Ho bisogno di aiuto psicologico?

Come il corpo può risentire del logorio della vita quotidiana, anche la mente è vulnerabile; infatti, se la mente funziona, può funzionare anche male; ma spesso è possibile porvi rimedio.

3 LUG 2014 · Ultima modifica: 5 MAG 2023 · Tempo di lettura: min.
Ho bisogno di aiuto psicologico?
Ognuno di noi deve affrontare giornate storte, periodi difficili, sconfitte umilianti o perdite strazianti. Tutti, di quando in quando, possono scoppiare in lacrime o avere un attacco di collera, bere un po’ più del consentito. Solitamente i momenti difficili della propria vita segnano l’inizio di giorni migliori. A volte però, una lunga notte di riflessione tormentata si trasforma in una serie di giorni bui e tristi: quel nervosismo che si avvertiva ogni tanto non se va più, il desiderio di bere o peggio, di assumere droghe diventa irresistibile. La sensazione di avere perso o la paura di perdere il controllo diventa sempre più intensa.

C’è qualcosa che non va? E’ normale provare queste sensazioni? C’è qualcuno che può aiutarmi? Chi ha dolore ad un dente o  mal di stomaco spesso sa o può con facilità sapere di che cosa si tratta, che cosa può fare e se è il caso di farsi visitare da un medico. I sentimenti ed i pensieri però sono invisibili, intangibili, effimeri: non possono essere radiografati o sottoposti ad una biopsia, sono più difficili da valutare. Tuttavia, una continua sofferenza emotiva, se ignorata, può arrivare a compromettere la capacità di lavorare, di instaurare rapporti con gli altri  e di svolgere le normali attività quotidiane.

Ho bisogno di aiuto psicologico?

Ammettere che c’è qualcosa che non va non significa essere dei falliti e tanto meno essere “pazzi”. Come il corpo che può risentire del logorio della vita quotidiana, anche la mente è vulnerabile. Infatti, se la mente funziona, può funzionare anche male; ma quando ciò accade, è spesso possibile porvi rimedio. La salute mentale non è l’assenza di sofferenza o di conflitti; consiste piuttosto nella capacità di pensare in modo logico e razionale e di affrontare i cambiamenti, lo stress, le perdite ed i traumi a cui ognuno di noi va inevitabilmente incontro nel corso della vita, in una maniera che garantisca la stabilità e la crescita emotiva.

In linea di massima, i soggetti in buono stato di salute mentale si stimano, percepiscono la realtà così come è, accettano i propri limiti e le proprie capacità, sanno rispondere alle sfide assumendosi le proprie responsabilità e sono in grado di stabilire e portare avanti relazioni sentimentali, riuscendo a stare in buoni rapporti con gli altri, desiderano un lavoro in cui possono esprimere il proprio talento, la propria preparazione avvertono un senso di appagamento per cui ritengono che valga la pena sopportare le fatiche del vivere.

Tuttavia, il confine tra salute mentale e malattia mentale non è affatto ben definito. Dove termina l’eccentricità ed ha inizio l’anormalità? Quando la tristezza diviene depressione? Ed in quale momento lo stress assume la forma di un’ansia cronica? Quali sono i modi per cui la fantasia fa perdere del tutto il contatto con la realtà? Non esistono risposte precise.

E’ quindi chiaro che è assai difficile individuare dove stia la linea di confine tra gli alti ed i bassi di tutti i giorni ed i gravi disturbi che necessitano di assistenza. Nonostante le persone parlino di “esaurimento nervoso” o di “pazzia”, questi non sono termini scientifici e non hanno una definizione  ufficiale. Gli specialisti utilizzano il termine di “disturbo mentale”: esso viene correntemente definito come “una sindrome o una forma comportamentale o  psicologica clinicamente rilevante che si manifesta in un individuo e che è associata ad una sofferenza attuale, a invalidità, o ad un rischio notevolmente elevato di morire, soffrire, rimanere invalido, o perdere la propria libertà”.

Un importante studio epidemiologico americano ha rilevato che il 28% della popolazione  - circa 52 milioni di americani – soffre di un disturbo mentale nel corso di un anno. Nove milioni sviluppano un nuovo disturbo, otto milioni hanno delle ricadute e 35 milioni soffrono di sintomi cronici.

Il numero effettivo di persone colpite da problemi mentali ed emotivi gravi potrebbe però essere molto più alto: infatti, gli studi epidemiologici prendono solitamente in esame solamente i soggetti che corrispondono esattamente ai criteri psichiatrici ufficiali per i disturbi mentali. Le persone che presentano una profonda sofferenza ma si discostano dalla definizione e dai criteri diagnostici per uno o due sintomi non vengono incluse nelle statistiche, ma – come dimostrato da latri studi – corrono in realtà seri rischi di sviluppare veri e propri disturbi mentali.

Ho bisogno di aiuto psicologico?

I problemi che gran parte di noi si trova ad affrontare nella quotidianità non sono malattie mentali, ma difficoltà che ostacolano il cammino verso la felicità e la realizzazione; spesso, anche se non sono gravi e così invalidanti come la depressione maggiore e l’ansia, possono influire sulla vita di tutti i giorni e sulle relazioni personali. Ricordo i problemi più comuni che spingono a chiedere aiuto:

  • Sentimenti negativi
  • Stress
  • Problemi legati al lavoro
  • Cambiamenti e le crisi
  • Problemi coniugali e familiari
  • Lutto

Come è possibile capire allora se si ha bisogno di aiuto?

Una semplice regola empirica  può consistere nel considerare la intensità con cui un problema affligge noi o una persona cara e da quanto tempo dura questa situazione. Se questa difficoltà causa una grave sofferenza o interferisce significativamente con il lavoro, con le relazioni o altri aspetti della vita, allora è consigliabile chiedere aiuto. Anche sintomi di per sé non particolarmente gravi o allarmanti ma che si protraggono per varie settimane o addirittura mesi dovrebbero essere presi in considerazione. Quanto prima il soggetto capisce di avere un problema e riceve cure adeguate, tanto prima comincia  la guarigione. Tuttavia, qualora non si sappia se è il caso o meno di chiedere aiuto, le seguenti domande possono soccorrere  nel prendere una decisione:
  1. Problemi emotivi cominciano ad interferire con il vostro lavoro, con le vostre relazioni o con altri aspetti della vostra vita privata?
  2. Da varie settimane vi sentite meno felici, meno sicuri o con una minore capacità di controllo rispetto al solito?
  3. Vi sentite così infelici da avere deciso di fare qualcosa per modificare questa situazione?
  4. Amici intimi, familiari hanno notato nel vostro comportamento o nella vostra personalità dei cambiamenti?
  5. I vostri sforzi per risolvere un problema si sono rivelati inutili?
  6. Affrontare i problemi di tutti i giorni vi risulta più difficoltoso rispetto al passato?
  7. Vi concentrate meno  sulle circostanze esterne  che provocano stress e più su voi stessi e sulla vostra inadeguatezza?
  8. Vi sentite emotivamente confusi e incapaci di modificare il vostro comportamento o le circostanze esterne?

In sostanza, la domanda da porsi non è “ho una malattia mentale?” o “ho dei problemi seri?”, ma piuttosto “ho bisogno di aiuto in questo momento?”. Se la risposta è affermativa, rivolgetevi ad uno specialista: la terapia può rivelarsi uno strumento di cambiamento o una fonte di sostegno nel momento in cui ne avete più bisogno. Per lo meno l’equivalente psicologico di un check-up può assicurarvi che un problema è meno grave di quanto temevate.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Giuseppe Hautmann

Consulta i nostri migliori professionisti specializzati in autorealizzazione e orientamento personale

Bibliografia

  • Legg, T (2021). When to Consult a Psychologist. Healthline. https://www.healthline.com/health/mental-health/psychologist-help
  • What is Psychotherapy? American Psychiatric Association. https://www.psychiatry.org/patients-families/psychotherapy   

Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su autorealizzazione e orientamento personale

PUBBLICITÀ