Early life stress e la sindrome depressiva

Gli eventi stressanti, che si presentano precocemente nella vita di una persona, possono contribuire a favorire l'insorgenza di una sindrome depressiva in età adolescenziale o adulta.

20 APR 2023 · Tempo di lettura: min.
Early life stress e la sindrome depressiva

La sindrome depressiva è un disturbo psicologico molto diffuso e che nel periodo della pandemia ha subìto un forte incremento. Tale patologia è caratterizzata da un tono dell'umore deflesso, da perdita di interessi e mancanza di volontà, disturbi nel ritmo sonno veglia e nell'appetito, oltre a possibili ripercussioni sul funzionamento della sfera cognitiva. Il sesso femminile tende a sviluppare con un'incidenza significativamente maggiore sintomi depressivi.

Cosa si intende per early life stress?

Sono molteplici i fattori che possono influire sull'insorgere di tale tipo di patologia. Troviamo tra questi fattori di natura genetica e fattori di tipo ambientale, come le perdite, lo stress, le malattie,... Oggi vorrei parlarvi di un fattore ambientale che può giocare un ruolo molto importante nel favorire la depressione. Si tratta degli early life stress, cioè degli eventi stressanti che si presentano precocemente nella vita di un individuo.

Durante la vita si può incorrere in eventi di natura stressante, cioè che richiedono al nostro organismo di affrontare difficoltà percepite come difficilmente superabili. Quando l'evento che si presenta ha l'effetto di stimolare le nostre risorse, spronarci a metterci in gioco e migliorare il nostro adattamento all'ambiente circostante, possiamo parlare di stress positivi, o eustress. Nel caso in cui l'elemento stressante venga percepito come eccessivo e superiore alle nostre risorse, parliamo di distress, cioè stress negativo, legato allo sviluppo di emozioni negative.

Gli eventi stressanti si presentano durante tutto l'arco della vita e possono capitare anche nell'infanzia, in un'età che va dal concepimento fino ai cinque anni. Quando questi accadimenti si propongono in questa fase della vita così precoce, il loro impatto può essere molto più implicante rispetto a eventi che accadono in un'età più matura.

Alcuni di questi stress infantili fanno parte della crescita e ne favoriscono il processo, portando il bambino a ricercare e a sviluppare nuove capacità di adattamento. Pensiamo già al semplice esempio di quando un neonato ha fame e piange. La fame è un evento di per sé stressante e la reazione di pianto diventa uno strumento per comunicare alla figura materna (intesa in senso lato, come figura accudente principale) il suo bisogno e sopperire così al suo soddisfacimento. L'evento stressante porta il neonato a reagire e a ricercare nell'ambiente circostante una soluzione al problema, cioè ricevere nutrimento.

Che cos'è il early life stress?

Esistono però stress infantili che invece di stimolare la crescita, possono causare traumi o ferite che si ripercuotono sulla strutturazione della personalità futura e sul possible sviluppo di patologie di natura psicologica. Stress prolungati o eccessivi risultano quindi dannosi per il percorso di crescita, influenzando la salute del bambino e dell'adulto che diventerà. I fattori stressanti possono provenire dall'interno o dall'esterno dell'individuo, andando a disturbare il suo stato di benessere.

Elementi come la fame, la rabbia, la paura sono di origine interna, mentre eventi come l'allontanamento da uno dei genitori, l'incuria, disastri naturali o malattie, sono di origine esterna. L'impatto che questi avranno dipende da una serie di circostanze, come le risorse di cui il bambino dispone, il supporto che possono fornire le figure di accudimento o la gravità dell'evento stesso. Come dicevamo prima nell'esempio di eustress, il neonato piange perché ha fame e riceve in cambio l'attenzione dell'adulto, e di conseguenza un bel biberon di latte caldo.

Nel caso però in cui l'adulto non sia disponibile a livello emotivo o si trovi nell'impossibilità di comprendere appieno le necessità del bambino e di rispondere in modo efficace, la fame e il pianto possono diventare elementi di distress eccessivi. La non sintonizzazione dell'adulto sui bisogni del neonato, se prolungata e di difficile risoluzione, può portare a una forma di incuria e incomprensione che avrà un effetto stressante sul bambino. Altro esempio più eclatante può essere quando la mamma soffre di depressione post partum o addirittura di disturbo depressivo durante la gravidanza. Esistono studi che evidenziano come questi stati possano influire sul benessere del neonato, diventando elementi stressogeni per la sua crescita.

Concludendo, quando una persona è stata esposta in giovane età a episodi di vita stressanti, può essere più predisposta allo sviluppo di patologie depressive. Viceversa, quando una persona segue un percorso di psicoterapia per affrontare l'insorgenza di sintomi depressivi, può cercare di analizzare il suo passato dando importanza a eventi che, a volte inconsapevolmente, sono risultati eccessivamente stressanti.

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Scritto da

Elena Agio

Bibliografia

  • Darley, J.M., Glucksberg, S., Kinchla, R.A. (1993). Psicologia. II. Il Mulino
  • Smith, K.E., Pollak, S.D. (2020). Early life stress and development: potential mechanism for adverse outcomes. Journal of Neurodevelopmental Disorders, 12 (34) https://doi.org/10.1186/s11689-020-09337-y
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