Buongiorno cercherò di essere breve ma precisa. Ho 28 anni e sto con il mio compagno da quasi due anni. La situazione èla seguente: la relazione è nata in salita con già mille dubbi da parte mia forse generati dalla mia relazione precedente nella quale io ero succube e lui giocava con me, scompariva e compariva e suo piacimento e questo generava ansia in me ma allo stesso tempo amplifica a la mia voglia di vederlo con batticuore e farfalle nello stomaco. Io con il mio attuale compagno non ho mai provato queste sensazioni, batticuore o altro ed è stato sempre questo oggetto per me di ansia e mille domande. Periodi in cui mi sentivo innamorata e altri in cui mettevo sempre tutto in dubbio. Finché una sera nel mio letto una domanda mi ha spaccato in due:lo amo o no? Da lì l inferno che dura fino ad ora. Sono stata da 2 psicoterapeuti e una psichiatra I quali mi hanno diagnosticato rispettivamente pensieri intrusivi e ansiosi riferiti alla mia relazione, rimuginio mentale e personalità ansiosa. Prendo zoloft da 50 e xanas 10 gocce al giorno. Io non voglio rompere la mia relazione, quando ci ho provato sono stata malissimo, mi mancava e so o ritornata ma la situazione è peggiorata, adesso ho ansia dalla sera alla mattina, attacchi di panico(non è la prima volta però) piango sono caduta in depressione. Sto lottando contro questo disturbo ma in fondo non ci credo neanche io tanto. Forse devo lasciarlo e non voglio accettarlo? Passo le mie giornata cercando informazioni sul doc perché ho paura che starò meglio solo se lo lasciassi. Ma io non voglio! Ci so o momenti in mezzo a tutta questa ansia in cui sento di amarlo.
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1 LUG 2019
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Buongiorno Lella
Quando si vive una relazione di quel genere si sviluppa una sorta di dipendenza come da una sostanza. Lei ha cambiato la sua situazione ma probabilmente non ha elaborato adeguatamente tutti i vissuti che hanno accompagnato e ancora accompagnano il suo modo di stare nelle relazioni. Sicuramente come già le è stato indicato sarebbe necessario un lavoro adeguato su ciò che si muove dentro di lei rispetto ai sentimenti. Talvolta siamo incapaci di essere felici in una situazione 'normale' in cui l'altra persona c'è e ci vuole bene e sentiamo la mancanza di quell'altalena che per quanto fonte di sofferenza scatevana in noi anche tutta una serie di emozioni e vissuti intensi.
Oltre ai farmaci quindi necessario un lavoro su di sè che l'accompagni a comprendere e recuperare quelle parti di sè che ancora chiedono questo tipo di soddisfazione e che esprimono bisogni di cui magari lei non è pienamente consapevole.
Le auguro un buon lavoro
Laura Gaido
1 LUG 2019
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Gentile Lella,
probabilmente la precedente infelice relazione ha contribuito ad alimentare in lei ansie ed insicurezze già presenti che attualmente sono complicate da pensieri intrusivi e ruminanti facendola sentire in una spiacevole situazione senza via di uscita.
Tuttavia, dal momento che ha intrapreso direttamente una terapia farmacologica, onde affrontare le cause prime del disturbo dovrebbe non accontentarsi della semplice diagnosi e della cura con antidepressivi ma aggiungere un vero percorso di psicoterapia (preferibilmente cognitivo-comportamentale) di durata adeguata e cioè almeno un anno con regolari sedute settimanali.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
1 LUG 2019
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Gentile Lella, la domanda che ha messo come titolo ha una risposta ovvia: certo che soffre di pensieri ossessivi! Mi spiace essere duro e antipatico, ma scrivo per tutti: questa non è una rubrica per risolvere le proprie pene d'amore. Se Lei soffre dovrebbe entrare in terapia, perché evidentemente non riesce a gestire l'ansia, o ha altri problemi di personalità. Anche nel suo caso i consigli " fai questo, non fare quello" lasciano il tempo che trovano. Piuttosto inizi a praticare ogni giorno delle tecniche anti ansia come la mindfulness.
Cordialmente
dr. Tacchini