Sono bloccata negli studi e non mi sento in grado di cambiare la situazione
Sono una studentessa universitaria al terzo anno di triennale di una facoltà umanistica.
Nel concreto, il mio problema è il non riuscire a superare gli esami universitari ed essere quindi molto, molto indietro con il percorso di studi. Il mio ostacolo più grande è la condizione di bassa autostima che mi trascino dal percorso scolastico altrettanto grigio delle superiori, da cui sono fermamente convinta che non sarei mai uscita con le mie forze se non ci fosse stato il COVID ad "alleggerire" la prova di maturità.
Mi rendo conto di non aver mai pensato seriamente a quello che avrei voluto studiare o diventare in futuro, la mia sensazione è quella di essere stata sballottata per inerzia da una sede all'altra senza che sia mai riuscita a imporre un mio desiderio effettivo in quello che faccio, anche e soprattutto per evitare lo scontro e compiacere i miei genitori, con cui il dialogo è, oltre che praticamente assente da entrambe le parti, molto passivo aggressivo e finisce sempre con un nulla di fatto.
Ho realizzato di non avere effettivi sogni e progetti, perché in partenza mi blocco e non mi ritengo capace e meritevole di perseguirli, e per quanto mi faccia star male faccio di tutto per non pensarci distraendomi il più possibile e apparentemente andare avanti; ma è ovviamente un meccanismo che non regge davanti a un esame e spesso mi ritrovo a ritirarmi all'ultimo o nel bel mezzo della prova, o addirittura faccio fatica in partenza ad aprire il libro e mi viene il magone anche solo a pensarci, per quanto seguire il corso possa contrariamente essermi anche piaciuto.
Vivo molto male il confronto con il professore e gli altri, ho una costante paura del giudizio e rimango bloccata, perlopiù fuggo o lo evito. Anche per questo motivo mi sento una presenza tossica nel mio giro esiguo di amicizie e fatico molto a continuare a coltivare i rapporti o a iniziarne di nuovi, perché non sento di poter dare qualcosa di positivo, di raggiungere il prossimo e di essere raggiunta a mia volta. Mi auto isolo e, di conseguenza, sono isolata; e la solitudine del non riuscire a condividere il mio dolore con qualcuno è ciò paradossalmente mi fa soffrire ancora di più, ed è un dolore distruttivo e pieno di rabbia che alterno a periodi di completa apatia; mi terrorizza non avere il controllo delle mie emozioni e pensieri e di non riuscire a sfogarli.
Mi sento quindi una persona vuota e spenta da ogni passione, ferma emotivamente e mentalmente.
Nell'effettivo non so molto bene come direzionare questa richiesta, sono consapevole che non basta e non c'è una risposta o consiglio che magicamente cambi una situazione; desidero tantissimo iniziare un percorso di terapia ma al tempo stesso non voglio far preoccupare la mia famiglia e aggiungere altro fuoco a una situazione già pesante di suo; nel mentre però vorrei cominciare a cambiare qualcosa anche da sola e a vivere meno peggio questo periodo di esami.
Da dove dovrei iniziare a modificare i meccanismi di autosabotaggio?
Come faccio a chiedere aiuto se non so neanche io molto bene cosa devo affrontare, quanto tempo (e denaro) devo mettere a disposizione e soprattutto senza dare ulteriori preoccupazioni e delusioni ai miei genitori?
