5 step per gestire lo stress da lavoro precario
La disoccupazione e la precarietà lavorativa incidono sulla famiglia e sui rapporti sociali. Vi propongo 5 step per superare lo stress con il counseling.
Disoccupazione, stress e crisi della famiglia: capire ed affrontare il problema in 5 step attraverso il counseling psicologico.
Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele, sosteneva con giusta causa Seneca.
Le conseguenze della disoccupazione o dell'equilibrio precario della situazione lavorativa spaziano dallo stress al progressivo isolamento sociale fino alla depressione, dall'ansia cronica all'attacco di panico, fino alle malattie psicosomatiche e a quelle cronico-degenerative. Con ripercussioni sui rapporti familiari.
La perdita dello status di lavoratore comporta conseguenze difficili poiché è attraverso un lavoro o un ambiente gratificante che l'identità di un individuo si costruisce, si afferma e si mantiene. Parte delle risorse pubbliche sono volte al reinserimento professionale, ma poche sono mirate al sostegno del disoccupato in quanto "persona in un momento di crisi" e non solo come "lavoratore in cerca di occupazione". Chi ha un lavoro precario può vivere uno stato di ansia persecutoria ("dobbiamo fare tutto, con poco personale, in poco tempo") o di angoscia depressiva ("non abbiamo più commesse, chissà dove andremo a finire!").
Questa difficile situazione può condurre a comportamenti a rischio: consumo di tabacco, alcol, medicinali e una certa tendenza all'aumento di peso con ipertensione. Dall'ansia e dal distress spesso deriva una forte aggressività che può generare conflitti coniugali e familiari. I familiari risentono di questa difficile situazione e aumenta il rischio di separazione tra coniugi.
Cosa fare? 5 step per gestire lo stress da lavoro precario
Esiste una figura professionale, lo psicologo, che può aiutare in breve tempo a cercare soluzioni alternative per gestire situazioni all'apparenza senza via d'uscita.
Ecco cosa fare attraverso il problem solving, i cui fondamenti (Karl Popper) possono essere applicati da ognuno di noi.
- Si inciampa in un problema (la persona rischia di perdere il lavoro o l'ha appena perso: fase di shock in cui la persona è sopraffatta dall'evento).
- Si portano alla luce i tentativi di soluzione messi in atto con risultati fallimentari (ad esempio tentativi che risultano deleteri e inefficaci come: continuare a chiedersi il perché della situazione; colpevolizzarsi di qualcosa che in realtà non dipende da noi, con conseguente perdita dell'autostima e del senso di autoefficacia; minimizzare; riversare la propria rabbia nei confronti dei famigliari; auto-sabotarsi non cercando più lavoro, con la conseguente "self fulfilling prophecy").
- Si cercano eccezioni o soluzioni alternative (per esempio: volontà di acquisire nuove strategie efficaci di comunicazione, aiuto nella gestione dell'ansia, del panico, della rabbia e della depressione, nuove modalità di relazionarsi con l'esterno).
- Si applicano queste soluzioni creative.
- Si apportano modifiche misurandone gli effetti.
Come sosteneva A. Einstein, occorre un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi prodotti dal vecchio modo di pensare.
Le informazioni pubblicate da GuidaPsicologi.it non sostituiscono in nessun caso la relazione tra paziente e professionista. GuidaPsicologi.it non fa apologia di nessun trattamento specifico, prodotto commerciale o servizio.
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