La psicoterapia è un regalo a se stessi, un viaggio di auto-scoperta

Le difficoltà che affrontiamo con il mondo sono il riflesso delle difficoltà che viviamo con noi stessi. Amarsi, accettarsi e cambiare quello che possiamo con un percorso di psicoterapia.

5 SET 2018 · Tempo di lettura: min.
La psicoterapia è un regalo a se stessi, un viaggio di auto-scoperta

"Vedi, non puoi rinunciare al viaggio. Lo hai iniziato prima ancora di nascere. La tua nascita sta soltanto ad indicare che il viaggio ha avuto inizio. Per cui la domanda non è: perchè incamminarsi su una simile strada? Ti sei già incamminato. Lo hai fatto con il primo battito del tuo cuore. La domanda è: voglio percorrere questa strada in maniera cosciente o senza esserne consapevole?" (da "Conversazioni con Dio" N.D. Walsh)

Il mio obiettivo è aiutare le persone a ritrovare la strada verso se stesse. Spesso si tratta di un viaggio per scoprire o riscoprire il senso della loro Vita. Farlo per me è un privilegio senza confini. E' un onore e un'emozione grande entrare nel mondo di chi mi chiede aiuto. Entro con delicatezza, solo se mi è permesso. Per farlo, prima di tutto sono io che devo aprire le porte dell'ascolto, dell'attenzione, dell'accoglienza, della partecipazione, del non-giudizio. Piano piano anche l'Altro imparerà a farlo con se stesso.

La psicoterapia serve prima di tutto a ritrovarsi; penso che quando stiamo male ci siamo allontanati troppo dal nostro vero sé, dalla nostra anima. Dai nostri desideri, aspirazioni, bisogni reali. Oltre a questo facciamo resistenza a tutto: a quello che ci accade, a quello che non ci piace, che riteniamo non sia giusto. Un po' come se volessimo fermare lo scorrere di un fiume. Magari si tratta di una resistenza di cui non ci rendiamo conto, ma costante dentro di noi, nei nostri pensieri, nelle nostre emozioni.

Quando arrivano in studio le prime volte, le persone hanno problemi con se stesse e difficoltà con gli altri, ma l'aspetto che sempre mi colpisce è il poco amore, quasi insufficiente, che provano per se stesse. Si trattano malissimo e pensano di loro stesse cose terribili, che si ripetono dalla mattina alla sera. Quando in terapia cominciano a rendersi conto di questo e lo vedono, provano un profondo dolore che le sorprende e spesso le scioglie in un pianto liberatorio. Da lì in poi comincia il viaggio di risalita, che le porta a volte lentamente, a volte molto velocemente verso se stesse. Sentono di aver ingoiato autoinganni, preconcetti e sensi di colpa, presi dalla famiglia, dagli adulti di riferimento di un tempo, dagli amici, dalla società in generale a scapito del loro sé autentico. Tutto questo ovviamente è servito per essere amati, accettati, per trovare un posto nel mondo. Ma ad un certo punto non funziona più. Quando cominciano ad aprire il cuore verso se stesse, iniziano ad accettarsi per quello che sono e anche i problemi con chi li circonda iniziano a risolversi, ad essere gestibili. Il cuore si apre anche verso il mondo.

Smettere di farsi la guerra significa sentire profondamente, dentro e intorno a noi, di andare bene così come siamo. Significa anche iniziare a dirsi che le emozioni che viviamo in un dato momento sono umane, legittime e hanno senso.

Il mio scopo con il mio lavoro è aiutare le persone a ricongiungersi a se stesse, aiutandole ad amarsi di nuovo, ancora.

Bibliografia:

"L'inconscio per amico" A. Origgi, Edizioni Amrita

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Scritto da

Dott.ssa Simona Bonomo

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