Sono troppo confuso, cosa posso fare

Inviata da Sa1717 · 21 apr 2022 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve a tutti, sono un ragazzo di 21 anni e credo di avere qualche problema

Sono sempre stato timido e introverso e non ho la minima idea di come fare amicizia, di come iniziare una conversazione, continuarla e quant’altro. Quando mi trovo con una persona o un gruppo di persone (coetanei e adulti) che parlano tra di loro io me ne sto muto perché non ho mai niente da dire, non so cosa dire. Se trovo qualcosa però mi tempesto di domande: mi chiedo se ciò che sto per dire ha una qualche utilità, se sto per dire una cosa sensata, mi chiedo quali potranno essere le reazioni delle persone, cosa queste persone penseranno di me e di come la loro opinione nei miei confronti possa cambiare. Se riesco a superare tutto e parlo, tendo a parlare velocemente e a bassa voce per nascondere i miei brutti denti che detesto. Di conseguenza a volte mi mangio le parole rendendo così il mio discorso incomprensibile ed essendo poi costretto a ripetere. Riesco a guardare in viso le persone però non per troppo tempo, perché divento subito rosso in viso (con le donne, quando capita che ci parlo). Ciò mi fa sentire diverso, non riesco ad essere come gli altri. La maggior parte delle volte comunque non parlo e me ne sto in disparte. Questo mio modo di essere mi mette a disagio, mi rende inadeguato e pure maleducato. A causa di questi problemi ho perso tutti contatti che avevo con le persone, gente che ho frequentato fino al conseguimento del diploma (circa 3 anni fa)

Dunque attualmente non ho ne amici ne una ragazza e di conseguenza non esco mai di casa, tranne le rare volte in cui mio fratello mi propone qualcosa (lui è fidanzato, e quando mi invita mi sento come una palla al piede perché è come se interferissi nella sua relazione, pur non dicendo nulla).
Sono sempre qui senza far niente tra cui il sabato, la domenica, capodanno e altri giorni festivi, vacanze estive, ecc.. che dovrebbero essere più o meno periodi in cui ci si svaga, ci si diverte, ci si allontana dai propri doveri per stare insieme ad altri. Ma non per me. Questo mi fa sentire ancor più estraneo agli occhi delle persone, in pratica uno sfigato. Ho paura che per questo motivo io non possa essere visto come un ragazzo normale e che qualcuno possa ridere di me o prendermi in giro. Ritornando al fatto di non avere una ragazza faccio presente che non ne ho mai cercata una perché non me ne sono mai interessato, non capisco come possa essere una priorità per chiunque. Pensare poi di dover fare l’amore mi mette persino timore. Non credo di essere omosessuale perché non sono interessato nemmeno ai ragazzi.

Poi non ho nessun hobby, passo le giornate interamente a giocare al PC per camuffare questa mia solitudine, a volte leggo qualche pagina di qualche libro per tenermi attivo mentalmente ma nient’altro. Fino all’età di 16 anni ho praticato calcio, il che era un buon passatempo, ma a volte nel campo era come se fossi assente o pensassi ad altro. Credo questo sia dovuto alla mia forte dipendenza da videogiochi online, che mi perseguita sin da giovane. Infatti già dai tempi preferivo giocare online che trovare qualche amico con cui uscire, la differenza è che non me ne importava molto a quell’età, adesso la solitudine picchia come un martello, ed è per questo che sento di essere molto indietro con i rapporti interpersonali rispetto ai miei coetanei.
Ciò mi fa sentire insoddisfatto di me stesso e ancora una volta diverso dagli altri. Mi sento inutile e incapace.

Non studio, non lavoro (mai lavorato), sono letteralmente un NEET. La mia città offre poco e niente a livello lavorativo, vivo al Sud dove vige la raccomandazione purtroppo.
Sto provando a seguire un corso di digitalizzazione per provare a inserirmi in qualche tirocinio, ma la voglia di studiare è altalenante, infatti passano giorni in cui non studio e quando lo faccio tendo ad annoiarmi subito. Vorrei essere più disciplinato e raggiungere degli obiettivi così da non sentirmi un fallito a fine giornata.

Mi rendo conto che non posso andare avanti in queste condizioni. Ci sarebbero tantissime cose che mi piacerebbe fare, come per esempio iscrivermi in palestra e seguire al contempo una dieta che mi permetta di mettere su massa muscolare. A causa dei miei problemi però devo rinunciare a tutto. Vorrei poter uscire da questa situazione che non fa altro che autoalimentarsi, ma non so assolutamente da dove partire.

Con i miei genitori non parlo praticamente mai (anche se con mia madre ho un rapporto più stretto rispetto a mio padre), tantomeno gli ho mai parlato di questi problemi. Mi vergognerei, mi sentirei in imbarazzo e non ne avrei il coraggio. Sono consapevole che sedute psicologiche sono costose e purtroppo non posso permettermele proprio, per di più mio padre mi scambierebbe per un matto qualora dovessi chiedergli di portarmi dallo psicologo.

In questi ultimi tempi però mi sto accorgendo che la vita mi sta sfuggendo di mano e farmi aiutare da qualcuno mi sembra l’ultima spiaggia. Non so però a quale figura professionale rivolgermi: psicologo, psicoterapeuta, psichiatra, psicoanalista, ecc..? Ci sono tanti nomi ma non so qual è quello di cui necessito. Perdipiù non so quanto mi verrebbe a costare, o se sono presenti agevolazioni per chi ha basso ISEE.
Preciso che ho sempre avuto dei problemi a confrontarmi con le donne, non so perché ma in loro presenza non mi sono mai sentito molto a mio agio. Di fronte a questa mia difficoltà, secondo voi è meglio che mi rivolga ad un uomo o ad una donna? Poi non fidandomi delle persone avrei qualche dubbio su chi mi dovrebbe aiutare: come faccio a sapere se uno è bravo o no? Se mi sta realmente aiutando o no? Io non conosco nessuno che mi possa consigliare da chi andare. Infine non so assolutamente come comportarmi con i miei genitori, perché vi assicuro che non ho un filo di coraggio per dirgli che ho bisogno seriamente di uno psicologo, mi vergognerei più del solito. Ho troppa paura che me la facciano pesare e che mi facciano sentire in colpa per non esserci andato prima. D’altro canto non posso nemmeno evitare di dirglielo perché io non esco praticamente mai di casa e se mi assento per troppo tempo arriverebbero a sospettare qualcosa. Come posso fare? Sento di avere le mani legate.

Concludo dicendo che mi sono sempre vergognato a parlare di me stesso con chiunque e tutto ciò che ho scritto qui non lo sa nessuno, voi che leggete siete gli unici a conoscere i miei pensieri e i miei problemi. Se avete qualche consiglio mi farebbe tantissimo piacere. Fino ad ora mi sono sempre sentito dire: parla di più, fai amicizia, esci di casa, fatti un giro, trovati un lavoro, ecc... Tutte cose che vorrei fare, ma nessuno mi ha mai mostrato la strada per riuscire a raggiungere questi obiettivi.

Grazie per avermi dedicato del tempo.

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Miglior risposta 22 APR 2022

Ciao! Innanzitutto vorrei farti i complimenti per la chiarezza con cui hai espresso i tuoi problemi e soprattutto perché hai raggiunto un livello di consapevolezza tale che ti ha spinto a chiedere aiuto a un professionista. Partirei dai tuoi problemi relazionali e dalle difficoltà che sperimenti quando ti trovi in mezzo agli altri. Da ciò che scrivi sembra che in passato hai avuto una forte dipendenza da videogiochi che ha comportato un ritiro dal mondo esterno e quindi ha diminuito la possibilità di sperimentarti nel mondo relazionale. La fase adolescenziale é un periodo crítico della vita in cui avvengono molti cambiamenti, corporei, mentali, sessuali e sociali e molte volte ci si trova ad affrontare questo momento critico da soli, senza qualcuno che sappia supportarci o consigliarci. Uno degli obiettivi primari di questa fase di vita é il distacco graduale dalla famiglia di origine attraverso l'interazione con i coetanei, quindi la costruzione di relazioni amicali o amorose. In realtà non esiste una ricetta precisa per compiere questo passaggio, ognuno ha i suoi tempi e le sue modalità per farlo. Sottolineo però l'importanza di questo passaggio cruciale in quanto interagire con l'altro é un banco di prova, un allenamento fondamentale in questo periodo di vita perché ci permette di conoscere come funzionano gli altri e soprattutto come funzioniamo noi relazionandoci con gli altri. Infatti all'inizio le interazioni tra adolescenti risultano essere goffe, esagerate, inappropriate, col tempo però migliorano, un po' come quando un calciatore dilettante che con il tempo, a forza di allenarsi e giocare partire, riesce ad avere sempre più dimestichezza con la palla! Tutto ciò per dirti che il disagio che provi quando stai in mezzo alle persone é collegato al tuo ritiro dal mondo esterno che ti ha negato la possibilità di sperimentarti nelle relazioni con gli altri. Anche la tua inibizione con le donne potrebbe essere collegata a tutto ciò, e qui si incontrano più difficoltà in quando la donna si differenzia da noi su molti aspetti che si scoprono attraverso interazioni autentiche che possiamo costruire con loro. La scoperta della sessualità é un'altra caratteristica importante che si sperimenta durante la fase adolescenziale, e come ogni aspetto della vita, necessita di essere esplorata per essere compresa. Ricordati che anche l'aspetto auoerotico, masturbatorio é importante per comprendere questo aspetto, permettendoci di conoscere il nostro corpo e ciò che ci fa provare piacere. Sei sei eterosessuale, omosessuale, bisessuale ecc. lo scoprirai con il tempo, quando troverai la tua dimensione sessuale. Sui tuoi genitori, sei sicuro che aprirti a loro dicendogli di avere una problematica che vorresti affrontare con l'aiuto di uno psicologo comporterebbe una loro reazione negativa? Molte volte i genitori non parlano dei problemi che vedono nei figli perché loro stessi non sono abituati a parlare dei loro. Secondo me, potresti provare a cambiare questo meccanismo cercando di aprirti a loro.
Per finire mi sento di regalarti questa immagine che mi é venuta in mente leggendo il tuo scritto: ho immaginato un animale, un cavallo per l'esattezza, cresciuto in una gabbia per troppo tempo che riportato nel suo ambiente naturale, in maniera goffa ha iniziato a fare i suoi primi passi. Ebbene per questo primo periodo ha necessitato di persone esperte e altre che si erano affezionate molto a lui per poter comprendere e sapersi muovere nel suo ambiente. Queste difficoltà iniziali gli hanno permesso poi di correre libero, autonomamente. Non avere paura di chiedere aiuto, trova il coraggio per farlo!!

Dr. Simone Tetti Psicologo a Aprilia

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22 APR 2022

Buongiorno Sa,
dal tanto che hai scritto si percepisce quanto bisogno hai di esprimersi, di raccontarsi ed essere ascoltato. Hai fatto un passo importante nel scriverci. Prendendo in considerazione ciò che hai descritto posso percepire quanto è stato difficile superare la tua inibizione e i tuoi sospetti per informarci quello che si passa con te e porti dentro come un segreto assoluto. Sei arrivato a un punto di non poter resistere e hai acquisito la consapevolezza di non poter continuare così e dell'assoluta necessità di iniziare un trattamento. Il passo successivo è vincere le
difficoltà e parlare con i tuoi genitori. Loro probabilmente avranno osservato il tuo isolamento anche se non avete mai parlato esplicitamente. È importante che tu parli con loro anche senza dire tutto che hai scritto, ma indicando chiaramente l'urgenza e di sentire la necessità imprescindibile di rivolgersi a uno psicologo.
Quanto alla scelta capisco che davanti all'universo tanto ampio e diversificato dell'offerta uno può sentirsi disorientato.
Da quello che hai detto sarebbe meglio che lo psicologo fossi in uomo. Non mi pare che sia il caso di uno psichiatra. Secondo me il giusto per te è una psicoterapia di base psicoanalitica con un terapeuta con cui creare e sviluppare un rapporto di fiducia. A questo proposito quello che è il più importante è
la qualità personale del terapeuta. Come saperlo? Una prima impressione tu poi avere facendo un primo colloquio (se non trovi uno nella tua zona puoi cercare di farlo da remoto). Se nel primo contatto tu senti una buona sintonia è già un buon indizio. Potrai poi confermarlo nei successivi incontri. Sarai sempre libero di cambiare e continuare la ricerca. Spero esserti stato di aiuto. Qualche dubbio puoi contattarmi.
Un saluto e una buona giornata.

Dr. Gilberto G. Villela Psicologo a Roma

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22 APR 2022

Ciao, leggo le tue parole e mi colpisce il "titolo" di questa lettera: SONO TROPPO CONFUSO, COSA POSSO FARE. Io da ciò che leggo sento un forte senso di inadeguatezza, dolore e voglia di cambiamento, ed è tutto ben descritto, nomini le emozioni in modo puntuale, hai fatto una descrizione precisa della tua situazione attuale relazionale, familiare del presente e del passato, hai definito alcuni degli obiettivi che ti piacerebbe raggiungere, hai scritto che sei consapevole che così non puoi andare avanti, tutto questo per dire che non c'è confusione tra le tue parole affatto, e anche sul cosa posso fare, forse è qui la difficoltà centrale, voglio dirti che scrivere qui, superando la vergogna è la prima cosa che si può fare e l'hai fatta. Come andare avanti? Innanzi tutto per rispondere alla domanda a chi rivolgerti la risposta è uno psicoterapeuta con il quale valutare la possibilità/necessità di rivolgersi ad altre figure professionali; sicuramente da quanto descrivi sarebbe importante capire se hai mai fatto dei controlli, come delle analisi, per capire se parte del tuo disagio possa dipendere ad esempio anche da un'attività insufficiente da parte dei neurotrasmettitori, o in generale se c'è qualche disfunzione che rende difficile la cura del tuo disagio. Esistono diverse realtà, nell'ambito della psicoterapia che tengono conto delle difficoltà economiche, esistono consultori che danno prestazioni gratuite, ma anche privati, come me ad esempio, che tengono conto delle possibilità economica del paziente e adattano la tariffa alla sua esigenza. Nel tuo caso però ancora non sai se questa difficoltà è concreta, cioè sicuramente allo stato attuale non puoi pagartela da solo, ma non sai la disponibilità dei tuoi genitori a supportarti in questo percorso. Tra le parole che hai scritto, c'è ho paura che mi facciano sentire in colpa per non aver iniziato prima, questo fa intendere che ci sia la possibilità che anche loro riconoscano il tuo disagio e che pensano ad un aiuto per te già da tempo. Se questa ipotesi fosse vera la difficoltà maggiore non sarebbe più fargli capire la situazione e il tuo disagio, ma che fino adesso non eri pronto a chiedere aiuto, mentre adesso hai il desiderio di un cambiamento che vuoi provare a raggiungere attraverso, ad esempio, un lavoro di terapia personale. Tra l'altro lavorare su questi temi, con il tempo, ti permetterà di uscire da questa condizione di isolamento, quindi non è detto che tu debba essere supportato economicamente per tutta la durata della terapia. Chiedevi se uomo o donna, scegli ciò che ti fa sentire più a tuo agio, sapendo che la cosa fondamentale per fare un buon lavoro è l'alleanza terapeutica, cioè la fiducia reciproca che si instaura tra te e il terapeuta e questa può andare oltre l'esser donna o uomo; io ad esempio propongo sempre un primo colloquio conoscitivo gratuito per dare la possibilità al paziente di sentire se quello (l'ambiente, lo sguardo del terapeuta...) è il luogo giusto dove provare a condividere la propria storia ed entrare in contatto con le proprie emozioni. Voglio aggiungere che probabilmente c'è l'urgenza di "uscire di casa, fare amicizie, lavorare..."ma ricorda che bisogna iniziare dalle cose più facili e raggiungibili, nel tuo caso qualche movimento che possa contrastare l'immobilità e la passività che caratterizza le tue giornate, si può iniziare a fare dentro casa questo è utile per mettersi in ascolto delle sensazioni, per es. se normalmente mi sveglio tardi, provo a svegliarmi un pò prima (non presto, ci si arriva step by step) e a capire come mi sento? perché conosci benissimo le sensazioni legate all'immobilità ma sono sconosciute quelle legate al movimento, all'attività e chissà che non possa essere una bella scoperta.
Ti auguro di continuare quello che hai già iniziato qui, scrivendo: fare qualcosa, come cercare aiuto, per ritrovare il benessere e gli stimoli adatti ai tuoi 21 anni.

Dott.ssa Laura Mangiagli Psicologo a Roma

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22 APR 2022

Ciao Sa1717. Ho letto attentamente le tue parole e colgo una consapevolezza del disagio e una voglia di cambiare che ritengo siano già un primo passo importante, infatti hai avuto il grande coraggio di scrivere e raccontare. Un percorso terapeutico può aiutarti a trovare gli strumenti necessari per evolvere la tua situazione. Un primo passo, anche se difficile, potrebbe essere quello di confidarsi con uno o entrambi i genitori, per cercare insieme un momento di cambiamento per tutta la famiglia. Il confronto comporta difficoltà e malessere ma può essere un'opportunità per mettersi in gioco e fare qualcosa per sé stessi e per le persone che ci vogliono bene, che inevitabilmente avvertono che qualcosa non va. Potresti rivolgerti al tuo medico curante per esporgli la situazione ed entrare in contatto con il servizio di salute mentale più vicino, per un sostegno psicologico da parte delle istituzioni. Rimango a disposizione qualora volessi confrontarti.

Dott. Giorgio Semovigo Psicologo a Chiavari

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22 APR 2022

Buongiorno
dal tuo post traspare quello che provi e immagino ti come tu ti senta. almeno attraverso la scrittura sei riuscito a tirare fuori tantissimo ed è sicuramente un canale da utilizzare. un percorso terapeutico potrebbe aiutare a gestire le difficoltà che riferisci nelle relazioni interpersonali e trovare la strada di cui parli per raggiungere i tuoi obiettivi che andranno individuati (ad esempio ci sono attività lavorative nelle quali ti vedresti o che ti interessano?)
molto probabilmente ci sarà da affrontare anche la dipendenza dai videogiochi.
essendo maggiorenne non è richiesta nessuna autorizzazione dei genitori ma nel tuo caso consiglierei di affrontare l'argomento. con loro. non è una colpa chiedere aiuto.
la tua capacità di scrittura è notevole e come inizio potresti provare a buttare giù una lettera coi tuoi interessi. e capacità.
non ci sono controindicazioni sul sesso del terapeuta. scegli chi preferisci almeno all'inizio. poi in base al percorso che sceglierai di affrontare potresti scegliere il professionista a seconda della tipologia di percorso che riterrai appropriato (psicanalisi, terapia cognitivo comportamentale, sistemico-relazionale...).
le normative vigenti permettono di scaricare un consulto psicologico come qualunque altra prestazione sanitaria. la cifra scaricabile varia comunque in base all'ISEE. puoi chiedere un consulto anche alla ASL se ritieni troppo oneroso il percorso da un privato.
A disposizione per chiarimenti
A presto
Dott. Sommi Lorenzo

Dott. Lorenzo Sommi Psicologo a Sarzana

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22 APR 2022

Caro Sa, dal tuo racconto emerge il tuo malessere per la situazione in cui ti trovi ma anche la tua volontà di trovare una via d'uscita e iniziare a vivere a pieno la tua giovane età. Comprendo la sua vergogna a parlare di sè stesso con gli altri, a volte lasciamo che la paura del giudizio altrui ci limiti; se deciderà di intraprendere un percorso psicologico lei troverà dall'altra parte un professionista che non sarà li per giudicarla, ma per accompagnarla sulla strada verso la ri-scoperta delle sue risorse personali che le saranno utili per affrontare al meglio la quotidianità.
Cerchi anche di parlare con i suoi genitori, anche se non le risulta facile, spiegando loro come si sente e come mai ha questa necessità di rivolgersi a qualcuno che la possa sostenere. I genitori sorprendono.
Resto a disposizione, anche online.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Manzoni.

Dott.ssa Sara Manzoni Psicologo a Treviglio

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22 APR 2022

Salve Sa, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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22 APR 2022

Leggendoti comprendo il tuo dolore e il tuo senso di solitudine ma vedo anche che ti sei concesso di esprimerti e di mostrarti se pur solo attraverso la scrittura. Ti ringrazio per la condivisione delle difficoltà che stai vivendo e credo che tu abbia il potere di trasformare questi ostacoli in trampolini di lancio verso i tuoi sogni e i tuoi desideri, anche grazie un supporto adeguato. Vedrai che nel guardarti dentro scoprirai tante risorse inaspettate e potrai mettere in campo come desideri. Sono qui qualora volessi scegliere di lavorare insieme e scrivere un nuovo capitolo della storia della tua vita. Buona giornata

Dott.ssa Giada Alberti Psicologo a Roma

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