Relazione con uomo separato

Inviata da serenamente · 25 ott 2023 Terapia di coppia

Buongiorno, sono una ragazza di 29 anni fidanzata da un anno con un uomo di 44; ci siamo conosciuti sul posto di lavoro. La nostra frequentazione è cominciata due mesi dopo che la sua ex compagna/convivente se n'è andata e dopo un mese che io ho chiuso una relazione durata alcuni anni.
Lui ha un figlio di 10 anni, con il quale mi ha coinvolta praticamente da subito (2 mesi dopo la nostra prima uscita) e con il quale sia io che la mia famiglia abbiamo da subito creato un bellissimo legame. Abbiamo già fatto diverse vacanze insieme (weekend e settimane), i rispettivi suoceri si sono conosciuti e andiamo tutti molto d'accordo. Unica problematica: la ex compagna ha scelto le vie legali per la risoluzione degli accordi circa mantenimento e affido del minore; non tollera la mia presenza perché sente minacciata la sua figura di madre, quando in realtà io non voglio assolutamente sostituirmi a lei ed il bambino ha ben chiari i vari ruoli e rispetta sia i genitori che me. Per tutto questo anno e mezzo ho gestito (ritengo) egregiamente la situazione sostenendo il mio compagno e mantenendo un ruolo super partes nei confronti del suo conflitto con la ex compagna, specialmente nei momenti in cui è presente il figlio. Questo mi ha sicuramente permesso di guadagnarmi la stima e fiducia sia del mio compagno che del figlio, che mi hanno dimostrato di essere felici della mia presenza. Io e il mio compagno parliamo più volte di convivenza, a seguire un figlio e prendere un cane. Unico "limite" che stiamo affrontando in questo periodo è la convivenza nei giorni in cui il figlio è affidato a lui:
sto con il mio compagno praticamente tutti i giorni; ho già portato (su accordo di entrambi) alcuni dei miei oggetti a casa sua e dormiamo sempre insieme, tranne il mercoledì ed i weekend (alternati) in cui c'è il bambino; quando lui è presente dopocena o dopo la giornata insieme vado a casa, perché il mio compagno teme una sua reazione negativa nel fatto di confermare la nostra convivenza a tutti gli effetti, oltre che una reazione negativa della madre che potrebbe usare questa cosa a fini legali (come già fatto nella prima udienza in Tribunale). Inoltre, la madre tenta di mettere in cattiva luce il padre e mette a disagio il bambino per il rapporto che ha con me (il bambino ha sempre difeso il nostro rapporto anche davanti alla madre) e questo mi impedisce anche di partecipare agli eventi sportivi del bambino. Posso andarci solo quando siamo sicuri che la madre non sia presente; ho infatti presenziato con il mio compagno ad alcune feste ed eventi scolastici solo quando eravamo sicuri che lei non ci fosse, per evitare disagio al bambino.
In alcuni weekend in cui c'è il bambino, gestiamo la cosa organizzandoci per dormire tutti insieme dai miei genitori, questa cosa rende molto felice il bambino che ormai li considera dei nonni acquisiti.
La scorsa settimana il mio compagno ha parlato nuovamente con il bambino riguardo la nostra relazione, lui si è dimostrato felice e cosciente del fatto che tra me e il padre ci sarà una convivenza a tutti gli effetti.
Il mio compagno mi sta chiedendo di attendere l'esito della sentenza (tra qualche mese) per ufficializzare la nostra convivenza e vivere serenamente la nostra vita; solo che nelle ultime settimane mi sento un po' scoraggiata ed innervosita dalla situazione, per il fatto di dovermi spostare a casa dei miei genitori alcune sere a dormire o non poter scegliere se andare o meno ad un evento del bambino perché dipende dalla reazione di una terza persona (la madre). Non capisco se sto sbagliando io, se si tratti di una reazione di sfogo dovuta al fatto che per un anno ho affrontato serenamente tutta la situazione per sostenere il mio compagno o se non riesca più a gestirla. Io desidero proseguire la mia relazione - che assicuro a parte questo non ha problemi - condivido molte cose con il mio compagno e altrettante con il figlio; credo solo che lui sia spaventato di perdere il bambino prendendo in mano definitivamente la situazione che è ancora in balia di avvocati e tribunali. Cosa posso fare?

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