Sentirsi bloccati in una relazione

Inviata da allie21 · 14 apr 2023 Terapia di coppia

Ho 23 anni, lui 26. Ci siamo conosciuti all'università durante un progetto. Io ero appena uscita da un'altra relazione ed è per questo che una volta conosciuti ci siamo persi di vista per circa 2 mesi. Successivamente, per scelta mia, ci siamo ricontattati e abbiamo cominciato ad uscire insieme. Dopo circa 2 mesi di frequentazione cominciamo a notare le prime divergenze caratteriali. Io più "bisognosa" di conferme e soprattutto affetto a causa di ferite personali e lui più freddo, distaccato, che bada molto alla propria individualità. Iniziano i primi litigi, i primi dubbi in me scatenati dal suo bisogno di tenere separati i rispettivi mondi e di tenere riservata la propria vita passata e qualche volta presente. Decido di andare avanti nonostante la prima bugia "bianca" sul suo passato (la definisco bianca perché non tutti decidono di condividere il proprio passato, soprattutto amoroso come in questo caso). Cerco di "adattarmi" al suo modo più "freddo" di manifestare affetto, cominciando a vedere le cose meno di pancia e più razionalmente. Ottobre è un mese importante (il 3). Sua mamma si sente male e lui, essendo figlio di genitori separati e con un rapporto discontinuo con il padre, cade in un vortice di stress, ansia e tristezza anche a causa della coincidenza con altri impegni, universitari (la tesi) e la ricerca di un nuovo lavoro. Noi continuiamo a litigare sempre a causa di un diverso modo di concepire l'affetto, la sua manifestazione e una relazione in generale. Io comincio a mostrare sofferenza per la sua poca e direi elemosinata presenza. Ci sono anche momenti belli seppur pochi, dato che passiamo la maggior parte del tempo a discutere su come si "dovrebbe essere". Arriva la prima bugia seria. A dicembre, dopo un litigio, vorrei parlare con lui di presenza e lui mi risponde dicendo che sua mamma sta molto male in ospedale e che ci sono anche dei parenti. Io preoccupata lo aspetto sotto casa, mi spavento per sua mamma ma decido di rimanere ad aspettarlo anche per ore. Lui arriva, litighiamo e dopo esserci detti una specie di addio, la sera dello stesso giorno vengo a scoprire che quella mattina invece di essere in ospedale era al sushi con i suoi amici. Mi cade la faccia a terra, mi vergogno di me stessa per essermi fidata ancora una volta di un'altra persona nonostante avessi la fiducia già compromessa per altre storie. Lui, nonostante sapesse quanto io tenessi alla verità in ogni circostanza, risponde che è solo per colpa della mia "oppressione" che lui si è sentito giustificato a mentire. Da lì le cose si incrinano ancora di più. Io non mi fido più di lui nemmeno quando perde 30 minuti per la doccia. Si somma lo stress per il suo nuovo lavoro che gli toglie gran parte della giornata. Comincio ad adattarmi a fatica al fatto di non sentirlo per ore perché lavora, mi adatto sempre con fatica ai weekend fatti con gli amici dove io non sono altro che un'imbucata che deve adattarsi alla loro presenza perché lui non ha abbastanza tempo da dedicare a tutti. Durante le uscite, se litighiamo prima, posso scordarmi anche quella minima manifestazione d'affetto. Minima perché si vergogna anche solo di dare un bacio di sfuggita o di tenere la mano di fronte ad altre persone. Non mi presenta alla famiglia nemmeno dopo quasi un anno, nonostante io frequenti casa sua ad oggi direi clandestinamente. Non esistono nomignoli come "amore", sempre e solo chiamata per nome. Non esiste festeggiamento di feste come San Valentino, Capodanno, Carnevale, Halloween se non sotto una continua richiesta da parte mia. A questo punto arriva anche un'altra batosta per me. Scopro che parla con una sua vecchia collega a cui però non dice di me. Insisto nel fargli considerare la mia frustrazione a riguardo ma niente, continua a dire che è un tipo riservato e che nessuno potrà fargli dire ad altri ciò che avviene nella sua vita privata. Scopro che a lei da nomignoli, "scemotta" uno di questi, e che lei vede in lui una spalla su cui piangere. Comincio ad ingelosirmi sempre di più chiedendogli addirittura con chi parla ogni volta che lo vedo online. I dubbi aumentano, i litigi pure e sembrano ruotare sempre sulla "gelosia", "presenza", "condivisione" di momenti passati o presenti nei discorsi che facciamo, e sul diverso tempo dedicato alla relazione con la conseguente "manifestazione" di affetto. Ad oggi, stanchi ed esasperati, non riusciamo a staccarci del tutto ma nemmeno a stare vicini senza litigare. Abbiamo la speranza che possa esserci un lieto fine ma ai miei occhi c'è solo la mia fatica a fare l'impossibile per risollevarci e il suo disprezzo e attacco per la mia "oppressione" e per le mie continue richieste di conferme. Cosa significa? Tutto è giunto al termine? Non c'è niente che si possa fare? E' meglio mollare?

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Miglior risposta 19 APR 2023

Buongiorno,
La ringrazio per aver scelto di condividere in maniera generosa e consapevole parte della sua storia. Dalle sue parole sembra che si trova intrappolata tra il bisogno di raggiungere la relazione che vorrebbe e l'affetto che la lega al suo fidanzato con il quale, però, non riesce a raggiungere i suoi obiettivi e di conseguenza il suo benessere. Scegliere di impegnarsi con una persona particolarmente chiusa è una scelta coraggiosa che, talvolta, può condurre a momenti di sconforto come quello che lei descrive. Sembra, inoltre, che abbia provato a soffocare il suo bisogno di conferme, adeguandosi al modo di fare del partner sicuramente più freddo e distaccato del suo: é vero che sia sbagliato provare a cambiare l'altro e che sia corretto accettarlo nelle sue diverse sfaccettature, ma è altrettanto vero che sia sbagliato decidere di annullare se stessi pur di compiacere il partner perché prima o poi i bisogni soffocati arrivano a farsi sentire in maniera sempre più importante, fino a farla esplodere sfociando in continui litigi e discussioni che non fanno altro che rovinare ulteriormente la relazione. Una terapia di coppia potrebbe aiutare entrambi a comprendere meglio il punto di vista dell'altro, provando a trovare un compromesso che permetta ad entrambi di poter godere di questa relazione, rendendola soddisfacente e appagante. Questo richiede, però, che entrambi siate davvero disposti a mettervi in discussione, provando a smussare parti del proprio comportamento che oggi risultano limitanti alla libertà del partner, provando ad approfondire aspetti dei rispettivi vissuti personali, familiari e relazionali per capire cosa si nasconda dietro il suo bisogno di conferme e dietro l'eccessivo bisogno di privacy del suo fidanzato e attivare risorse necessarie a giungere ad un compromesso adeguato.
Spero di esserle stata utile e mi rendo disponibile ad ulteriori approfondimenti, anche online.
Un saluto,
Dott.ssa Paola Cutrupi

Dott.ssa Paola Cutrupi Psicologo a Reggio Calabria

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17 APR 2023

Buongiorno,
Innanzitutto grazie per la condivisione. Da quanto scritto emerge bene l'insoddisfazione provata all'interno di una relazione dove lei e il suo compagno avete necessità e aspettative differenti. Risulta altresì comprensibile che la fiducia nei suoi confronti vacilli di fronte a una comunicazione di lui poco trasparente in alcune situazioni.
Rispetto ai quesiti che pone non è possibile in questo spazio dare risposte esaurienti.
Le suggerirei d'intraprendere un percorso personale che possa esserle d'aiuto nel comprendere quale strada possa farla stare meglio.
Un caro saluto

Dott.ssa Denise Ferrazzi

Dott.ssa Denise Ferrazzi Psicologo a Trento

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16 APR 2023

Carissima,

io comincerei a dubitare della relazione seriamente. Infatti le mancanze che racconti non sono di poco conto. L'amore vince ogni cosa, ma forse nella vostra storia non ce n'è abbastanza. Questo lo dico perchè dubbi e bugie sistematiche sono segnali di allarme che non vanno trascurati. Se fossi in te lascerei perdere questa relazione. Sei giovane, puoi trovare di meglio.
Se lo desideri, puoi contattarmi nuovamente.
Un abbraccio
Dott.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova

Dott. Gabriele Lenti Psicologo a Genova

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16 APR 2023

Buongiorno , e
grazie per quello che ha scritto qui.
Da quello che ha esposto lei sta facendo e ha fatto , tante cose per riuscire a tenere in piedi con un minimo equilibrio questa relazione .
Questa relazione per tanti motivi che ha descritto lei, non la soddisfa , non la fa sentire compresa e accolta veramente dal suo partner.
Ci sono diverse cose che si possono fare , e prima di arrivare a mollare , come chiede alla fine , vale la pena di fare un percorso
di supporto psicologico , che sarebbe molto utile per lei per fare chiarezza.
Cordialmente.

Dott. Aldo Tandurella Psicologo a Torino

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15 APR 2023

Carissima,
Innanzitutto grazie per la condivisione intensa. Partirei col dire che se una relazione è fonte di tale malessere, occorre fare qualcosa per porre fine ad un circolo vizioso inevitabile. Questi circoli viziosi si innestano molto facilmente e, al contrario, sono difficili da sradicare se i membri della coppia non raggiungono la consapevolezza di eventuali modalità relazionali poco funzionali per il benessere di uno o di entrambi. Si finisce con l'entrare in questi vortici dove una azione/parola/percezione chiama un'altra azione/parola/percezione in un crescendo di tensione che, come lei stessa ha riportato, raggiunge il culmine della non tollerabilità... Lei per le sue delusioni e lui - probabilmente per altre delusioni (?)dal momento che non conosce molto del suo passato - vi porta a mettere in atto degli schemi relazionali che sembrano incompatibile. C'è soluzione? Dipende. In questi casi, credo che entrambi dovresti iniziare a riflettere su queste modalità relazionali che non sono funzionali alla comunicazione e al modo di vivere il rapporto di coppia. Andrebbe anche compreso quando e come è iniziato questo vortice, a partire da quali accordi/patti/tabù. L'equilibrio in una relazione non è la pretesa di entrare nell'altro, non è intrudere in tutti gli ambiti della sua vita. Non è nemmeno, ovviamente, il mancato interesse per l'altro e l'assenza di condivisione. L'equilibrio nella relazione sarebbe, idealmente, la capacità di condividere tempi e spazi senza tuttavia perdere i propri confini. Bisognerebbe capire quanto siete disposti a comprendere voi stessi nella relazione con l'altro e quanto margine di cambiamento siete disposti a tollerare per venire incontro alle esigenze affettive l'uno dell'altro.
Fabiana

Fabiana Navarro Psicologo a Maddaloni

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15 APR 2023

Buongiorno
Mi sembra che i fatti parlano da soli.
Le consiglio dei colloqui con uno psicoterapeuta
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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15 APR 2023

Gentile Allie, è chiaro che la vostra relazione non la faccia stare bene, io partirei da questo. Lei ha delle esigenze che questa persona non riesce a prendere in considerazione. Lui ha un altro stile relazionale. Mi viene da chiederle come mai lei, che già nel passato ha avuto delle ferite, è andata proprio in cerca di una persona che in un certo senso non fa altro che riaprirle queste ferite, queste mancanze. Potrebbe esserle utile un percorso psicoterapeutico per chiarirsi i suoi bisogni e le sue modalità relazionali. Questo percorso potrebbe aiutarla anche ad affrontare la relazione con più lucidità ed efficacia, portandola a fare una scelta in merito al proseguimento o meno della frequentazione.
Auguri per il suo percorso.
Dott.ssa Elena Agio

Elena Agio Psicologo a Noventa Padovana

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15 APR 2023

Ciao, capisco che stai vivendo un momento difficile nella tua relazione. La prima cosa che ti suggerisco è di cercare supporto e aiuto per te stessa, attraverso una terapia individuale. In questo modo, potrai esplorare le tue emozioni, i tuoi bisogni, le tue aspettative e i tuoi limiti, e trovare il modo migliore per prenderti cura di te stessa in questa situazione. In ogni caso, non prendere decisioni affrettate o basate su emozioni forti, ma cerca di valutare la situazione con attenzione e di prendere la decisione giusta per te.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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