Salve a tutti, sono nuova del forum anche se leggo spesso quà e là...Mi sono accorta di aver postato in precedenza il mio quesito nella categoria sbagliata e quindi provo a riproporlo qui.
Ultimamente la mia vita è un disastro...ho avuto tanti problemi legati all'amore (matrimonio finito) e anche diverse problematiche lavorative e familiari...Probabilmente a causa di tutto questo stress e tensioni ho iniziato a soffrire di ansia e attacchi di panico e così ho iniziato ad andare da uno psicologo. Mi è piaciuto da subito e mi sono trovata a mio agio a parlare con lui. E' un tipo giovane ma molto professionale (forse troppo). Mi sono fidata di lui riuscendo pian piano a confidargli cose molto intime e profonde e fin qui tutto bene. Il fatto è che lui in seduta è molto dolce e disponibile, sembra realmente interessato a capirtI e ad aiutarti e c'è una bella empatia tra noi (o almeno è quello che credevo io)...ma quando finisce la seduta diventa moooolto distaccato, quasi freddo. Ora so perfettamente che è giusto che sia così e non ci può essere nulla di amichevole tra paziente e terapeuta ma a me questi giorni stanno nascendo un sacco di dubbi. Mi aveva detto di scrivergli determinate cose per me difficili da affrontare in terapia e così mi sono fatta coraggio e sono riuscita a scrivergli veramente di me, delle mie sofferenze e della crisi profonda che sto attraversando. Gli ho dato questa lettera diciamo a fine seduta e abbiamo fissato un appuntamento tra un paio di settimane. Arrivo al nocciolo della questione...è normale da parte mia aspettarmi di ricevere un suo messaggio dopo che ha letto quello che ho scritto? Non è mio amico d'accordo lo so e non è il suo ruolo, però avevo tanto bisogno e mi aspettavo almeno un piccolo piccolissimo conforto tipo "stai tranquilla, affronteremo tutto nelle prossime sedute" o qualcosa del genere. Invece silenzio più assoluto. All'improvviso mi sembra che quel suo essere tanto comprensivo e disponibile in seduta sia solo un ruolo che recita, perchè se sei davvero in relazione con i tuoi pazienti e senti davvero il loro dolore magari dovresti anche capire quando hanno bisogno di una pacca in più, no?Insomma lo so che probabilmente ne parlerà con me fra due settimane ma io sto male adesso e un piccolo conforto mi serviva adesso, sbaglio? Ho un pò perso fiducia in lui...forse gli interessa solo l'onorario...scusate se mi sono dilungata e grazie a chi vorrà dirmi la sua!!!
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10 NOV 2018
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Melissa,
lei dice che il suo terapeuta a fine seduta diventa freddo e distaccato ma occorrerebbe sapere precisamente cosa lei si aspetta che invece non accade.
Se il terapeuta le ha detto che certe cose per lei difficili da dire le può anche scrivere (cosa che lei ha fatto lasciandogli lo scritto a fine seduta precedente), è probabile che abbia intenzione di leggerle e commentarle nel corso della prossima seduta e quindi che non le abbia nemmeno ancora lette e forse per questo motivo non le ha inviato alcun messaggio.
Per altro non si capisce il motivo per cui tale seduta è stata fissata tra due settimane quando la cadenza delle sedute è, di prassi, settimanale.
Comunque, di tutto ciò e di altro che non le sia chiaro è preferibile parlarne direttamente con lui in seduta al fine di non perdere il rapporto di fiducia che si era creato.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
11 NOV 2018
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Melissa,
la psicoterapia è il luogo giusto per affrontare e capire i nostri problemi ed il nostro modo di sentire. Non esistono emozioni giuste o sbagliate; dobbiamo solo imparare di ascoltarle tutte e capire il loro significato. Non aver paura a parlare con il tuo terapeuta del malessere che stai provando nell'aspettare una reazione da parte sua. Vedrai che insieme riuscirai capirai qualcosa in più su te stessa.
Per qualsiasi dubbio non esitare a contattarmi.
Un abbraccio
9 NOV 2018
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno Melissa,
io credo che forse la cosa più opportuna sarebbe parlarne direttamente con il suo psicologo, comunicando ciò che sente rispetto al non aver ricevuto un messaggio che invece lei si aspettava arrivasse.
Ovviamente non conosco la sua storia, ma le capita mai, anche aldilà di questa situazione, di avere aspettative - non dette- verso l’altro e magari
di non comunicare poi la sua delusione?
Discuterne con il suo terapeuta potrebbe aiutarla e magari questo episodio potrà tornare utile anche per lavorare insieme su ciò che è successo e per ripristinare l’alleanza terapeutica.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Valeria Fregoni
9 NOV 2018
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Melissa, non so se ha letto la mia risposta precedente sulla sua introversione. Ma trovandomi qui rispondo anche a questo. Dunque noi psicologi dobbiamo stare molto attenti prima di esprimere un giudizio negativo su un/una collega. E' il codice deontologico degli psicologi italiani ad imporlo. A proposito, le consiglio vivamente di leggerlo, lo trova facilmente digitando le parole su Google. Noi dovremmo informare ogni persona che viene da noi della sua esistenza. Può rendersi conto lei stessa, leggendolo, se il suo terapeuta lo rispetta o no. Se posso esprimere la mia opinione, lo scrivere lettere al terapista è una tecnica usata in alcune Scuole di psicoterapia, ma personalmente non la condivido molto. Per prima cosa non penso utile costringere le persone a perdere troppo tempo. In secondo luogo penso che il soggetto debba trovare il coraggio, nei tempi e nei modi che preferisce, di raccontare le questioni cruciali. Se non riesce a farlo, forse c'è un problema col terapista stesso. Riguardo alla possibile risposta, a mio parere è una pretesa eccessiva. Se dovessimo ogni giorno rispondere a una o più lettere, sarebbe una aggravio insostenibile al nostro già impegnativo lavoro. In ogni caso è importante che questo, ed altri punti, siano chiariti in seduta da subito. Spero di averle risposto chiaramente
dr. Leopoldo Tacchini