Lavoro in un'azienda multinazionale. Credo di avere maturato profonde capacità tecniche che mi aiutano ad affrontare efficacemente, e con una buona dose di eclettismo, ciò che mi viene richiesto; abitualmente svolgo le mie attività con un agile approccio al problem solving, aspetto che, pur non essendo comune tra i miei colleghi, viene sminuito, se non addirittura ignorato, dal mio datore di lavoro con il quale ho rapport diretti. Ho l'impressione che l'azienda non abbia intenzione di riconoscermi un adeguato riscontro economico e di crescita, in quanto, forse, sono io a sbagliare qualcosa. In questi casi, quali sono gli errori più comuni che il lavoratore, poco valorizzato, commette?
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10 AGO 2016
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Andrea, se Lei ci ha scritto, vuol dire che è disposto a mettersi in gioco.
È probabile che i responsabili dell'azienda non siano persone meritocratiche, ma è anche probabile che il fatto di essere riconosciuto come "speciale" sia un suo personale bisogno.
Le persone con questo problema le può trovare descritte come "Disturbo Narcisistico di personalita'"....prima di pensare "questa qui non capisce niente", perlomeno, legga quello che c'è scritto senza pregiudizi, e veda, con umiltà e sincerità, quanto ci si riconosce.
9 AGO 2016
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Gentile Andrea,
se ho ben capito lei chiede qui se sta sbagliando qualcosa a lavoro. Ho capito bene? Immagino che lei stia vivendo una situazione lavorativa di transizione. Fino ad ora la sua posizione le è andata bene e mi sembra di capire che lei abbia affrontato tutte le mansioni con passione oltre che con tenacia e competenza. Tuttavia adesso non sente riconosciuti i suoi meriti.Sarebbero necessarie molte più informazioni in merito ma sicuramente una chiacchierata con un professionista potrebbe aiutarla ad orientarsi meglio riguardo alla sua professione.
9 AGO 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Buonasera Andrea,
la invito a riflettere su una cosa: può essere che questo suo dubbio, cioè se sia stato lei a sbagliare qualcosa, possa essere percepito, dall'Azienda, come un'insicurezza personale che non offra determinate garanzie in quel campo? Ormai, già da parecchi anni in realtà, anche il mondo del lavoro sta maggiormente attento alla capacità di relazione piuttosto che al curriculum formativo o a ciò che viene raggiunto durante il proprio lavoro. Parlando in generale (quindi non mi riferisco, assolutamente, al suo caso) sto pensando alla vecchia categorizzazione di intelligenza cristallina e di quella fluida Se in precedenza veniva maggiormente premiata la prima (ovvero la mole e quantità di informazioni acquisite a scuola, all'Università e negli step di formazione successiva), da qualche anno ci si è accorti che l'intelligenza fluida (ovvero la capacità di utilizzare, in modo funzionale, le informazioni in proprio possesso, ma anche le proprie risorse relazionali e, soprattutto, emotive, da cui l'ormai celebre... "intelligenza emotiva"), sul posto di lavoro, rende e fa rendere maggiormente in termini sia di produttività che di soddisfazione nell'ambito lavorativo (cosa, quest'ultima, evidentemente non scontata e preziosissima). Tornando a lei, dunque, oltre a capire se l'esterno (la sua Azienda) abbia delle remore intenzionali nei suoi confronti che non tengono conto degli sforzi fatti per migliorarsi costantemente, credo le sarebbe utile domandarsi se, a livello relazionale, emotivo, di immagine di Sè, ci sia un qualche problema rispetto a come vengono comunicate e fatte comprendere a questo esterno. Può darsi che, concretamente, lei non abbia fatto alcun errore, tuttavia alcune sue proprietà personologiche potrebbero essere percepite (non è detto giustamente, però) in modo diverso da quelle che lei è convinto di avere e di saper far vedere. Magari, un punto di vista esterno e professionale (come un aiuto psicologico breve, con l'obiettivo specifico di analizzare questi temi) potrebbe esserle di maggiore aiuto.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti
Psicologo/Psicoterapeuta
Costruttivista-Postrazionalista- Roma
9 AGO 2016
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Gentile Andrea,
anche se lei non specifica praticamente che tipo di lavoro fa, sembra da un lato molto sicuro delle sue competenze lavorative ma dall'altro timoroso di possibili errori involontari.
Si percepisce pertanto una certa contraddizione e insicurezza pur se accompagnata da discreta ambizione.
Il suggerimento è di affrontare direttamente il suo datore di lavoro chiedendo a lui stesso un feedback sul suo rendimento ed esprimendogli le sue aspettative di miglioramento economico e di carriera.
Se tutto ciò le sembra troppo difficile da fare sarà utile un percorso di psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale per acquisire più assertività ed una autostima che non vada soggetta ad alti e bassi.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
8 AGO 2016
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Caro Andrea,
mi hanno colpito essenzialmente due cose: da un parte la Sua sicurezza nell'avere un profilo professionale valido e competente, dall'altra il dubbio di sbagliare qualcosa in quanto le Sue abilità non vengono premiate. Mi chiedo quindi come si senta a tal proposito e se si sia già fatto un'idea piú o meno precisa di cosa cerchi l'azienda e quali aspetti lavorativi siano maggiormente favoriti in questo ambito e, al contempo, cosa sia importante per Lei come lavoratore, quale sia il Suo stile personale e di cosa Lei cerchi nel lavoro che attualmente ricopre e nella Sua carriera professionale in genere.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,