Non capisco su cosa concentrarmi per comprendere l’origine dei miei problemi
Salve, sono una ragazza di 23 anni e premetto di aver già intrapreso (da poco) un percorso con una psicoterapeuta e psichiatra… tuttavia non mi dispiacerebbe avere altre opinioni riguardo la mia situazione, nonostante sia consapevole della difficoltà di poter comprendere appieno attraverso un semplice consulto online. Circa un anno fa sono uscita da una relazione di circa 6 anni, sono stata lasciata e ho sofferto molto nonostante probabilmente il sentimento da parte mia fosse finito e si trattasse forse di abitudine, il mio ragazzo era un punto di riferimento per me e una persona con cui sono praticamente cresciuta. Dopo neanche un mese mi sono avvicinata a un altro ragazzo circa 8 anni più grande di me, che avevo già notato precedentemente (nella precedente relazione fantasticavo spesso sull’avere storie con altre persone, spesso infatuandomi addirittura, cosa che nella nuova relazione non è mai avvenuta) e con cui ho vissuto 10 mesi intensi, pensando addirittura a progetti per il futuro, nonostante l’età e le nostre personalità totalmente opposte. Improvvisamente, circa 15 giorni prima della mia laurea, ho cominciato a dubitare dei miei sentimenti verso di lui, sviluppando ossessioni e pensieri che non mi lasciavano vivere serenamente. Ho cominciato ad avere crisi di pianto, dolori allo stomaco fino ad avere un vero e proprio attacco d’ansia in sua presenza… da quel momento, il buio più totale. Cominciavo a monitorare come mi sentivo, quello che provavo stando con lui (anche nell’intimità… ovviamente non riuscivo ad essere libera dai pensieri neanche in quei momenti, nonostante quel lato ci avesse sempre uniti particolarmente, addirittura mi tornavano immagini del volto del mio ex, anche se a lui non ci pensavo mai) e quando invece eravamo distanti addirittura mi fissavo sul provare a ricordarmi il suo viso (sentendo di non riuscirci andavo nel panico) o sul pensarlo nelle canzoni e frasi d’amore. Mi ponevo domande come: “se lui arrivasse qui adesso, come starei? Sarei felice?”. Questo era alternato a momenti in cui invece cercavo di evitarlo. Tutto questo mi ha sconvolta perché pochi giorni prima dell’insorgere di questi pensieri gli avevo addirittura fatto una scenata di gelosia (erano frequenti da parte mia).
Inizialmente gli chiedevo di starmi vicino perché non riuscivo più a godermi nulla (il mio 110 e lode mi ha lasciata quasi indifferente) e tra alti e bassi siamo rimasti insieme, finche la situazione non è diventata insostenibile perché ho cominciato a sentire una tensione allo stomaco anche vedendo una sua semplice foto, pensandolo o ricevendo i suoi messaggi (a volte nella mia testa appariva il pensiero di parlare con il mio ex e non con lui) e in sua presenza sentivo spesso la sensazione di dover evacuare o senso di gonfiore allo stomaco, giramenti di testa e malessere (forse ansia ?), anche dormire con lui (occasionalmente) mi era diventato difficile perché finivo per essere agitata nonostante fosse stato sempre bellissimo per me. Dall’inizio di questa situazione ho perso appetito (sono dimagrita di circa 10 kg in due mesi), sviluppato un sonno disturbato con incubi, aumentato il consumo di sigarette e del cellulare (soprattutto per cercare informazioni in rete), anche la cura della mia persona non è più come un tempo, in più nessun evento riesce a distogliermi da tutti i miei pensieri… nonostante io senta una costante irrequietezza e necessità di fare cose diverse pur di non fermarmi e sentire la mia sofferenza. Sono una persona tendente al controllo e al perfezionismo, ossessionata dal giudizio degli altri, tendo a preoccuparmi costantemente di aver potuto sbagliare qualcosa in pubblico o, se sono certa che questo sia avvenuto, spero nell’arrivo di un’altra preoccupazione che mi distolga da quella precedente, perché ognuna di esse è capace di prosciugarmi per giorni. Diciamo che voglio sempre essere la ragazza perfetta agli occhi degli altri.
Ho avuto nel tempo altre tipologie di ossessioni a cui però non ho dato mai peso (la paura di aver investito qualcuno senza accorgermene, pensieri di avere malattie gravi a causa di sintomi anche lievi, la convinzione che non facendo un’azione avrei provocato la morte di qualcuno o un brutto evento o che facendola avrei superato un esame ecc.., per un periodo sono stata ossessionata dal lavarmi le mani fino a provocarmi delle escoriazioni). Ho anche avuto alcuni attacchi di panico fino allo scorso anno (soprattutto in macchina, quando alla guida c’erano altre persone… oppure in situazioni con musica o rumori forti) Per questi miei tratti di personalità non riesco a comprendere se ci sia realmente un problema nella mia relazione (ho sempre focalizzato la mia vita sui rapporti sentimentali, nonostante la mia giovane età sono sempre stata fidanzata) o se il problema vada ricercato altrove e la situazione sentimentale sia quindi una conseguenza dei miei pensieri costanti su tutto. Oppure semplicemente non ero pronta per una relazione e ora ne sto pagando le conseguenze?
Sono mesi che ho finito di studiare e aspetto di andar via per la magistrale, le mie giornate sono praticamente vuote, senza un senso… ho perso la voglia di fare qualsiasi cosa, ho sviluppato addirittura la paura di distendermi tranquillamente sul letto, di vedere un film, di concentrarmi su altro… ormai è impossibile fare anche le cose più semplici perché mi tornano in mente i momenti in cui facendole sono stata male… sono come bloccata in un loop da cui non riesco a uscire… ansia, tristezza, continue domande, dubbi continui sulla mia scelta di interrompere una relazione che sembrava perfetta. Mi tornano spesso sensazioni o immagini del passato, anche insignificanti… a cui non riesco a dare una spiegazione. Forse rimpiango i tempi felici? Ricordo di aver sempre desiderato di rimanere piccola e forse ora che è il momento di crescere davvero (anche per la sua età e dunque esigenze diverse) sono nel caos più totale.
O ancora: forse mi sono realmente disinnamorata ma non lo accetto perché riconosco il valore della persona? Non voglio accettare il fallimento di questa relazione perché ne sono “responsabile”?
Non so più su cosa concentrarmi per capire cosa non vada in me, so soltanto che il tutto si placa quando è ora di andare a dormire e so che un’altra giornata è finita. Anche se c’è l’ansia di quella che verrà, quasi sempre uguale a quella finita.
Ringrazio chi avrà la pazienza di leggere e di rispondere, so che le questioni riportate sono molte… ma anche una semplice parola potrebbe essermi d’aiuto.