Quando la coppia entra in crisi...può uscirne!

Lo "stare insieme" da momento idilliaco può trasformarsi in una convivenza fatta di incomprensioni, accuse, insulti, silenzi e momenti di solitudine. Ma il tunnel ha anche una fine.

13 SET 2016 · Ultima modifica: 5 GIU 2018 · Tempo di lettura: min.
Quando la coppia entra in crisi...può uscirne!

Portare avanti nel tempo una relazione di coppia non è affatto facile: capirsi, ascoltarsi, crescere i figli insieme, essere coppia ma essere anche se stessi, accettare i rispettivi limiti, legittimare le diversità, reinventarsi ogni giorno, tenere viva la sessualità...

La vita di coppia obbliga indubbiamente ad una evoluzione, a un cambiamento nel tempo, a cui non tutti i partner sanno rispondere in modo efficace. Lo "stare insieme" da momento idilliaco può trasformarsi in una dolorosa convivenza fatta di incomprensioni, accuse, insulti, silenzi e momenti di solitudine, che confinano i partner in una profonda dimensione di malessere, tunnel buio dal quale essi non vedono via d'uscita, dove sentimenti di frustrazione e impotenza si mescolano a emozioni di rabbia e tristezza.

Questo è tanto più vero, a volte, con l'arrivo dei figli, fonte di amore, calore, unione, come pure di stanchezza e disaccordo, evento che, in ogni caso, pone i partner di fronte ad un nuovo banco di prova, dove confluiscono tutti i sogni relativi all'essere genitore, ma anche tutti i vissuti relativi all'essere figlio, mix che inevitabilmente si incontra o scontra con il bagaglio, simile o molto diverso, del partner.

Una profonda delusione può cogliere anche le coppie che hanno vissuto un grande pathos iniziale, quell'innamoramento che riempie tutti gli spazi dentro di sé e lascia presupporre che niente potrà cambiare, coppie a rischio di lasciarsi più di altre, proprio per l'incapacità di superare il fisiologico ritorno all'individualità dopo una prolungata simbiosi.

Attraversare una crisi non significa certo che la coppia abbia totalmente esaurito la propria vitalità, che una coppia non meriti una ulteriore chance. Il conflitto è fisiologico nelle relazioni e, se opportunamente gestito, può rappresentare un bene prezioso, occasione per "aggiustare il tiro", per ritrovare un migliore spazio di dialogo, momento intimo di profonda comprensione reciproca, occasione per mettersi in discussione, ascoltando le reciproche esigenze, ritrovando la capacità di procedere insieme in modo nuovo e più vitale, se possibile, perfino più intimo e maturo.

Se il cambiamento è inevitabile nel corso del tempo, in quanto insito nell'essere umano, diviene una risorsa solo quando valorizzato e vissuto senza quel senso di minaccia per la stabilità della coppia.

La crisi può essere occasione per "rincontrare" il partner. Attraverso un ascolto profondo di ciò che si sente di essere diventati, ascolto dei pezzi che forse ci siamo persi, ascolto reciproco, ascolto intimo mai avvenuto prima, momento per assimilare i rispettivi punti di vista, chiarire emozioni ed aspettative, esternare disagi e bisogni maturati nel tempo. Raccontarsi ed essere ascoltati, senza giudizi, critiche, rimproveri, crea intimità. Una più intima intimità, che muove nuove auto-consapevolezze, aiutando i partner ad esprimere gli affetti in modo sano, consentendo loro di superare dinamiche di analfabetismo emotivo, responsabili di quell'incapacità di sintonizzarsi sulle proprie ed altrui emozioni, meccanismo troppo spesso causa di rottura della relazione.

Perché un'unione si rinsaldi, abbracciando modalità perfino più sane e mature di quelle precedenti, diviene importante incontrare il partner su un piano di realtà, nella singolarità dei tratti che lo individuano e separano da sé, aprendo un dialogo con quei presunti cambiamenti, quelle presunte mancanze, causa di disincanto. È questa la parte più difficile ma creativa della relazione, momento doloroso da cui può, però, scaturire una nuova vita di coppia, fatta di una migliore e più sentita intimità relazionale, quella sentita vicinanza che dà il senso dello stare in coppia.

I partner possono affrontare questo momento con l'aiuto di un professionista della relazione d'aiuto, soprattutto quando non riescono ad uscire dal circolo vizioso della conflittualità. Il professionista offre uno spazio neutrale, dove avviare un lavoro di conoscenza dei rispettivi meccanismi emotivi, facilitando la costruzione di una nuova dimensione che li veda essere in intimità sia con se stessi, sia con l'Altro, aiutandoli ad incontrarsi "laddove si trovano" oggi, al fine di realizzare una unione profonda con ciò che sono diventati oggi. Ciò che si è oggi, non ciò che si era ieri: la chiave di volta.

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Scritto da

Dott.ssa Luisa Ghianda

Laureata in Lingue e in Psicologia, ha approfondito prima la psicologia del lavoro poi la psicologia clinica. È counsellor professionista, Direttore di Psicodramma e conduttore di gruppo con Metodi Attivi, ipnologa. Si occupa di sviluppo personale, organizzativo, educativo, convinta che in ogni essere umano ci sia una grande possibilità di trasformazione.

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