L'incontro con l'altro: una danza relazionale

Si può vedere l'incontro con l'altro come una danza tra due ballerini nella quale se uno dei due conduce l'altro si fa portare, e dove è importante accorgersi dell'altro per muoversi in sintonia.

2 SET 2016 · Ultima modifica: 24 OTT 2016 · Tempo di lettura: min.
L'incontro con l'altro: una danza relazionale

Per descrivere il tipo di relazione terapeuta/paziente possiamo prendere come metafora la danza ovvero: "il terapeuta si può concentrare sulla specificità del paziente muovendosi allo stesso ritmo, ballando con lui una danza che il paziente conduce e a cui si adatta..." (Quattrini, P., 2009).

Dunque, la relazione con l'altro, soprattutto l'incontro d'amore con l'altro, la si può vedere come una danza tra due ballerini dove se uno dei due conduce l'altro comunque si fa portare, e dove è importante "accorgersi dell'altro per muoversi in sintonia". In una coppia stabile riconosciamo e prevediamo i passi come avvicinarsi l'uno all'altro per poi allontanarsi e l'ideale sarebbe che i ruoli si scambiassero, che chi è fuggiasco la volta successiva insegua. Da questa metafora è chiaro che ogni relazione ci dimostra che ciascuno ha la propria responsabilità, che lo voglia o no, anche stando fermo e tacendo, ciascuno compie i propri passi di danza.

I giochi relazionali emergono, quindi, dall'unione tra due persone e dall'incontro tra le loro esperienze di vita, due realtà che si uniscono e che sono in continuo movimento. Le persone che entrano in relazione si portano dietro il proprio bagaglio culturale dell'infanzia, i valori della famiglia e del gruppo di appartenenza, una rete di relazioni, e abitudini più o meno consapevoli. Nell'incontro con l'altro ogni partner porta con sé un proprio mondo ricco di bisogni, aspettative, modelli che in diversi momenti dell'esistenza emergono in figura, chiedendo un ascolto particolare. Si incontrano due universi che nel dar vita ad una coppia danno vita ad una nuova Gestalt con un sistema di relazioni e di regole proprie (Ravenna, A., 2013).

Dunque da ogni incontro derivano esigenze esplicite e non, razionali e inconsapevoli, che possono dare origine a un incontro fruttuoso e piacevole e, allo stesso tempo, molto tormentato e difficile. Molto spesso nella coppia, come nella vita, le tante sofferenze che le persone vivono l'uno nei confronti dell'altro, originano proprio dalla mancata visione della situazione globale, dalla mancata presa di responsabilità circa la propria con-partecipazione. Il gioco è sempre a due, anche se spesso si tende a scaricare sull'altro le proprie responsabilità (Telfener, U., 2006).

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Scritto da

Dott.ssa Annalisa Villaverde

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