Una risposta su violenza e futuro
Salve, non so bene da dove iniziare ma proverò a sintetizzare i punti principali. Sono nata in un contesto tossico che ormai si è tradotto in costanti maltrattamenti verbali e non da mio padre (senza lasciare segni), una violenza psicologica incessante che a metà gennaio si è tradotta nel tentativo di picchiarmi: la Polizia ha annotato il fatto, è dunque ad oggi ritenuto “attenzionato”, fermo restando che la sua condotta non è in alcun modo invariata, è cambiato solo il suo atteggiamento verso di me - silenzio punitivo - ma continua a maltrattare mia madre, minacciandola di continuo. Io sto svolgendo un concorso che mi permetterebbe di dare una direzione agli altri in difficoltà, un obiettivo che mi ha sempre stimolato e che individuo come fondamentale soprattutto alla luce del contesto in cui sono: ad oggi sono molto stanca, sia fisicamente che mentalmente, e fra un mese esatto dovrò svolgere l’ultima prova della procedura. Ho un enorme paura di non farcela, d’altronde mi svilivo a fare gli esami per conseguire la laurea in tempo.. Adesso la sento come immensa perchè questo lavoro è anche una via di uscita per rifarmi una vita lontano da queste dinamiche tossiche: e se dovessi fallire? Se non fossi abbastanza per questo ruolo a cui ambisco?