4 modi per non ripetere gli errori dei propri genitori

"Non sarò mai, mai come mia madre / mio padre!" Quante volte abbiamo sentito i nostri amici, i nostri fratelli e le nostre sorelle dire una frase simile?

20 MAG 2021 · Tempo di lettura: min.
4 modi per non ripetere gli errori dei propri genitori

I genitori possono ritrovarsi a infliggere il dolore della loro educazione ai propri figli, portandoli a temere di "diventare" esattamente come loro.

Come rompere lo schema?

"Non sarò mai, mai come mio padre/mia madre!" Quante volte abbiamo sentito i nostri amici, i nostri fratelli e le nostre sorelle dire una frase simile? Quante volte l’abbiamo pensato noi stessi? Siamo condannati a essere perseguitati dai fantasmi del passato dei nostri genitori o possiamo liberarcene, ed evitare così di ripetere gli stessi errori che hanno commesso i nostri genitori e crescere meglio i nostri figli?

Sì possiamo. Ma ci vuole del lavoro per rompere il circolo vizioso.

Ci teniamo a precisarlo fin da subito: l'obiettivo di questo articolo non è assolutamente quello di "colpevolizzare" i genitori. Hanno probabilmente fatto del loro meglio con le risorse a loro disposizione, ripetendo inconsapevolmente determinate dinamiche che loro stessi hanno vissuto. Sono esseri umani e in quanto tali possono sbgaliare. Ed essere genitori non è affatto semplice.

La psicoanalista Selma Fraiberg ha introdotto il concetto di “fantasmi nella stanza dei bambini" per descrivere come i genitori, crescendo i propri figli, possano involontariamente ricreare e rivivere le ferite della loro infanzia. I genitori possono sperare di evitare di ripetere gli errori e gli aspetti più problematici, per poi ritrovarsi a pensare: "Oh no, sembro mia madre!"

Quindi come facciamo a riconoscere questi fantasmi indesiderati che arrivano in visita e, cosa più importante, come possiamo impedire a questi fantasmi di interferire nei nostri progetti per crescere i nostri figli?

Ci sono quattro solide strategie per affrontare questi fantasmi, ma prima vorremmo presentarti una giovane madre che sta cercando disperatamente di calmare un fantasma di sua madre che aleggia su di lei...questo esempio sarà utile a comprendere meglio certe situazioni.

Una giovane madre perseguitata dalla tristezza di sua madre

Quando Jenny era una bambina, sua madre soffriva di depressione e aveva difficoltà a nutrire la piccola Jenny, che spesso aveva fame e nonostante questo non veniva nutrita. Durante la sua infanzia e adolescenza, Jenny si è sentita trascurata. Effettivamente era così.

Questi sentimenti di abbandono e preoccupazione si sono trascinati fino all'età adulta. Anche con un partner amorevole e premuroso, Jenny temeva di essere trascurata. Al lavoro, Jenny si  preoccupava costantemente di poter essere licenziata, anche se era brava nel suo lavoro e veniva lodata da tutti.

Più tardi, felicemente sposata, ha scoperto di essere incinta. In quel momento promise a se stessa di diventare la madre fenomenale che non aveva mai avuto. Sarebbe stata amorevole e sempre presente.

Tuttavia, dopo il parto, le sue idee di genitorialità perfetta sono svanite. La sua bambina non era facile da gestire, a volte sobbalzava e si allontanava da lei. Iniziò a preoccuparsi, si sentiva depressa e si chiedeva: "Sono destinata a essere come mia madre?"

La tua situazione è probabilmente diversa da quella di Jenny, ma ecco 4 consigli che potrebbero aiutarti in ogni caso.

1. Scopri di più sul tuo passato

Spesso non sappiamo davvero nulla delle nostre esperienze da neonati e bambini. Se puoi parlare con i tuoi genitori, cerca di iniziare una conversazione e ascolta le loro storie sui tuoi primi anni e impara il più possibile da parenti e amici di famiglia.

Jenny, per esempio, sapeva della depressione di sua madre ma non si era resa conto dell'impatto che questo aveva avuto sul suo sviluppo iniziale. Allora ha organizzato un incontro per fare una chiacchierata con sua madre e una zia che ha contribuito a prendersi cura di lei da piccola. Queste nuove storie e queste nuove conoscenze l’hanno aiutata a comprendere meglio la sua storia personale.

2. Sii consapevole dei tuoi schemi

Tieni un diario mentale dei momenti e degli eventi che sembrano darti gioia, e di quelli che ti infastidiscono. Questi momenti sono legati tra loro? Cosa potrebbero rappresentare? Spesso potremmo ricordare reazioni simili dei nostri stessi genitori. Jenny ha notato che stava prestando troppa attenzione all'alimentazione del suo bambino. Qualunque fossero le circostanze, si preoccupava troppo di quest’aspetto. Riconoscendo questo schema, iniziò a pensare: "Perché mi preoccupo cospi tanto?".

3. Riconoscere il significato di questi schemi

Quando pensiamo alle connessioni tra i nostri modelli e ciò che sappiamo del nostro passato, che significato possiamo dare loro? Cosa significano questi modelli in relazione ai nostri genitori?

Jenny ha capito che la sua preoccupazione più grande, quella di nutrire suo figlio, riecheggiava le difficoltà di sua madre con lei quand’era piccola. Riconoscendo questo significato, ha poi cercato di cambiare le sue azioni nel presente.

4. Fai spazio al cambiamento

Quando comprendi meglio il tuo passato e riconosci i tuoi schemi attuali, in quel momento riuscirai a scorgere l'opportunità per un cambiamento significativo. Grazie a una comunicazione più libera, parlando liberamente con la sua famiglia e i suoi amici, Jenny si è sentita finalmente autorizzata a porre fine alle sue preoccupazioni e a tutte le sue tensioni legate al mangiare. Consapevole di poter affrontare un cambiamento in questo senso, iniziò a dare alla sua bambina più libertà di essere se stessa, senza sentirsi come se avesse fallito. Jenny ha imparato ad accettare sua genitorialità e, sorprendentemente, con questa rassicurazione, il suo bambino ha iniziato a nutrirsi senza titubanze.

Grazie alla storia di Jenny, possiamo vedere come esperienze difficili o traumi possano essere, per così dire, tramandati. Non importa che la capacità di sua madre fosse ben diversa dalla sua, non importa che le due situazioni fossero diverse: entrambi i casi si trovavano agli estremi ed entrambi erano intimamente legati alla depressione di sua madre.

Quando riusciamo a comprendere questi passaggi, possiamo apportare modifiche per fermare le trasmissioni dannose. Così come possiamo renderci disponibili ad affrontare i "fantasmi" e fermare la loro presenza ossessionante. Nuove pratiche genitoriali ti aspettano.

Se pensi di aver bisogno di supporto per superare i tuoi fantasmi, contatto un professionista specializzato.

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Scritto da

Dott. Matteo Agostini

Sono il Dott. Matteo Agostini, laureato in Scienze Psicologiche Applicate e con Laurea Magistrale in Psicologia Clinica. Ho acquisito competenze nell’ambito della psicologia clinica, della neuropsicologia clinica, e della psico-sessuologia. Sono Tutor per bambini e ragazzi con ADHD/DSA presso il CCNP San Paolo di Roma e consulente sessuale e nutrizionale.

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Bibliografia

  • Jason M. Armfield, Emmanuel S. Gnanamanickam, David W. Johnston, David B. Preen, Derek S. Brown, Ha Nguyen, Leonie Segal. "Intergenerational Transmission of Child Maltreatment in South Australia, 1986–2017: A Retrospective Cohort Study." The Lancet Public Health (First published online: April 30, 2021) DOI: 10.1016/S2468-2667(21)00024-4
  • Accompanying Comment by Ruth Gilbert and Rebecca Lacey. "Intergenerational Transmission of Child Maltreatment." The Lancet Public Health (First published online: April 30, 2021) DOI: 10.1016/S2468-2667(21)00076-1

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