Ansia e metafora

Che cos'è l'ansia? Perché oggi tutti si definiscono ansiosi? Quali sono i rimedi per eliminarla definitivamente?

5 FEB 2018 · Tempo di lettura: min.
Ansia e metafora

Capita spesso che i pazienti si rivolgano allo psicoterapeuta perché hanno l'ansia. Sembra quasi che sia la morbo del secolo da cui il mondo intero voglia essere guarito. Eppure l'ansia non è una malattia ma un segnale. Dire "ho l'ansia" è un po' come dire "ho la febbre", si sa che esistono farmaci per alleviarne i sintomi ma la causa che porta a un innalzamento della temperatura è diversa ed è da quella che si guarisce. Lo stesso vale per l'ansia, le cause che la provocano sono altre, spesso sconosciute al soggetto.

Certo che si dice "Ho l'ansia per l'esame" ma è un'agitazione differente, un senso di paura per un giudizio che spesso interpretiamo come un apprezzamento su di noi e non sul nostro sapere o sul nostro operato. Una volta appreso il voto dell'esame, questo tipo d'inquietudine cessa.

Sovente però le persone si trovano vittime di un altro tipo di affanno. Un'angoscia senza nome che sembra attaccare all'improvviso senza motivo e senza una causa. Così come il paracetamolo abbassa la febbre, gli ansiolitici possono aiutare ma con una grande differenza: il corpo dopo un po' riesce comunque a guarire da solo, mentre la mente no.

Le cause di questa sofferenza sono talmente lontane e arcaiche che l'individuo non riesce a coglierle, anche quando sembrano collegate a eventi del presente, sono solo il rispecchiamento di vicende infantili che spesso non ricordiamo perché talmente dolorose da essere state rimosse.

Allora com'è possibile eliminare definitivamente l'ansia? La risposta che posso dare è una sola: una psicoterapia e purtroppo una psicoterapia lunga che permetta di indagare anche quelle parti di noi che non ci piacciono, che abbiamo nascoste alla coscienza perché ci fanno male, solo allora potremmo capire le vere cause delle nostre paure e dare loro un nome e un volto per poterle davvero sconfiggere.

A tal proposito mi permetto di suggerire la lettura di un libro fantasy "Il mago di Easthsea" di Ursula K. Le Guin. Certo può essere affrontato come un racconto per bambini ma da un certo punto di vista, può essere interpretato come una metafora del percorso che l'individuo fa durante la psicoterapia per incontrare il proprio lato oscuro e sconfiggerlo.

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Scritto da

C.S.T.C.S.

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