psicologa abusante cosa fare

Buongiorno. La mia questione riguarda una possibile segnalazione all'ordine degli psicologi di un comportamento abusante da parte di una professionista. Sono una donna lavoratrice. Ero in terapia da un anno per una storia di abuso emotivo che mi ha isolata e depressa. In palestra vengo avvicinata da una compagna di corso, che mi chiede se avessi avuto disturbi alimentari da adolescente, le dico sì, che è vero, chiedo come fa a saperlo, mi dice che è un medico. Scopro che è psicologa, non medico, e affascinata dalla sua individuazione esatta della ferita, chiedo di parlare con lei e lascio la mia terapeuta. Ha 40 anni più di me, ma instauriamo subito una confidenza, tra la terapia e l'amicizia, che inizialmente mi fa bene: diretta, intelligente, con una componente spirituale ma anche molto pragmatica che mi aiuta. Ci vediamo al bar per parlare, altrimenti lei è solita lavorare per chiamata. Le racconto tutto di me, e lei sembra sapere già, ha un'intuizione formidabile. Non mi fa pagare nonostante io mi offra di farlo. Mi racconta molto di lei, dei suoi pazienti, e io ammaliata, mi apro completamente. Gradualmente svela dei dettagli strani, una denuncia precedente per procacciamento pazienti, un lato di se giudicante e poco empatico verso le persone che ha in cura, auto lodandosi spesso, ma non ci do molto peso, perché con me è "buona". Tanto che decide di trascorrere con me una parte delle sue vacanze estive, dove però ogni giorno mi "analizza" ad alta voce, anche davanti ai miei, e comincia ad offendermi e colpevolizzarmi giornalmente per i miei difetti psicologici o comportamentali, per il mio rapporto con mia madre, fino a giudicarmi per stupidaggini come avere la borsa piena di roba o un taglio di capelli che non le va a genio. Queste offese però fanno leva sul mio desiderio di essere una donna adulta come lei, e le do ragione. Ma il rapporto pian piano si capovolge. Inizio ad sentire dissonanza cognitiva e mi sento spesso colpevole di averla delusa. Ogni giorno non so mai quando e per cosa mi attaccherà la prossima volta. Un giorno in particolare lei rivanga la mia infanzia in modo sprezzante ma dicendo delle verità dolenti e io mi metto a piangere a dirotto, lei dice che non sopporta la manipolazione del mio pianto, che non vuole scenate, mi spinge contro una sedia per farmi smettere, io mi nascondo sotto il letto istintivamente per non essere aggredita e lei mi tira fuori e mi da della isterica, dicendo che mi manderà dagli psichiatri per sedarmi. Io non so cosa fare e mi vergogno di parlarne con chiunque. Conosce mia madre, ma lei prova subito molta ostilità verso mia madre. Ci lasciamo però pacificamente ad agosto, ci mandiamo alcuni messaggi normali, dopo qualche giorno in una chiamata partita in modo assolutamente pacifico, sbotta dicendo che io devo lasciarla stare, che a causa dei miei pianti ha mal di pancia, tachicardia, che ha sognato che la volessi ammazzare e cose simili. Io mi colpevolizzo per un mese intero, cado in uno stato depressivo e cerco, tornata in città, un dialogo per capire come frequentare la palestra in santa pace e come discolparmi. Ma lei mi insulta dandomi del pidocchio, della isterica, mi dice che non vuole parlare con me e mi accusa di perseguitarla, mi blocca sul telefono e in palestra dice davanti a tutti cose come "sono contenta tu abbia salutato quella ragazza, così fai amicizia con lei e mi lasci libera", umiliandomi e provocandomi ancora il pianto e poi colpevolizzandomi del pianto stesso. Io in tutto ciò sono immobile. Sa che io sono legata a lei e che sa tutto di me, tutte le mie ferite e debolezze. Adesso mi ha emarginata completamente, dice, a causa dei miei pianti,( che lei stessa ha provocato) chiamandole "scenate", continua a provocarmi da lontano attraverso gruppi whatsapp della palestra, facendomi vedere che ora esce con altre del corso, cosa che non aveva mai scritto prima d'ora in pubblico. Io sono molto confusa, trovo difficile rialzarmi, accettarmi, trovo difficile anche pensare che sia maligna, ho paura di lei, che mi stia diffamando come faceva con altre persone, che affascini altri con l'iniziale simpatia che ha usato con me, mentre a me non rivolge il saluto. Ho paura perché una volta mi ha raccontato di un paziente con cui ha tagliato i ponti perché aveva paura si suicidasse a causa sua, e io a volte penso abbia tagliato i ponti con me perché secondo lei potrei suicidarmi anche io. Io mi sento molto impotente, confusa, nonostante cerchi di rimanere vigile, ho spesso l'ansia e l'insonnia. Ho paura per me e per le persone che lei cura e di cui diffonde dettagli privati, ora credo possa dire in giro i miei. Non riconosco bene il mio stato mentale. Non so se in questi casi è possibile presentare un esposto all'ordine degli psicologi o se non ci sono le condizioni. Vi ringrazio se è possibile aiutarmi a capire qualcosa in più.