Innamorata e sofferente
Buonasera, non so nemmeno se questo è lo spazio giusto in cui parlare del mio problema ma vorrei provarci comunque: premetto di essere una studentessa universitaria di 24 anni, che da all’incirca 5 mesi è in cura da uno psicologo 40enne: persona deliziosa, dolce e molto capace.
Ho cominciato la terapia per problemi di eccessiva ansia e ipocondria, una situazione familiare a dir poco disastrosa che ha lasciato tante ferite dentro me: due genitori narcisisti (separati da 7 anni e in una guerra che non avrà mai fine) a cui sono io a fare da genitore: una madre con forte esaurimento e manie di persecuzione; un padre immaturo, incapace di esprimere amore e materialista; altri familiari problematici e sofferenti che non sto qui a soffermarmi ma vi posso davvero assicurare che siamo una famiglia(passatemi il termine ma penso sia il più adatto)“scoglionata”.
A tutto ciò sommiamo anche la mia affettività completamente sballata e questo mio forte bisogno che il mio psicologo mi possa salvare o comunque portare via dalla mia condizione in quanto nonostante io ci provi, da sola non riesco e neanche il mio fidanzato con cui convivo da 5 anni (anche lui con problemi di fobia sociale, forte insicurezza e depressione) riesce più a sostenere la mia situazione e a supportarmi al 100%.
Ma il problema che vorrei oggi sottoporvi è questo: quasi da subito, ho provato e provo tutt’ora dei forti sentimenti d’amore, se così mi consentite di chiamarlo, nei confronti del mio psicologo..sentimenti che gli ho immediatamente confessato alla nostra terza seduta con determinazione.
Lui mi ha quindi prontamente risposto(cosa che io sapevo già in quanto non appena ho iniziato a provare queste sensazioni mi sono documentata) che si trattava di transfert e non di un amore reale, che tra noi non sarebbe mai potuto accadere nulla, che mi sarebbe passato tutto con il tempo e ha davvero cercato di trattare la cosa nel modo più professionale possibile ribadendo più volte il fatto che a lui poco importava se io ero innamorata o meno perché appunto non si trattava di una cosa realizzabile.
Ad oggi però devo dire che non mi è passato proprio un bel niente e nonostante io abbia letto qualsiasi libro, forum, articolo, visto qualsiasi film, serie televisiva e video rigurdante questo maledetto “transfert”, mi ritrovo in una situazione dalla quale non riesco a venire a galla:
Penso a lui davvero troppo spesso, è come se fosse diventato il centro del mio mondo; vorrei sempre esprimere questo mio amore per lui in seduta ma mi accorgo di rimanere comunque insoddisfatta dalle sue reazioni e risposte; ho qualsiasi tipo di fantasia su di lui; mi offendo per attenzioni che bramo ma che non ricevo( es. piccole dimenticanze nelle mie vicende raccontate ad esempio nelle sedute precedenti); mi sono allontanata quasi del tutto dal punto di vista sessuale con il mio ragazzo poichè non penso a nessun altro uomo all’infuori del mio psicologo e sapere e dover sentirmi dire da lui che il mio amore non sarà e non potrà essere mai ricambiato mi spezza il cuore.
Ci tengo a precisare che il mio psicologo non ha mai avuto comportamenti ambigui o non professionali nei miei confronti ma vi descrivo comunque il nostro rapporto per darvi un quadro completo della situazione: a inizio e fine seduta ci diamo 2 baci sulla guancia per salutarci, a volte ci abbracciamo(specialmente quando gli argomenti affrontati in seduta sono particolarmente difficili), mentre parlo è capitato che lui mi sfiorasse la mano, il braccio o la gamba, è capitato anche che mi facesse complimenti e devo ammettere con vergogna che quando succedono tutte queste cose (che sono effettivamente briciole) io non faccio altro che sciogliermi ancora di più dovendo però assolutamente trattenere le mie reazioni.
Attenzione, non dico assolutamente che il mio psicologo non mi aiuti o non mi abbia aiutato con i miei problemi in questi mesi ma spesso sento più la necessità ad andare in seduta per vederlo e sapere come sta più che per la terapia vera e propria.
Ho cercato più volte di non pensare a lui, di svagare la mente, di concentrarmi sui miei impegni e sullo studio, di pensare razionalmente...ma è come se questa cosa fosse ormai più forte di qualsiasi ragione e non riesco ad avere più nemmeno il controllo dei miei stessi sogni/incubi che sono il più delle volte incentrati su di lui.
Per questo motivo sto iniziando a pensare seriamente di porre fine alla terapia con lui(naturalmente parlandogli di tutto questo in seduta), ma se da una parte penso potrebbe forse essere la scelta giusta, dall’altra anche solo il lontano pensiero mi fa salire un senso molto forte di nausea e mi fa stare davvero male anche solo pensare di non rivederlo più, di sapere che lui non ci sarà più per me e che quando mi capiterà qualcosa non potrò più parlarne nel mio “luogo protetto” con lui che ad oggi è una delle pochissime(per pochissime intendo 2 insieme al mio ragazzo) persone che mi capisce e mi conosce davvero.
Allo stesso tempo peró ho paura che andando avanti così io possa proseguire e alimentare le mie illusioni e queste ridicole attese tra una seduta e un’altra con lo stesso umore di una 15enne infatuata.
Cosa ne pensate di questa situazione e quali consigli mi date su come affrontarla?Dico sul serio, è davvero una delle cose più difficili che io abbia mai dovuto affrontare(e la mia vita non è mai stata rose e fiori)...per questo sto cercando una via per farmi il meno male possibile e per non offendere o far rimanere male lui anche se sono consapevole del fatto che è una situazione complessa e che da 4 mesi mi sta frustrando eccessivamente... vuoi per il senso di colpa nei confronti del mio fidanzato, vuoi per l’impossibilità della relazione “fuori dai limiti”con il mio psicologo, vuoi per il fatto che penso i miei sentimenti siano sporchi, inadatti e sbagliati.
Certa di non essere giudicata, mi scuso per la lunghezza del testo e vi ringrazio anticipatamente