Come "scegliamo" chi ci piace: i predittori dell'attrazione
I fattori che predicono l'attrazione tra le persone sono molteplici. Alcuni sono facilmente intuibili, mentre altri vanno oltre il buon senso comune e possono sorprendere.

Come "scegliamo" chi ci piace? Quali sono i fattori che promuovono l'attrazione tra le persone?
I fattori che predicono l'attrazione sono molteplici. Alcuni sono facilmente intuibili, mentre altri vanno oltre il buon senso comune e possono sorprendere.
- Prossimità: uno dei fattori che promuovono l'attrazione è la prossimità. Questo significa che è più probabile che diventino nostri amici o amanti le persone che vediamo e con cui interagiamo più spesso (Berscheid e Reis, 1998). Per "prossimità" non si intende solamente la vicinanza fisica, ma anche quella funzionale (Festinger et al.,1950), che si riferisce agli aspetti architettonici che determinano con quali persone incrociamo più spesso il cammino. L'effetto di prossimità funziona grazie alla familiarità: più ci viene sottoposto uno stimolo e più tendiamo ad apprezzarlo (Kawakami e Yoshida, 2014). Lo stesso vale per le persone: più spesso vediamo alcuni individui e più sviluppiamo familiarità con essi, costruendo legami gradualmente più intimi. A meno che, ovviamente, queste persone non abbiano caratteristiche che non apprezziamo in partenza.
- Similarità: la prossimità non basta, è la similarità tra due persone a nutrire l'attrazione. Per similarità si intende la condivisione di interessi, atteggiamenti, valori, storia di vita e personalità. Ciò contraddice il detto "gli opposti si attraggono", dimostrando che è soprattutto la similarità, e non la complementarietà, a legare le persone (Montoya e Norton, 2013). La similarità riguarda la condivisione di opinioni (Tidwell, Eastwick e Finkel, 2013), caratteristiche di personalità (Smith et al., 2014), interessi ed esperienze di vita (Pinel e Long, 2012), ma anche di caratteristiche fisiche: siamo attratti fisicamente da persone che hanno un aspetto e un livello di attrattività fisica simile al nostro (Taylor et al., 2011).
- Reciprocità: ci piace piacere. Infatti, solo il fatto di sapere di piacere ad una persona ce la fa apparire più attraente. Questo elemento è così forte da funzionare anche in assenza di similarità (Gold, Ryckman e Mosley, 1984). La reciprocità è in grado, inoltre, di neutralizzare la nostra tendenza naturale a prestare maggiore attenzione ai volti attraenti (Koranyi e Rothermund, 2012).
- Attrattività fisica: quanto è importante l'aspetto fisico nelle relazioni? Tanto, secondo le ricerche sul campo (Walster et al., 1966). Questo sembra valere sia per gli uomini che per le donne (Eastwick et al., 2011), sebbene alcuni studi abbiano rilevato che gli uomini prestano maggiore attenzione all'aspetto fisico rispetto alle donne (Meltzer et al., 2014). Tuttavia, questa differenza sembra riguardare l'atteggiamento piuttosto che il comportamento effettivo: è quindi possibile che gli uomini dicano più apertamente che l'aspetto fisico è importante per loro ma, se si guarda al comportamento effettivo in risposta all'attrattività fisica, le differenze tra i due sessi sono minime (Feingold, 1990). Ma cosa intendiamo con "attrattività fisica"? Fin dall'infanzia, i media ci insegnano cosa è attraente, e ci dicono che la bellezza è associata con la bontà (basta pensare ai personaggi dei film Disney). Una ricerca di Cunningham (1986) ha riscontrato che gli studenti maschi di un college americano valutavano come maggiormente attraenti i seguenti tratti femminili: occhi grandi, naso piccolo, mento poco prominente, zigomi pronunciati, sopracciglia alte, pupille grandi, e sorriso ampio. Viceversa, le donne valutavano come maggiormente attraenti i seguenti tratti maschili (Cunningham, Barbee e Pike, 1990): occhi grandi, zigomi pronunciati, mento prominente e sorriso ampio.
- Evoluzione e selezione: il principio cardine della biologia evoluzionistica è che l'adattamento animale si misura attraverso il suo successo riproduttivo, ossia la capacità di passare i propri geni alla generazione successiva. Questo concetto è stato applicato al comportamento sociale da alcuni psicologi. Dalle loro osservazioni è emerso che gli uomini e le donne scelgono il/la partner in modo diverso, a causa dei loro ruoli differenti nella cura della prole. Per le donne, la riproduzione è impegnativa in termini di tempo ed energia. Perciò, le donne considerano attentamente quando e con chi riprodursi. Viceversa, per gli uomini la riproduzione rappresenta un investimento inferiore e a breve termine. Il successo riproduttivo dei due sessi si tradurrebbe quindi in comportamenti alquanto differenti: per gli uomini il successo riproduttivo è rappresentato dalla quantità della prole, e quindi da accoppiamenti frequenti con più compagne, mentre per le donne riguarda la cura dei figli fino alla loro maturità, quindi meno accoppiamenti con partner selezionati (Griffith, Pryke e Buettemer, 2011). Per realizzare questo, le donne ricercherebbero un compagno che possa fornire loro le risorse ed il supporto necessari a crescere un figlio, mentre gli uomini si concentrerebbero sulle donne che appaiono più fertili (Buss, 1988).
Queste sono solo alcune tra le caratteristiche principali che sembrano rendere gli esseri umani attraenti. Il loro peso relativo varia in base alla situazione specifica e alle caratteristiche delle persone coinvolte, ma sembra che la familiarità sia l'elemento fondamentale dell'attrazione (Aronson, Wilson e Sommers, 2019).
La familiarità sarebbe anche alla base degli effetti della prossimità (le persone che vediamo di frequente ci diventano familiari), della similarità (le persone simili a noi ci diventano gradualmente familiari) e della reciprocità (le persone che si piacciono si conoscono e diventano familiari tra loro).
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Sono d'accordo con numero uno e due!
Bell'articolo. Scritto in modo fresco.