Necessità di partire ma doppio timore
Gentili psicologi, vorrei sottoporvi un personale dilemma: sono al termine del mio corso di laurea che prevede la formazione nel campo dell'insegnamento. Per ragioni lavorative non potrò che spostarmi in un'altra regione d'Italia, non ancora definita, nella quale potrò insegnare con maggiore probabilità e poter maturare il punteggio necessario per poter ottenere supplenze più lunghe; mi sento pronta ad un'esperienza del genere, sento di voler cominciare questa nuova fase della mia vita con molta trepidazione e voglia di mettermi in gioco, e il pensiero di non poterci andare mi mette addosso angoscia, in quanto già in passato ho perso del tempo e perderne ulteriormente mi allontanerebbe dal costruire un'autonomia e una carriera lavorativa nella scuola.
I punti che vorrei sottoporvi sono due:
1) Il mio ragazzo.
Innanzitutto non so come la potrebbe prendere il mio ragazzo, con il quale ho una relazione lunga e seria e con il quale convivo: a causa del punto che vi sottoporrò a breve, il nostro rapporto si è indebolito e temo che non possa prendere bene la cosa (ed è anche il motivo per cui non gli ho ancora parlato); lui non potrebbe seguirmi laddove mi chiameranno perché il suo lavoro non gli consente di cambiare luogo, e questo ci porterebbe ad avere una relazione a distanza che non durerebbe tanto, solamente meno di un anno scolastico, ma comunque ho il timore che possa cercare di trattenermi e, di conseguenza, mettermi il bastone fra le ruote. La cosa confesso che mi deluderebbe alquanto, in quanto andrebbe a minare la mia prospettiva lavorativa e la mia autonomia finanziaria, nonché la mia autodeterminazione...come potrei affrontare il discorso con lui, cercando di convincerlo che sia la scelta migliore per me?
2) Il disturbo psicotico breve di un anno fa
Premetto che sono in cura sia da uno psichiatra che da uno psicoterapeuta da un anno pieno: l'anno scorso ho avuto l'insorgere di un disturbo psicotico breve durato all'incirca due settimane, e sto continuando ad assumere un antipsicotico in dose da 10 mg in maniera regolare da un anno. Ho parlato qualche giorno fa con la mia psicoterapeuta della questione e mi ha aperto una porta circa questa mia possibilità di andare a lavorare fuori regione fra circa 5 mesi, ovviamente con l'eventualità che la nostra terapia possa continuare anche a distanza. Non ho ancora avuto modo di parlarne con il mio psichiatra, invece, ma lui riguardo alla mia paura che possa tornarmi il disturbo a distanza di tempo ha sempre cercato di farmi ragionare sull'idea che non dovrei averne, in quanto mi sto curando seguendo il percorso che avevamo stabilito e che ho fatto un percorso di guarigione notevole.
Riguardo questo punto la mia domanda è: potrebbe essere troppo presto gettarsi in quest'esperienza, considerando sempre che dall'insorgenza del disturbo alla mia partenza saranno passati un anno e 5 mesi? Premetto che ovviamente continuerei la cura anche in un altro posto d'Italia.
Grazie in anticipo per coloro che mi risponderanno e dedicheranno il loro tempo.