Paura di non trovare mai una persona che sappia amarmi come la amo io

Inviata da Rita · 21 gen 2018 Terapia di coppia

Buonasera, sono una ragazza di 28 anni. Per descrivere a fondo i motivi del mio umore spesso malinconico forse servirebbero giorni, ma, in breve, la ragione principale è che non sono mai riuscita a stabilire con l'altro sesso una relazione più lunga di quella che può essere una frequentazione di 2/3 mesi. Nell'unica circostanza in cui mi sono davvero innamorata per la prima volta e, a soli 27 anni, ho dato il primo bacio (e solo quello...), ho capito quanto è bello e gratificante per me poter dare e ricevere affetto e dolcezza da una persona particolare. Formalmente per un cambio lavoro e trasferimento, ma praticamente perché doveva esserci qualcosa che, dal suo punto di vista, non andava, la cosa con questa persona è finita dopo pochi mesi. Ci ho messo circa un anno per avvicinarmi ad un altro ragazzo che, dopo qualche tempo, sempre per lavoro si è dovuto trasferire. Per un po' me la sono presa con la sfiga, ma la sfiga da sola non può fare tutto questo...almeno spero. So di non essere una brutta ragazza, sono socievole, ho un lavoro, un gran gruppo di amici con i quali sto benissimo...ma manca sempre un pezzettino. In generale piaccio ai ragazzi che non mi piacciono, mentre quelli che mi piacciono (purtroppo molto pochi) all'inizio ricambiano con tanta motivazione e poi all'improvviso qualcosa cambia. La spiegazione data tra le righe una volta è stata che, in soldoni, sono troppo seria. A mio avviso se ti piace veramente una persona, la sua serietà non può impedirti di starci insieme, per questo l'ho ritenuta più una scusa data a se stesso che una motivazione fondata. Piuttosto credo semplicemente che, in entrambi i casi, non sono piaciuta abbastanza e questo è forse il mio altro problema, non essere cioè in grado di accettare il rifiuto forse per un malinteso senso dell'infallibilità. Sicuramente il fatto che sia stata sempre un po' "esigente" non ha aiutato, ma non riesco a farmi piacere gente a comando...ci ho provato ed è andata male. Solo che mi demoralizza il pensiero di non riuscire a mantenere un rapporto con quelle poche persone che, ho percepito, mi fanno stare bene e che, almeno all'inizio, sembravano stare bene con me. Oltretutto con chiunque al di sopra dei 40 anni mi trovi a parlare, la risposta che ricevo è sempre "ma sei scema? hai 28 anni?? non puoi fare ora questi discorsi!"...eh ho capito, ma io penso che se intervistassimo un milione di 28enni nel mondo non sarebbero tante quelle che non hanno mai avuto un ragazzo e tutto quello che questo comporta. Il che aggrava la situazione...e via col circolo vizioso.
Ma dove sbaglio, mi chiedo io?? Che dovrei fare?

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Miglior risposta 22 GEN 2018

Cara Rita,
la situazione che descrive e la narrazione dei suoi vissuti meriterebbero di essere trattati in uno spazio più consono e adeguato, tuttavia, pur non potendo darle dei suggerimenti mirati, le lascio qualche spunto di riflessione che mi auguro possa tornarle utile. Nelle relazioni è sicuramente importante mettere in gioco la propria persona tenendo fede e rispettando quelle che sono le nostre inclinazioni, esigenze e necessità. Tuttavia è anche di fondamentale importanza poter constare se queste esigenze e necessità che portiamo all’interno della coppia sono fortemente caratterizzate da delle rigidità che possono avere molteplici cause ed effetti, rigidità che possono impedirci di andare incontro a quelle che sono le caratteristiche dei nostri partner impedendoci di trovare un punto d’incontro fondamentale per il benessere e per il sano mantenimento della coppia. Mi sentirei quindi di sottolineare quanto lei faccia bene a tener fede a quelle che sono le sue caratteristiche personali e alle sue inclinazioni, ma allo stesso tempo la inviterei a chiedersi se pensa di poter individuare degli elementi della sua persona che le appaiono come limitanti e su cui sarebbe necessario iniziare un lavoro di consapevolezza. In ogni caso le consiglierei di rivolgersi ad un professionista della sua zona per iniziare un lavoro che possa permetterle di analizzare meglio i suoi vissuti e le sue caratteristiche e, di conseguenza, agire in un modo a lei più funzionale.

Cordialmente,
Dott. Colamonico Damiano

Dott. Damiano Colamonico Psicologo a Torino

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