La coppia in crisi

La terapia di coppia può essere la soluzione ad un disequilibrio cronico nella relazione d'amore. Nei colloqui, i partner possono scoprire le cause del loro malessere e tornare a comunicare.

22 GEN 2019 · Tempo di lettura: min.
Photo by Joshua Ness on Unsplash

Tutte le relazioni d'amore alternano momenti positivi a fasi più faticose. A volte i partner riescono efficacemente a superare le difficoltà; a volte invece la loro crisi è così profonda da non poter essere risolta senza un aiuto esterno qualificato.

Quando nella coppia c'è malessere, la relazione diventa motivo di forte sofferenza, ansia e dolore; la maggior parte delle energie è assorbita dal conflitto e peggiora drasticamente la qualità della vita. Il disagio può manifestarsi attraverso vari sintomi: difficoltà nella comunicazione, disturbi di natura sessuale, stress, ansia, difficoltà di concentrazione, insonnia, vissuti depressivi.

In questi casi, la coppia può beneficiare di un percorso di psicoterapia, per comprendere e migliorare il proprio rapporto e tornare ad un buon equilibrio. All'interno della terapia sistemica sono stati strutturati dei modelli specifici di intervento, che prevedono una raccolta di dati, l'inquadramento del problema, delle specifiche tecniche mobilizzanti. Il protocollo di cura ha una durata variabile, ma generalmente si svolge in circa un anno.

Nell'ottica sistemica le persone, cioè gli elementi dei sistemi umani, si muovono tra loro secondo una logica di reciprocità: i membri di una relazione hanno una storia di conoscenza reciproca e si influenzano simultaneamente. Nei sistemi, gli elementi co-costruiscono le relazioni che intercorrono tra loro in un'ottica bidirezionale; così nella coppia, la relazione è continuamente co-creata da entrambi i partner.

La prospettiva sistemica presuppone che nella coppia non esista un'unica verità: il terapeuta che ascolta il racconto dei partner sa che sussistono due verità egualmente importanti, che corrispondono ai due differenti punti di vista; il primo compito della terapia è creare le condizioni affinché ognuno sia in grado di ascoltare l'altro, accettando che abbia opinioni e vissuti differenti dal proprio.

I problemi con cui la coppia si presenta al primo colloquio hanno contenuti diversi, ma riportano spesso alcune modalità tipiche di conflitto: «non c'è più comunicazione... Litighiamo sempre… Quello che dico non va mai bene…. Non siamo più quelli di una volta…».

L'innamoramento come illusione e la fase della disillusione

Questi esempi spiegano come la coppia avverta una grande differenza tra il momento attuale della crisi e quello dell'innamoramento, che aveva dinamiche e vissuti completamente diversi.

La fase dell'innamoramento può essere vista come una fase di illusione, in cui la persona si innamora dell'idea che ha dell'altro.

Nelle prime fasi di conoscenza reciproca ogni partner mette in gioco aspettative, idee e desideri, che cerca di concretizzare nella relazione con l'altro. Questo periodo, ricordato spesso come un momento positivo, è delimitato nel tempo e destinato fisiologicamente a trasformarsi.

Presto, infatti, arriva la fase della disillusione: la persona capisce che non può esserci perfetta aderenza tra la storia che ha immaginato intorno all'altro e la storia reale, che viene emanata dalla soggettività del partner. In questa fase si conosce realmente il partner, nelle sue caratteristiche specifiche. Questo stadio è inevitabile nella vita di coppia ed introduce compromessi e negoziazioni, in cui è normale vivere sentimenti di delusione e frustrazione. Solo a questo punto può avvenire tra i due membri della coppia un incontro reale, in cui ci si conosce in maniera profonda. È questo il momento in cui i membri possono realmente scegliersi e formare un legame più consapevole e maturo: la coppia entra nella fase di vita più solida, dove si realizzano i progetti e si condivide insieme la realtà.

Anche quando la coppia ha raggiunto un legame solido, sono sempre possibili dei momenti difficili. Le coppie arrivano in terapia quando sono in crisi: spesso stanno attraversando un tempo sospeso in cui ognuno accusa l'altro della distruzione del sogno condiviso. Nello spazio della terapia, la coppia dovrà decidere se accettare una trasformazione del rapporto, in modo che vi trovino spazio gli aspetti comuni ad entrambi, con un sufficiente livello di soddisfazione; oppure la coppia dovrà decidere se separarsi, perché non c'è modo di evolvere assieme, ma rimane comunque un modo per separarsi bene.

Spesso la coppia non riesce da sola a prendere una decisione ed i partner restano a lungo in stallo. La crisi blocca la scelta: innanzitutto perché sono presenti sentimenti soverchianti che tolgono lucidità; in secondo luogo perché, nel tempo sospeso che precede la decisione, le persone hanno davanti una serie pressoché infinita di possibilità di muoversi.

Scegliere significa restringere questa gamma di possibilità, imboccare una strada e quindi scartarne delle altre; comporta assumersi la responsabilità della decisione e rinunciare alle altre configurazioni future possibili.

Sono diversi i motivi che portano ad una crisi. Può essere avvenuto un evento traumatico: delle circostanze fortemente negative impattano sulla coppia e possono risultare eccessivamente stressanti per uno od entrambi i coniugi. Sono esempio una grave malattia, un incidente invalidante o il lutto di un figlio. Nonostante molte coppie, travolte da una circostanza dolorosa, trovino nel sostegno reciproco la possibilità di uscirne, altre coppie rimangono travolte dal dolore e non reggono unite.

Un'altra diffusa causa di crisi è il cambiamento individuale di un partner. Accade che nel corso del tempo uno dei membri evolva: può acquisire più competenze emotive, una maggiore autonomia, più risorse economiche. Ciò può comportare uno slittamento di livello rispetto al coniuge ed una diversa distribuzione del potere all'interno del rapporto. In questi casi spesso la persona rimasta simile nel tempo non riconosce più il suo compagno, mentre chi è cambiato avverte che il legame non risponde più alle sue esigenze.

La causa più comune della crisi: il tradimento

Il tradimento è la causa più comune di crisi: sebbene nella maggior parte dei casi si parli di un tradimento sessuale, non è sempre la rottura della fiducia avviene con un tradimento di questa natura. Ogni coppia stabilisce il proprio patto, rispetto alle regole implicite ed esplicite che caratterizzano il proprio legame. Queste regole non sono necessariamente dette a parole, ma risultano condivise da entrambi; riguardano ad esempio la fedeltà, il sostegno reciproco nel bene e nel male, il progetto di vita, l'idea di fare figli, quale priorità dare al lavoro, come relazionarsi ai propri genitori rispetto al partner. Quando una di queste regole viene disattesa, l'altro percepisce un tradimento. Il tradimento con la propria famiglia di origine è uno dei motivi più comuni di crisi: avviene quando uno dei due membri sta formalmente nella coppia, ma in realtà non riesce a separarsi dai propri genitori, rimanendo incastrato nella dimensione di figlio. Risulta impossibile in questa situazione creare un legame solido con il partner, perché manca il senso di appartenenza alla coppia che dovrebbe essere primario rispetto all'appartenenza alla famiglia di origine.

Similmente, il tradimento con il lavoro avviene quando il partner sente di essere inaspettatamente messo al secondo posto (contrariamente a quanto stabilito nel patto), perché il coniuge riserva la priorità in termini di tempo, di energie e di progetti al suo lavoro. Infine il tradimento di natura sessuale può avere significati diversi a seconda della storia e della cultura condivisa dai membri; mentre in alcuni casi il tradimento scoperto risulta un ostacolo invalicabile per continuare il rapporto, in altri casi la coppia riesce a ristabilire un nuovo equilibrio ed a rimettersi in gioco.

Il tradimento può essere sia la causa di una crisi di coppia che la sua conseguenza. L'effetto di un tradimento dipende necessariamente dal significato che vi viene attribuito dai protagonisti, e va letto di volta in volta rispetto ai vari punti di vista dei partner.

In sintesi, sono diverse le cause che portano una sofferenza della relazione amorosa; talvolta la coppia possiede le risorse per farvi fronte, mentre in altri casi è necessario un aiuto professionale. Lo psicoterapeuta aiuta i coniugi a comunicare il proprio malessere e ad ascoltare quello dell'altro; guida entrambi a rintracciare le cause della loro sofferenza e propone delle modalità nuove e più funzionali di stare nella relazione.

Sebbene la maggior parte dei percorsi si concluda con un ritrovato benessere, a volte i partner comprendono che il rapporto non può evolversi positivamente. I colloqui diventano quindi la strada per procedere con una buona separazione: il terapeuta accompagna entrambi in questo difficile passaggio, mediando la comunicazione in caso di conflitto; se la presenza di bambini lo rende necessario, può consigliare un percorso di mediazione familiare.

Articolo scritto dalla dottoressa Elena Nicolini, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Veneto

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Scritto da

Dott.ssa Elena Nicolini

La dottoressa Elena Nicolini è psicologa e psicoterapeuta individuale e di coppia. È specializzata nel trattamento dei disturbi depressivi ed ansiosi negli adulti con la tecnica Emdr, approccio che favorisce il recupero del proprio equilibrio attraverso l'elaborazione dei ricordi traumatici. Si occupa inoltre di bambini, adolescenti e di genitorialità.

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