La filofobia: paura di amare e di essere amati

La filofobia è la paura di amare e di essere amati. Le persone filofobiche temono di instaurare relazioni che attivano emozioni positive ma allo stesso tempo provano una profonda angoscia quando il rapporto diventa duraturo.

3 NOV 2023 · Tempo di lettura: min.
La filofobia: paura di amare e di essere amati

"Ricomincia da te, amati ed imparerai ad amare e lasciarti amare!" In amore non ci sono certezze, infatti, è un sentimento spesso comunemente legato preoccupazione che genera il dubbio, andando così ad influenzare negativamente la vita. Il punto di partenza sei tu, non è semplice, ma possibile: impara a conoscere le tue paure così da poterle affrontare e darti l'opportunità di superarle.

L'amore è certamente qualcosa di bello, ma può provocare anche perdita di controllo e vulnerabilità che spesso generano spavento. Imparare ad ascoltarsi e a riconoscere le proprie emozioni diventa quindi centrale. Spesso tutto parte da un ricordo che si attiva nel momento in cui il sentimento dell'amore inizia a svilupparsi, e ad esso vengono associate le paure legate a quella memoria, come l'umiliazione, l'infedeltà, la rottura di un rapporto. Queste paure hanno un nome, Filofobia. Conosciamola e cerchiamo di capire quali sono i passi per poterla superare.

Cos'è la filofobia?

La filofobia si manifesta come profonda paura non solo di amare, ma anche di essere amati, pertanto non è errato interpretare il disturbo come fobia del legame affettivo in sé. Le persone filofobiche hanno paura di instaurare relazioni alla cui base vi siano emozioni reali e quindi provano profonda angoscia quando un rapporto diventa duraturo (Veneruso, 2019).

Il termine filofobia, in inglese "philophobia", deriva dal greco "φιλος" (amore) e "φοβία" (fobia) e fa riferimento alla paura o ansia eccessive, persistenti e ingiustificate di innamorarsi o amare una persona. Rientra nella categoria delle fobie specifiche che, secondo il DSM V (APA, 2013), sarebbero caratterizzate dai seguenti criteri diagnostici:

  • Paura e/o ansia marcate verso oggetti o situazioni specifici;
  • La situazione e l'oggetto fobici causano quasi sempre un senso di paura e/o ansia;
  • Gli oggetti o situazioni fobici sono evitati oppure sopportati con grande difficoltà;
  • La paura e l'ansia provate sono sproporzionate rispetto al reale pericolo determinato dall'oggetto e situazione specifici;
  • Per la diagnosi è necessario che i sintomi siano presenti per almeno sei mesi;
  • I sintomi causano disagio clinicamente significativo o calo del funzionamento personale, sociale e lavorativo.

Ovviamente, per poter effettuare la diagnosi è indispensabile che la condizione non sia giustificata da altri disturbi mentali, come, disturbi psicotici, disturbo ossessivo-compulsivo o altri disturbi d'ansia. Infine, anche il corpo risponde: in seguito alla vista della persona per la quale si prova qualcosa o semplicemente all'immaginazione di essa, il filofobico può sperimentare diversi sintomi come:

  • Battito cardiaco accelerato (tachicardia);
  • Sudorazione eccessiva;
  • Nausea;
  • Disturbi gastrici e diarrea;
  • Senso di soffocamento, fiato corto.

Questi sintomi possono attivarsi anche solo pensando di potersi legare a qualcuno oppure, come più comunemente accade durante la vita di coppia, la sensazione spesso descritta dai filofobici è quella di "soffocamento", di oppressione, seguita dall'imminente necessità di più spazio ed autonomia. Anche si è soliti pensare che l'innamoramento sia una cosa bella e desiderabile, il filofobico si sente spesso costantemente diviso, scisso: da una parte vorrebbe lasciarsi coinvolgere da un affetto sincero e profondo ma dall'altra ne rifugge in preda alla paura.

Quali sono le possibili cause della Flilofobia?

Solitamente tende a prevalere questa seconda dinamica e se la paura raggiunge alti livelli, il soggetto può sperimentare dei veri e propri attacchi di panico. Non stiamo parlando di individui anafettivi (che contrariamente non desiderano una relazione, non temono i sentimenti, perché non li provano) ma di persone che ricercano la vicinanza dell'altro e sentono il bisogno d'affetto, ma seppur avendo difficoltà a gestire le emozioni ad esse associate al contatto. Infatti, i sintomi compaiono quando il legame diventa più forte e la possibilità di lasciarsi andare è sempre più concreta.

Quali sono le possibili cause della Flilofobia?

Possono essere molteplici i fattori scatenati, per esempio un fattore scatenante potrebbe derivare da un evento traumatico, come ad esempio la fine di una relazione d'amore. A questo punto, spesso accade che l'individuo tende ad associare lo stimolo (ricordo) che ha causato quella sofferenza con la sensazione di malessere, così il legame affettivo in sé diventa oggetto di paura e la persona "apprende" ad averne paura.

Tra i fattori che predispongono allo sviluppo della paura, troviamo anche la genetica e l'ambiente in cui si cresce (spesso si osservano all'interno della famiglia dei soggetti con filofobia gli stessi sintomi o disturbi d'ansia) (Mancini et al., 2011). Nello specifico, tra i fattori ambientali troviamo il rapporto con i genitori, in particolare con la figura materna (o di chi ne fa le veci). Il soggetto può aver sperimentato da parte del genitore una indisponibilità emotiva ed affidabile, per cui è stato più conveniente diventare autonomi, indipendenti e autosufficienti prima del tempo (Veneruso, 2019). Tuttavia, questo tipo di rapporto può essere considerato un fattore di rischio, ma non la causa. Altri fattori possono essere: aver subito una violenza fisica e/o sessuale e altre esperienze traumatiche precoci; come anche matrimoni organizzati.

L'essere circondati da persone che vivono la stessa difficoltà o che comunque non vivono relazioni stabili può persino, essere un fattore che ostacola l'affrontare funzionalmente il problema.

Quindi come affrontarla?

Ecco alcune semplici indicazioni che puoi seguire nel momento in cui ti approcci ad una nuova relazione.

  • Attenzione alla profezia che si autoavvera: Se ti convinci che ogni partner ti farà soffrire e ti fai suggestionare da questo pensiero, è probabile che ti comporterai esattamente in quel modo, tendendo ad avvicinare questo tipo di persone, andando incontro ad una delusione.
  • Evita di fare paragoni: Nessuno mette in discussione le tue esperienze di delusione passate, ma ogni storia è diversa dall'altra, quindi avrà anche esiti diversi.
  • Non ci sono alternative, affronta la paura: Evitate di innamorarti di nuovo, fuggire ogni qualvolta provi qualcosa per qualcuno non farà altro che alimentare la tua paura, fino a farla diventare sempre più difficile da affrontare. Se avrai il coraggio di guardarla in faccia, affrontandola a piccoli passi, ti accorgerai che la paura tenderà a diminuire gradualmente.

Se la paura diventa eccessiva e persistente, tanto da ridurre la qualità della vita individuale e/o di coppia, sarebbe bene richiedere un intervento psicologico.

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Scritto da

Dott.ssa Giulia Belfiore

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Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2013). DSM-5. Raffaello Cortina Editore: Milano.
  • Davison, G. C. (1968). Systematic desensitization as a counterconditioning process. Journal of Abnormal Psychology, 73(2), 91.
  • Fromm, E. (2000). The art of loving: The centennial edition. A&C Black.
  • Ghezzani, N. (2012). La paura di amare. Capire l'anoressia sentimentale per riaprirsi alla vita (Vol. 235). FrancoAngeli.
  • Mancini, F., Gragnani, A., & Paradisi, G. (2011). Un modello cognitivo del disturbo di panico e dell'agorafobia: aspetti psicopatologici e trattamento. Un modello cognitivo del disturbo di panico e dell'agorafobia: aspetti psicopatologici e trattamento, 36-54.
  • Otte, C. (2011). Cognitive behavioral therapy in anxiety disorders: current state of the evidence. Dialogues in clinical neuroscience, 13(4), 413.
  • Tavormina, R. (2014). Why are we afraid to love. Psychiatria Danubina, 26(1), 178-183.
  • Veneruso, D. (2019). Philophobia e philoterapia: Paura di amare. FrancoAngeli

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