Ansia: Quando è funzionale e quando non lo è

Quando l'ansia è disfunzionale e quando è normale? Scoprite alcuni segnali per identificare l'ansia patologica.

10 FEB 2023 · Ultima modifica: 16 FEB 2023 · Tempo di lettura: min.
Ansia: Quando è funzionale e quando non lo è

Viene descritta la differenza tra ansia e paura e rivalutata la funzione essenziale delle due emozioni che risultano indispensabili per la nostra sopravvivenza e per il raggiungimento dei nostri scopi di vita. Secondo Lorenzini (2006), l'ansia è la "sorella evoluta della paura" e appartiene al genere umano, probabilmente in modo esclusivo, a causa della capacità della nostra specie di "immaginare il futuro". Gli esseri umani, a differenza degli animali, possono provare paura di fronte a minacce ai loro obiettivi che non si sono ancora verificate e che è improbabile che si verifichino.

Quando l'ansia è funzionale?

Sebbene la paura e l'ansia condividano lo scopo di avvertirci di una minaccia, si differenziano per alcuni aspetti importanti. Il primo è la consistenza della minaccia e il secondo è la natura più o meno ipotetica della minaccia. Nella paura, la minaccia è immediata, evidente e la sua consistenza è assolutamente tangibile. Immaginiamo, ad esempio, che un terrorista voglia far saltare in aria il treno su cui stiamo viaggiando.

A differenza del tipo di minaccia rappresentata dall'esempio del treno (immediata e tangibile), nell'ansia la minaccia è più vaga, indefinita. Siamo in ansia senza riuscire a spiegarne il motivo preciso, non riusciamo a capire che tipo di danno potrebbe colpirci ma sentiamo che potrebbe accadere da un momento all'altro. Facciamo mille ipotesi su ciò che potrebbe accadere, siamo attenti e sempre in allerta.

Infatti, a differenza della paura, che è legata a situazioni in corso, l'ansia è legata a situazioni ipotetiche, non immediate, che potrebbero anche non verificarsi mai. Ad esempio, se perdessi il treno, chissà cosa potrebbe accadere, arriverei in ritardo al lavoro e il mio capo potrebbe cercarmi oggi perché ho perso il treno, arriverebbe quel cliente che sto aspettando da tempo, ecc.

L'ansia è quindi un'intensa preoccupazione per situazioni che non si sono ancora verificate. Questo perché solo gli esseri umani sono in grado di immaginare il futuro, di prevedere scenari positivi o negativi, ed è questa capacità cognitiva che ci permette di immaginare anche possibili minacce (R. Lorenzini, 2006).

Sperimentare un'ansia intensa perché un obiettivo importante per noi sembra minacciato è funzionale perché spinge la persona a mettere in atto strategie che riducono o eliminano la minaccia, dopo di che la persona può tornare alla normalità.

Quando l'ansia è disfunzionale?

L'ansia, invece, diventa disfunzionale quando diventa così pervasiva da modificare la vita, le relazioni e il concetto di sé della persona.

Nello specifico, il disturbo d'ansia generalizzato è caratterizzato da sintomi d'ansia molto generalizzati e persistenti, generati da un costante stato di preoccupazione che riguarda tutti gli ambiti della vita, come la famiglia, il denaro, il lavoro o la salute. La preoccupazione è sproporzionata rispetto all'evento temuto ed è inoltre pervasiva e difficile da controllare per il soggetto.

Ansia disfunzionale

Inoltre, questa paura e ansia eccessiva suscita anche tensione motoria (irrequietezza, tremori, tensione muscolare) e/o uno stato di eccitazione eccessivo, come irrequietezza (nervi tesi), irritabilità o difficoltà di concentrazione (DSM-5). Questo perché l'unico scopo della paura è quello di predisporre l'organismo a reagire prontamente per evitare che la minaccia si concretizzi.

La nostra reazione, fin dalla notte dei tempi, è stata "attacco o fuga". Sia nell'attacco che nella fuga, le esigenze dell'organismo sono le stesse: muscoli pronti a scattare, battito cardiaco e respirazione accelerati per fornire più ossigeno ai muscoli, meno sangue alla pelle (da qui il pallore) per evitare che una ferita ne perda troppo, e meno sangue all'apparato digerente, le cui funzioni sono sospese e rimandate fino alla fine della minaccia.

Quando l'ansia diventa disfunzionale, la persona vive costantemente in questo estenuante stato di allerta e la sua qualità di vita ne risente in modo sostanziale: in famiglia, al lavoro, nelle relazioni interpersonali e così via. La persona si accorge di questi cambiamenti in peggio e se ne attribuisce la colpa, pensando di essere debole e incapace di governarsi. Come conseguenza di questa autovalutazione negativa, l'autostima diventa sempre più bassa e cominciano a comparire i sintomi depressivi.

È in questa situazione che la persona si rende conto di aver bisogno di aiuto e che è giunto il momento di contattare un professionista della salute mentale.

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Scritto da

Dott.ssa Rita Felici

Bibliografia

  • SASSAROLI S., LORENZINI R., RUGGIERO G.M., 2006, Psicoterapia cognitiva dell'ansia, R. Cortina Editore.
  • American Psychiatric Association, D.S.M.-5., 2013, R. Cortina Editore.

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