Ansia: capiamo meglio cos'è

In questo momento storico è normale provare ansia. Diversi fattori possono essere la fonte di questo stato: paura per sé, paura per gli altri, paura per il cambiamento che ci viene richiesto

7 MAG 2020 · Tempo di lettura: min.
Ansia: capiamo meglio cos'è

Il termine ansia, deriva da anxia, che a sua volta deriva dal verbo latino ango, quindi "stringere", "soffocare". Espressioni che comunicano molto bene ciò che provano gli individui che soffrono d'ansia e spesso la descrivono come un senso di costrizione.

L'ansia è uno stato caratterizzato da paura e preoccupazione, apparentemente non causati da uno stimolo specifico. Si differenzia però dalla paura poiché quest'ultima è una reazione funzionale messa in atto per evitare o affrontare un pericolo immediato. Mentre l'oggetto dell'ansia è un pericolo percepito, quindi futuro. Così come la paura, anche l'ansia può essere adattiva in alcune situazioni e ci permette di essere più performanti.

Come la definisce l'American Psychiatric Association (APA) l'ansia è un' Anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno.

Quando l'ansia diventa patologica?

In questo caso parliamo di Disturbi d'Ansia, cioè quando si manifesta in modo eccessivo o persistente tanto da causare disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (DSM-5, American Psychiatric Association, 2013, ).

Secondo l'approccio cognitivo neuropsicologico, centrale nei disturbi d'ansia è il rapporto con il proprio corpo. La caratteristica personologica di questi disturbi è la tendenza a mantenere un senso di stabilità personale perlopiù attraverso la costante focalizzazione sul corpo e sulla visceralità (Liccione D., 2011). Le persone ansiose sono, infatti, iper-focalizzate sui propri stati corporei, avviene cioè una rottura tra due processi che normalmente vanno di pari passo: il provare un sentimento e avvertire un insieme di cambiamenti dello stato dell'organismo.

Differenti studi hanno posto l'attenzione alla relazione fra la sensibilità verso segnali viscerali e l'intensità delle esperienze emotive (Damasio et al., 2006) e hanno confermato come questa caratteristica sia alla base della percezione di stati emozionali differente da parte di alcuni soggetti rispetto ad altri (Arciero e Bondolfi, 2009).

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Scritto da

Dott.ssa Anna Filippi

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