Partner depresso mi ha lasciato
Buonasera,
scrivo perché ho avuto per circa due anni una relazione con una ragazza che soffre di depressione, diagnosticata più di due anni prima del nostro incontro; in questo periodo, circa quattro anni di terapia (dalla seconda metà del 2019), è sempre stata seguita da psicologa e psichiatra. In questi ultimi due anni i momenti no causati da questo disturbo ci sono ovviamente stati ma mi sembra di poter affermare che non sono mai pesati come un macigno sul nostro rapporto, anzi, tutt’altro, le dinamiche tra di noi erano molto belle nonostante prima di conoscermi fosse appena uscita da una relazione, definita molto tossica da lei, di circa 2 anni (iniziata ad inizio 2020). Ricercando su internet quelle che sono le caratteristiche di una persona depressa in essa logicamente le ritrovo tutte e, a fasi alterne, in questi due anni si sono verificate pressoché tutte.
Scrivo perché ad ottobre/novembre dello scorso anno è avvenuta una pausa brevissima (pochissimi giorni) chiesta da lei in quanto, a detta sua, “non mi amava come avrei meritato” e motivazioni simili; ci tengo a precisare che poi la situazione è rientrata subito con lei che si è avvicinata nuovamente a me in quanto ha ammesso di essere stata confusa e sopraffatta da alcuni eventi della vita, finendo per tirare in ballo anche la nostra relazione che in realtà non aveva nessun problema. La situazione ora si è riproposta pochi giorni fa, con lei che ha deciso di chiudere il rapporto con motivazioni per un certo verso simili alla situazione precedente, quali “non sono più felice prima” e “non provo più gioia come prima”, pur ammettendo che tutte le emozioni non sono a zero ma nemmeno come all’inizio. Io sono particolarmente confuso in quanto, in questi due anni, mi sembra di aver imparato a riconoscerla, almeno in parte, quando lei stesse male per colpa della depressione e ad ottobre/novembre i segnali di un suo possibile allontanamento erano più evidenti, mentre nell’ultimo periodo prima di questa interruzione si è comportata normalmente, magari non al 100% ma neanche dando evidenze come nella scorsa crisi; ci tengo a specificare che non è una persona che riesce a nascondere il suo stato d’animo, sia in privato che in pubblico, proprio per niente. Alla base della relazione c’erano delle solide fondamenta, con un’intesa pressoché totale nonostante fossimo diversi su alcune cose, hobby in comune ma anche hobby diversi che ci consentivano di vivere comunque le nostre vite individuali.
Nel momento in cui mi ha comunicato di voler interrompere la relazione continuava a dirmi di non volermi perdere perché perdermi l’avrebbe fatta stare ancora più male, tant’è che (ne stavamo parlando in macchina) al momento di andarsene è rimasta appoggiata alla portiera per un paio di minuti senza riuscire ad allontanarsi, per poi rientrare una volta ancora in macchina. Io sono abbastanza sicuro, per quanto abbiamo vissuto in maniera intensa questi due anni e per quanto ho imparato a conoscerla, che le difficoltà che ha nella vita, tra lo studio (si trova abbastanza vicina alla vita lavorativa e questo so che la spaventa) e tutto il resto (fa tante attività per distrarsi e per non studiare che secondo me però non riesce a godersi pienamente), abbiano inciso pesantemente ancora una volta su questa decisione. Com’è possibile allontanare una persona pur sapendo di star male al solo pensiero, pur sapendo che probabilmente non riuscirà mai a trovare una persona con un legame ed un’intesa così? Di esempi di comportamenti che stonano con la sua decisione ne potrei fare altri e per questo volevo chiedere se e quanto la depressione possa incidere sullo stato d’animo di una persona per portarla a confondere i suoi sentimenti ed allontanare una persona a lei molto vicina. Io non ho perso la speranza di riaverla con me, non so se sto sbagliando o meno, ma sono abbastanza sicuro che la decisione sia dettata ancora una volta da una serie di conflitti esterni alla relazione che poi ha riversato su di noi e a cui darei tempo per cercare di risolverli. Concludo chiedendo se è possibile riconoscere se la terapia intrapresa da ormai quattro anni sia quella sbagliata o meno.