Salve, è la prima volta che scrivo su questo sito.
Mi chiamo Roberta ed ho 22 anni. Dall'età di 14 anni si può dire che viva in un quasi perenne stato di "tristezza", alternato ad alcuni periodi migliori. In realtà avendo problemi con mio padre non ho mai vissuto in completa serenità, ma ho realizzato che con il tempo la situazione è peggiorata sempre più.
È degenerata pochi mesi dopo il diploma, sono 4 anni ormai che ogni anno puntualmente non sono in grado di scegliere l'università, ho provato un paio di mesi ma ho smesso per diversi motivi (probabilmente tutte scusanti) e questo mi demoralizza in ogni altro campo.
Non ho amici, solo conoscenti di cui non riesco a fidarmi, le altre ragazze sembrano evitarmi ed ho problemi a relazionarmi con il sesso opposto quando si tratta di relazione sentimentale.
Premesse queste per spiegare il perché della mia domanda.
Sono stanca. Mi sento di aver fatto tutto quello che sono in grado di fare, nella vita. Pur non avendo fatto nulla. Penso spesso che la vita non sia fatta per tutti, alcuni non ce la fanno.
Esco di rado se non da sola, non faccio nulla per tutto il giorno (niente università/lavoro) e di conseguenza non saprei neanche di che parlare con gente nuova. Scrivere solo questo mi sembra molto riduttivo, sicuramente non sto rendendo giustizia al dolore, a tratti apatia, che provo ormai da troppo tempo. Ammetto di aver pensato al suicidio da adolescente ma adesso sono abbastanza razionale e troppo codarda e altruista forse per farlo. Mi limito a desiderare di non esistere più, più che all'atto stesso ed ho paura che questo possa cambiare adesso che sto peggiorando.
La mia famiglia sa della mia sofferenza ma non sanno come affrontarla perché la maggior parte delle volte la nascondo. Nonostante tutto un aiuto lo chiedo, tante volte, anche con il sorriso (ormai pensano io sia solo una ragazza con pensieri cupi). Mi sento completamente sola e non so più che fare.
Mi dispiace per la lunghezza, spero qualcuno sia arrivato fin qui.
Grazie mille per averlo letto
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21 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Cara Roberta,
anche se nel tuo messaggio si intravede grande sofferenza, per il rispetto soprattutto di te stessa, devi reagire!
Riguardo all'Università non è chiaro se, in quei 4 anni a cui ti riferisci, hai fatto la scelta di una facoltà e poi non l'hai portata avanti oppure non hai fatto mai alcuna scelta e non intendi o non sei in grado di farla.
In ogni caso, se non vuoi/puoi studiare è importante che cerchi almeno di trovare qualche lavoro da fare anche se si tratta di un lavoro umile perchè questo serve per non stare in ozio e tenerti impegnata combattendo così la depressione ed avendo anche, di conseguenza, un minimo di relazioni sociali.
E' stata già una buona cosa che tu abbia scritto su questo sito e comunque non devi rinunciare a comunicare ed anche a chiedere, quando è necessario.
In conclusione, a mio avviso, le cose che dovresti fare in ordine cronologico sono 2 :
a) chiedere ai tuoi familiari se possono sostenerti per un percorso di psicoterapia o, in alternativa, andare dal tuo medico curante ad esporre i tuoi problemi e richiedere psicoterapia presso l'ASL;
b) decidere, magari col supporto dello psicologo, se intraprendere uno studio universitario o cercare un lavoro anche umile da fare.
Dopo di ciò, le altre cose si potranno accomodare poco per volta.
Sappi che nella vita tutto cambia, anche a prescindere dalla nostra volontà, per cui non devi commettere l'errore di perdere la speranza che le cose possano migliorare e non devi fare pensieri di suicidio che resta un atto tanto crudele quanto insensato.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
27 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno, Roberta.
Questo momento della Sua vita in cui ha deciso di scrivere e chiedere aiuto credo possa rappresentare un nuovo punto di partenza. Non solo constatare la Sua sofferenza ma anche anche fare qualcosa. Bene! È importante che ora faccia un altro passo in questa direzione e quindi rivolgersi ad uno psicoterapeuta. In base alle risorse economiche familiari può scegliere se rivolgersi al consultorio più vicino (poco o per nulla dispendioso) oppure ad uno privato (sicuramente più impegnativo). Auguri, Roberta!
Cordialmente
27 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
gentile Roberta, come può leggere più persone hanno seguito la sua lettera sino in fondo. i miei colleghi le hanno detto un po’tutto quello che c’era da dirle. Penso quindi che lei debba affrontare coi suoi genitori la propria situazione è chiedere un aiuto specialistico con uno psicoterapeuta. lei riferisce di percepire un cambiamento nell’umore dai 14 anni. Ritengo possa esserci molto di significativo da affrontare e cercare di comprendere ancora prima di elaborarlo.
Infine penso sia utile per lei affrontare coi suoi genitori l’importanza attribuita alla sua volontà e ai suoi desideri.
22 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Roberta,
mi dispiace per come ti senti ora ma sappi che vi è sempre una possibilità di cambiamento nella vita! Tutto cambia, nulla rimane statico a livello psichico. La fiducia in te stessa è fondamentale, tu hai le risorse per uscire da questa situazione.
Per cominciare inizia a strutturare qualche impegno durante la settimana, cerca di mantenere delle routine, impegni che ti facciano uscire di casa, frequentare persone, fare delle passeggiate...
E' urgente un percorso psicologico per risollevare l'umore e chiarirti rispetto al futuro. Occorre comprendere quale scelta ti è maggiormente funzionale: studio o lavoro.
Nel frattempo puoi cercare un'occupazione se riesci, per sperimentarti nella relazione lavorativa.
Resto a disposizione per informazioni
Dott.ssa Donatella Costa
21 DIC 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Roberta,
Nel suo racconto colgo una grande sofferenza che sembra ormai caratterizzare il suo stato d’animo da molto tempo. Le sensazioni che descrive sembrano fare riferimento a un senso di impotenza e di impossibilità nel percepirsi attrice protagonista di un cambiamento anche minimo; racconta di una difficoltà a progettare o più semplicemente immaginare il suo futuro e di un importante senso di vuoto che la pervade.
Vista la sua giovane età e l’entità delle problematiche che descrive mi sentirei di consigliarle di dialogare in senso maggiormente esplicito con la sua famiglia, richiedendo supporto per ricercare l’aiuto di un professionista. Nello specifico la consulenza di uno psicologo/psicoterapeuta potrebbe coadiuvarla nel comprendere ed elaborare origini e significati della sua sofferenza, tenendo conto tra l’altro del difficile periodo adolescenziale di cui ci racconta.
Ci tenga aggiornati e faccia riferimento alle risorse che seppur in maniera nascosta, presenziano sicuramente in lei.
Dott. Alessandro Gullotta - Torino
