratta di come il concetto di auto-accettazione, combinato con il sistema dei valori personali di un individuo, incida sulla costruzione “dell’identità online” e “offline”.

12 APR 2024 · Tempo di lettura: min.
Auto-accettazione e identità, un confronto tra valori, realtà "offline" e "online"

Erikson (1968) descrisse il processo di "costruzione dell'identità" come il confronto tra molteplici crisi che un individuo avrebbe dovuto affrontare durante l'intero arco della propria vita; risolvendole, esso avrebbe ottenuto nuove qualità, mentre alla mancata risoluzione sarebbe seguita una "confusione dell'identità". Questa interpretazione, accettabile per la realtà "offline", si scontra invece con le libertà che la realtà digitale, dai Social Network agli MMORPG (giochi di ruolo online), offre in termini di libertà di espressione, anonimato e molteplicità delle identità stesse.

Nel 2013 fu rilevato che circa l'89% della popolazione dei giovani adulti utilizzava almeno un Social Network rendendo, in un certo senso, l'esperienza della creazione di un'identità digitale obbligatoria per la costruzione dell'identità stessa vista la grande possibilità di interazione tra i pari. Allo stesso tempo, come enunciato da Palfrey e Gasser (2010), l'identità online pur essendo molto ricca e variegata è anche molto meno sotto controllo di quanto non possa apparentemente sembrare. L'aspetto della molteplicità, ad esempio, porterebbe talvolta a una convergenza indesiderata di più identità in un'unica identità tracciabile, contro il desiderio dei giovani di rimanere anonimi.

L’identità digitale può influenzare la nostra accettazione di noi stessi?

Quando si parla di costruzione dell'identità digitale alcuni degli aspetti più importanti su cui un individuo può prendere decisioni sono l'autenticità, la coesione e l'auto-rappresentazione. Questi sono mediati dalla relazione interna che lo stesso ha con la propria identità (il senso di ciò che è prezioso, appropriato e buono da rappresentare in sé stessi) ed enfatizzati a loro volta da quello che è il grado di accettazione di sé, inteso come senso di soddisfazione e felicità individuale verso sé stessi.

Più specificatamente, l'auto accettazione viene definita come "l'individuale accettazione di tutti i propri lati positivi e negativi" (Ceyhan & Ceyhan, 2011) e implica "la consapevolezza realistica e soggettiva dei propri punti di forza e debolezza" (Bernard, 2013). Una differente definizione di Rosenberg (1986), afferma che l'auto-accettazione è "la consapevolezza individuale di tutte le caratteristiche che appartengono a un individuo".

Fondamentalmente, sia il concetto di sé che l'auto-accettazione si sviluppano nell'ecosistema sociale, motivo per cui gli atteggiamenti dei genitori e le relazioni di fiducia e supporto con gli altri hanno un ruolo chiave per lo sviluppo di un sé sano. Congiuntamente a questo è altresì necessario considerare quelli che sono i valori di un individuo; questi offrono un importante ponte teorico e empirico tra l'esperienza individuale della costruzione e il mantenimento dell'identità dei giovani adulti (Hitlin, 2003), compresa l'identità online.

I valori e l'auto-accettazione descrivono entrambi le posizioni interne che una persona giovane prende per se stessa (Bernard, 2013; Schwartz, 1994): con i valori l'individuo riconosce o rifiuta una credenza come parte del proprio concetto di sé (Schwartz, 1994), mentre con l'auto-accettazione un individuo accetta o rifiuta i tratti e gli aspetti percepiti del sé (Hayes et al., 1999). È particolarmente interessante il modo in cui lo studio analizza queste due pratiche valutative che modellano e interagiscono con l'identità che i giovani costruiscono e presentano agli altri.

In un importante studio di Olman et al. (2015), conseguentemente alle analisi effettuate su studenti con età compresa tra i 18 e i 28 anni cui era stato somministrato un questionario appositamente costruito, risultò che gli individui che assegnavano un alto valore alla libertà, una tra le 9 categorie della scala dei valori di Dilmac, Arıcak, and Cesur (2014), erano molto più inclini ad accettare sé stessi e quello che erano dimostrando un alto livello di auto-accettazione. Questo è risultato avere un effetto significativo sul grado di autenticità nell'espressione di entrambe le tipologie di identità, sia offline che digitale.

Dato quanto visto fino adesso, viene spontaneo domandarsi se la possibilità che oggi abbiamo di costruire una moltitudine di identità possa in qualche modo avere un effetto positivo in termini di auto-accettazione. Personalmente, ritengo che il focus vada spostato su quella componente poco considerata all'interno dello studio di Olman et al. che è il pubblico online e agli effetti che i vari "movimenti" dello stesso hanno sull'individuo che tenta di esprimere la propria identità liberamente, ma in maniera virtuale. Se infatti è stato individuato nella libertà (intesa come valore) un buon predittore del livello di auto-accettazione e, conseguentemente, dell'autenticità dell'espressione dell'identità in ogni sua forma, sorge spontaneo domandarsi se una persona con un basso livello auto-accettazione non tenti di costruire la propria cercando ossessivamente l'approvazione del pubblico o "convincendo gli altri per convincere sé stesso".

L’identità digitale può influenzare la nostra accettazione di noi stessi?

In particolare, rispetto a questa ultima affermazione, Nardone (2011) in "Cogito ergo soffro" scrive: "Questo fenomeno consiste nella protervia con cui il soggetto cerca di convincere gli altri della validità di certi argomenti, convinzioni, azioni che hanno lo scopo di rassicurare lo stesso sulla validità del proprio punto di vista". Ciò potrebbe causare una pericolosa illusione di benessere che, parallelamente alla ricercata approvazione del pubblico, genererebbe un fittizio aumento del livello di auto-accettazione basato sulla convinzione di una solida identità socialmente accettata ma, in realtà, volutamente indotta dall'individuo.

Allo stesso tempo, non si può non considerare la natura facilitante di un'interazione che avviene attraverso la mediazione di uno schermo (che prevede necessariamente la creazione di un'identità digitale) e che potrebbe contribuire, nei soggetti con bassa auto-accettazione, ad un miglioramento della propria condizione attraverso un confronto tra pari con stessi gusti e interessi, anche se molto distanti o fisicamente irraggiungibili.

Concludo con una considerazione negativa sul campione utilizzato nello studio che ho specificatamente scelto di analizzare: questo è limitatamente circoscritto a studenti turchi e ciò, a mio avviso, condizionerebbe i risultati a causa di variabili di natura culturale, in particolare per quanto riguarda le modalità di relazione e interazione tra genitori e pari che potrebbero in parte non essere generalizzabili per altre culture. In questo senso, anche all'interno dello studio stesso viene specificato che ulteriori indagini e approfondimenti saranno necessari per confermare i risultati ottenuti.

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Scritto da

Dott. Nicola Salvadori

Bibliografia

  • Osman Tolga, Arıcak, Șahin Dündar, Mark Saldaña (2015). Mediating effect of self-acceptance between values and offline/online identity expressions among college students. Computers in Human Behavior 49 (2015) 362-374.
  • Giorgio Nardone, Giulio De Santis (2011). Cogito ergo soffro. Saggi Ponte alle Grazie.

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