Piango ogni volta che sono sola

Inviata da Ele · 3 giu 2020 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni e sono in generale una tipa solare, sorridente, ho amici che mi vogliono bene e che ci sono. 2 anni fa é stato diagnosticato un linfoma a mio padre che era un uomo molto sportivo e lui questi non lo ha mai accettato, ha avuto una depressione molto forte e si é suicidato un anno e mezzo fa. Nonostante fossimo molto legati in un primo momento non ho sofferto molto, il mio ragazzo é venuto a stare da me quell’estate e tutti i miei amici erano sempre accanto a me. Non mi sento sola in mezzo agli altri, invece ogni volta che sono da sola ( in casa, in macchina, prima di andare a dormire) e non ho attività da svolgere mi viene sempre da piangere ma non so perché. Mi preoccupano un po’ tutte le attività e le responsabilità di cui mi sono dovuta prendere carico dopo la sua morte ma non so se c’entrano. Lo scorso anno sono stata in erasmus, avevo molto più tempo libero, e ogni volta che mi trovavo in camera mia da sola iniziavo a piangere disperatamente quindi mi imponevo di uscire il più possibile. Piango quando non ho niente da fare e sono sola principalmente e non capisco il perché.
Vi ringrazio anticipatamente per questo sfogo e vi auguro una buona giornata.

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Miglior risposta 4 GIU 2020

Buongiorno Ele, non le nascondo che leggere le sue parole mi ha fatto provare molta tenerezza. La malattia, la depressione e infine la morte per propria mano di suo padre sono eventi molto dolorosi. Non è passato molto tempo e lei si ritrova, quando è da sola, a contattare il dolore, che riemerge senza che lei lo voglia e che ha bisogno di essere visto, riconosciuto e pianto, finchè ce n'è. Le emozioni suscitate dalla morte così tragica di una persona a cui lei era molto legata sono complesse, forse confuse, contrastanti e sbrogliare la matassa, insieme a qualcuno che sappia ascoltarla pazientemente e con calore, potrebbe aiutarla a passare attraverso questo dolore non solo con le lacrime ma anche con la possibilità di dare un senso a quello che è accaduto e alle conseguenze che ha avuto su di lei, Ele.
Un caro saluto
Dott.ssa Franca Vocaturi

Franca Vocaturi Psicologo a Torino

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5 GIU 2020

Cara Ele,
Quello che racconti è molto doloroso. Devi essere una ragazza forte per ricostruire tutto e prenderti tante responsabilità dopo questa perdita.. eppure abbiamo delle fragilità,anche se facciamo di tutto per mantenere una stabilità tutti noi perdiamo l'equilibrio. Per esempio,tuo padre era uno sportivo,gareggiava,competeva probabilmente..come tutti gli sportivi.. e poi è piombato in quello stato depressivo,si è sentito forse disarmato e sconfitto. Credo che tu abbia fatto ciò che potevi e le persone che ti sono state vicine ti hanno aiutata a non pensare. Ma arrivano momenti in cui siamo soli con noi stessi e lì nessuno ci distrae dal nostro dolore. Hai bisogno anche tu di elaborare tutto questo e che qualcuno ti aiuti a prenderti cura della tua sofferenza, parlandone non solo distraendoti.
Dott.ssa Comi

Dott.ssa Gabriella Comi Psicologo a Reggio Calabria

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4 GIU 2020

Buonasera.
Immagino quanto possa essere dolorosa la sua esperienza. Spesso per sopperire a un tale dolore ci si immerge in mille attività affinché la mente possa smettere in qualche modo di pensare, però vede è essenziale prendersi cura dei propri vissuti emotivi ed elaborarli, per poter affrontare le angosce che lei pone in atto.
Non si preoccupi di restare sola con le parti più piccole di lei, quelle più fragili che richiedono un'attenzione ed una cura in più.
Ha mai pensato di chiedere un supporto psicologico per potersi prendere cura di questa parte molto delicata della sua persona, e sentirsi più contenuta e meno sola?
Se ha bisogno sono a disposizione.
Dott.ssa Maria Cristina Gentile

Dott.ssa Psicologa Maria Cristina Gentile Psicologo a Vomero

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4 GIU 2020

Buongiorno Ele.
Lei ha subito una perdita importante, in un modo innaturale. Un dolore che sembra portarsi dentro e che si manifesta ogni qual volta si ritrova da sola con i suoi pensieri. Quando si vive un lutto le reazioni possono essere diverse, lei in un primo momento riferisce di non aver sofferto molto, probabilmente perché la vicinanza di fidanzato e amici che le sono stati di grande supporto, ma probabilmente non è riuscita ad elaborare la sua perdita. Il fatto che si ritrovi a stare bene solo insieme agli altri, cioè quando si "distrae", è un modo per celare e distanziarsi dalla sofferenza che la accompagna. Le potrebbe essere di aiuto richiedere la consulenza di qualcuno che potrebbe favorire l'elaborazione della perdita e di accogliere le emozioni che la pervadono.
Disponibile per eventuale consulenza.
Saluti, Dott.ssa Francesca Ferraro

Dott.ssa Francesca Ferraro Psicologo a Pontassieve

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4 GIU 2020

Cara Ele, mi dispiace per la perdita dI suo padre alla sua età e nel modo in cui è avvenuta.
Penso sia stata molto forte e capace di gestire il momento grazie anche all'Affetto del tuo ragazzo e dei tuoi amici. però, FORSE QUELLO CHE TI SUCCEDE quando sei sola, denota che non sei riuscita ad elaborare la perdita di tuo padre, e la cosa ti fa sentire sola, senti la sua mancanza. Ti suggerisco un percorso terapeutico che ti possa accompagnare a rivisitare il tema del lutto, dei ricordi del passato per dargli uno spazio alla tua mente ed al tuo presente così da sentirti più serena e competente nell'affrontare la vita, anche in quei momenti o per tutte quelle esperienze che dovrai affrontare da sola.

Spero che tu possa stare meglio, resto a disposizione per altri dubbi se vorrai
un saluto
Drssa Giorgi

Drssa Giulia Giorgi Psicologo a Viareggio

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4 GIU 2020

Buongiorno,
la perdita di suo padre è stata sicuramente dolorosissima e straziante. Ha cercato di reagire fin da subito, infatti dice di non aver sofferto molto, ma per queste cose bisogna darsi del tempo. Elaborare un lutto, soprattutto di un affetto così grande, è sempre un processo faticoso e lungo e ognuno di noi lo vive a modo proprio. Sicuramente quando non si tiene impegnata riemergono emozioni, vissuti, il senso di vuoto, di solitudine, il dolore e tanto altro. All'inizio ha cercato di reprimere tutto ciò ma quando è sola e tutto intorno il mondo tace, tutte le emozioni che ha dentro riemergono. Potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta che possa sostenerla e aiutarla in un momento così difficile e delicato.
Un caro saluto. Dott.ssa Aiello.

Dott.ssa Sofia Aiello Psicologo a Selargius

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4 GIU 2020

Cara Ele, l'esperienza che descrive è un Trauma che per essere accolto e superato richiede l'accettazione della Parte Traumatizzata e sofferente. Le strategie di evitamento alla lunga non fanno che peggiorare le cose. Se c'è una parte che non ha ancora elaborato il lutto, bisogna riconoscerla e condividerne il dolore. Altrimenti continuerà a piangere ogni volta che potrà (sfruttando i momenti in cui socialmente Lei non è esposta), ma sarà pur sempre un pianto inascoltato che aumenta la sensazione di un dolore senza senso ed inaccettabile. In psicoterapia riusciamo ad agevolare l'elaborazione di un Lutto Bloccato. Potrebbe essere un opportunità. Cordialmente.

Dott. Ivano Ancora Psicologo a Torino

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4 GIU 2020

Gentile Ele,
mi dispiace molto per la propria perdita subita, un padre è una figura importante a qualsiasi età. Lei sembra aver reagito apparentemente in modo tranquillo i primi tempi al lutto paterno, aveva molte persone accanto che la supportavano; tuttavia è poco consapevole della parte affettiva, piange quando è sola in modo automatico. Ciò denota forse che il lutto non è stato elaborato completamente, uno spazio per se stessa in cui accogliere queste emozioni sarebbe necessario e proficuo.
Resto a disposizione per informazioni,
i miei migliori auguri
dr.ssa Costa

Studio Psicologia e Benessere Psicologo a Rezzato

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4 GIU 2020

Gentile Ele,
il pianto è la manifestazione di un dolore che mi sembra si manifesta quando è sola e a cui risponde con il fare, l’imporsi di Uscire.
Forse cerca di allontanarsi da vissuti emotivi che reprime e l’essersi ritrovata a vivere un esperienza dolorosa, di perdita e di assunzioni di responsabilità. Un aiuto psicoterapeutico penso le sarebbe di aiuto per intercettare, elaborare quello che sfugge alla sua comprensione.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia

Dott.ssa Elisabetta Ciaccia Psicologo a Milano

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4 GIU 2020

Buongiorno Ele, in questo momento della Sua vita il pianto è una reazione fisiologica che, sganciata dal contesto in cui avviene e dal significato affettivo che porta con sè, diviene qualcosa che accade, al di fuori del Suo controllo, in modo apparentemente "insensato". Lei sa solo che avviene quando è da sola, ma non sa perchè. E' un modo in cui comprende che "qualcosa non va"; ma non sa cosa. Per comprendere cosa accade è necessario restituire al pianto un senso e un significato, che si ritrovano solo nella Sua storia di vita e nei contesti in cui avviene. Ecco perchè Lei fa molto bene a ricercare una ricorrenza negli episodi: avviene ogni volta che è sola. Ci sono altri aspetti caratteristici? Avviene ogni volta che è sola, o soltanto a volte? Cosa fa quando sta così? Cosa La fa stare meglio? Ecc. Esaminando i singoli episodi emerge il senso scotomizzato della tristezza, il cui aspetto "fisiologico" è l'unico che resta quando il significato è "Nascosto". Serve quindi un'analisi più approfondita dei Suoi modi di essere nel mondo, della Sua quotidianità, di Chi era Lei prima che cominciasse tutto questo, di cosa vuole fare della Sua vita. All'incrocio di tutto questo, troverà il Suo senso. Valuti di rivolgersi a un terapeuta che La aiuti in questo percorso, ha una giovane età e sarebbe importante risolvere la situazione per stare meglio e riprogettarsi con fiducia nel futuro. A disposizione, cordialità. DP

Dott. Daniel Michael Portolani Psicologo a Brescia

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4 GIU 2020

Buongiorno Ele. Forse nella sua domanda c’è già parte della risposta. Perchè ogni volta che è sola le viene da piangere? Forse perché si sente sola. Si sente sola perché ha perso suo padre, si sente sola forse perché non può condividere con altri questo dolore. Quando ha cose da fare ed è tra i suoi amici non si sente così. Ma ha una amica con cui essere triste? Perchè a volte non abbiamo solo bisogno di persone che ci vogliono bene e che stiano con noi mentre occupiamo il nostro tempo e i nostri pensieri con cose da fare. A volte abbiamo bisogno di essere tristi, e abbiamo bisogno di qualcuno che stia con noi mentre semplicemente siamo addolorati per chi si è perso. Che si prenda cura di noi anche senza far nulla, essendoci, ascoltando, fermandosi insieme a noi che ci siamo fermati. Abbiamo bisogno che ci sia qualcuno per noi nella tristezza. E solo dopo, dopo le lacrime, che ci sia nelle cose belle che ancora ci sono nella propria vita. Ha bisogno di qualcuno di fidato in entrambi i momenti.
E forse ha bisogno di parlare di suo padre Ele. E ha bisogno di parlare di se stessa. Ha davvero bisogno di fermarsi ogni tanto e di non fare nulla, ma di farlo senza essere sola. Di farlo in un posto protetto. Ne parli con una/o psicologa/o. E ne parli con almeno un amico che senta particolarmente vicino.

Dott. Antonino Puglisi Psicologo a Torino

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