Mi sento come un uccello in un acquario, sono strana io?

Inviata da michela · 31 ago 2022 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve, vi scrivo perché ho bisogno di alcune risposte per questi miei dubbi che mi attanagliano.
Mi sento proprio come un uccello in un acquario, abito in un paesino non molto piccolo e nemmeno tanto sconosciuto, ma nemmeno grande quanto una città, le persone qui sono sempre le stesse, le solite facce, io ho 19 anni e il fatto è che non mi trovo proprio con i miei coetanei di qui. Ho una vita sociale abbastanza attiva, non sono una di quelle tipe che non vanno alle feste o in giro, anzi, ma non riesco propri ad approcciare con i coetanei del posto, il perché? Li vedo tutti falsi e non lo dico senza conoscerli, ma molti, abbastanza, mi hanno fatto dei torti e se non a me, a qualcuno che conosco. Qui sono le tipiche persone con la puzza sotto al naso, che ti sorridono e poi il giorno dopo ti ridono dietro o se ne sbattono di te. Ho conosciuto persone che sembravano buone, brave e poi ho saputo che invece erano tutt’altro. Qui è come se tutti credono di prendersi gioco di te, se stai al gioco bene, diventi uno di loro, altrimenti sei quello strano.
Io non sto al gioco, perché la falsa non la riesco a fare, infatti non sto mai con loro. A stento li saluto, anzi cerco di evitarli.
Qui tutti hanno rapporti con tutti, io a 19 anni sono ancora vergine e sono anche stata sminuita per questo da queste persone, loro combinano cose di tutti i colori, ho una mia cugina che è stata con il ragazzo che mi ha ferita, (il più falso che abbia mai conosciuto, e non lo dico perché tipo mi ha rifiutata o altro, anzi l’ho rifiutato io, proprio perché non me la contava giusta e alla fine avevo ragione, faceva e fa il doppio gioco con tutte, cerca di imbambolarti con le parole, vuole manipolarti solo per portarti a letto, il tipico belloccio pieno di se), poi ritornando a questa mia cugina, è stata pure con il migliore amico del suo fidanzato, ha tradito il fidanzato con un altro belloccio, va con tanti di loro, ha baciato quello che piaceva ad una sua amica, ne ha fatte veramente di tutti i colori, sorride e scherza con il ragazzo che ha messo le corna alla sorella, ma il guaio è che non solo lei è così qui, ma quasi tutti… Sono tutti così. Io non riesco a stare qui. Ho passato anche un brutto periodo, dove non ero stimolata nemmeno a uscire, sono entrata in depressione lieve e sono andata da una psicologa per un anno, che devo dire la verità mi ha tirato molto su. Avevo perso, (anche per altri motivi e fattori terzi) il gusto di parlare con la gente, il gusto di andare alle feste, di uscire, di interagire, uscivo e non vedevo l’ora di tornare a casa, a casa poi la situazione con i miei era peggio, e così mi chiudevo in stanza, nella mia tana-trappola e mi svegliavo solo per aspettare di nuovo la notte per dormire.
Però l’ho superata, mi sono rialzata. Ma davvero non capisco, la domanda che vi pongo dunque è. Sono io la strana? Sbaglio in qualcosa? dovrei godermi di più la vita e fare ad esempio come questa mia cugina?
A me non piace essere una che la da a tutti, io sono più quel tipo di persona piena di dignità, che se qualcosa non si fa col cuore o non ne vale la pena non la faccio. Qualche volta mi sono lasciata andare ma mai con gente del mio paese. Dunque, sbaglio io? perché davvero mi sento un’idiota in mezzo a loro.
Preciso anche che io ho tante amiche, molte di loro come ho già detto, falsine, ma ho le mie migliori amiche con cui ho un legame stupendo, che però abitano lontano, a circa 1h da me, ci vediamo ma non usciamo negli stessi luoghi quindi non avendo la patente sono costretta a stare qui, spesso me ne andavo da loro e restavo a dormire, ma posso farlo 1/2/3 volte, non sempre.
Non so come fare per sentirmi a mio agio. Voglio capire se sbaglio e dove sbaglio.
Devo iniziare a fare come loro?

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Miglior risposta 1 SET 2022

Cara Michela,
questi sentimenti di inappropriatezza rispetto ad un ambiente descritto in questo modo, reputo siano salvifici.
Il fatto che la maggior parte delle persona che la circonda agisce e pensa in un certo modo le fa credere che quella è la normalità (concetto statistico che si rifà ad una questione meramente di quantità: se più persone buttano la carta per terra si sosterrà che la normalità è buttare la carta per terra). La normalità non sempre coincide con quel che è buono.
Se lei si sente a disagio tra persone false, non cercherei di sopprimere questo sentimento ma ascoltarlo.
Quello che mi sento di consigliarle è iniziare anche solo a progettare di fittarsi una stanza in un altro posticino nel mondo e andare a lavorare/studiare fuori sede, una città con un fermento culturale che possa farla sentire a casa.
Le realtà delle piccole città possono essere soffocanti per menti che sono di natura più aperte e curiose, non si lasci affondare da una mentalità che lei reputa mediocre solo per essere accettata. Lei va bene così com’è, non smetta di accettarsi, perché in fondo si legge che preferisce essere se stessa piuttosto che come sua cugina.
La diversità porta solitudine e sofferenza, ma la favola del brutto anatroccolo, come tutte le favole, ha un bellissimo messaggio per lei.
Le auguro di trovare il suo posto e le sue persone.

Dott.ssa Renata Pellegrini Psicologo a Napoli

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5 SET 2022

Gentile Michela, lei non è strana e non sbaglia a non voler essere come sua cugina e a non volersi omologare al modo di fare dei suoi compaesani.
Tuttavia, ciò non vuol dire che deve necessariamente tagliare tutti i ponti con loro; infatti è sufficiente, al momento opportuno, imparare a sostenere con valide argomentazioni e con assertività ( che vuol dire con determinazione e rispetto e quindi senza aggressività) i suoi valori e princìpi.
Questa modalità va bene anche se applicata nell'ambito della relazione intrafamiliare che andrebbe migliorata in vista di una sua futura autonomia.
Pertanto le consiglio di riprendere la psicoterapia precedente o intraprendere un nuovo percorso terapeutico per acquisire queste competenze.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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2 SET 2022

Buongiorno Michela, non c'è niente di sbagliato nel sentirsi diversa e non riconoscersi in una realtà mediocre che, dalla sua descrizione, è l'unica offerta dal paesino in cui vive. Il problema è cosa fare, perchè nella sua situazione la soluzione più ovvia sarebbe quella di orientarsi verso un altro posto in cui vivere, una città più grande ad esempio. Il problema è che questo richiede uno sforzo personale maggiore che deve poter essere disposta a fare per rendersi più indipendente. Però si intravede già un ostacolo, come mai a 19 anni non ha la patente? la patente è uno dei primi strumenti attraverso cui guadagnamo un livello superiore di indipendenza, ed il fatto che non l'abbia ancora presa può essere un segno che non ha tutta questa voglia di allontanarsi.

Dott. Matteo Mossini Psicologo a Parma

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2 SET 2022

Gentile Michela, è drammatico lo scorcio di società che racconti.
Ci sono diversi elementi positivi però. 1) se non faccio parte del gioco, molto probabilmente sono diversa da loro; 2) la pressione sociale può essere tanta, ma sono riuscita a costo di isolarmi a non cadere in giochi che non apprezzo.
Se il mio malessere è legato a queste persone, come mai non provo ad allontanarmi dal posto stesso? Le persone non posso cambiarle, ma posso decidere se frequentare loro oppure no. Che sia per lavoro o università, l'idea di cambiare posto? Fattibile?
Probabilmente riprendere un percorso psicologico la potrebbe aiutare a tenersi desta senza cedere a questi episodi poco divertenti.
Cordialmente, Dottor Savasta.

Dottor Antonino Savasta Psicologo a Pistoia

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1 SET 2022

Buongiorno Michela, la sua domanda mi fa pensare in "piccolo"...
spesso nel suo scritto una parole come paesino, amiche piccole, luoghi piccoli... Come mai?
Cordiali saluti (salutini?)

Dott. Paolo Bonizzoni Psicologo a Milano

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1 SET 2022

Non sempre il detto "se non puoi combatterli unisciti!" è cosa buona per noi !
Cerca di organizzare al meglio l'uscita con le tue amiche che sono più lontane, magari uscirai meno volte ma quelle volte saranno qualitativamente migliori.
Nel frattempo bisogna lavorare sulla frustrazione di uscire e stare con quelle persone, così come sono. Non con la "presunzione " di cambiare loro ne con l'ipotesi di cambiare noi, è quanta energia dedichiamo a queste persone e la nostra intenzionalità che fa la differenza.
Un sabato sera in compagnia di queste amicizie di paese per uscire e "stare bene" è pur sempre cosa accettabile. Se diventa inaccettabile anche questo, organizzati diversamente, trova nuovi hobby, concentrati su altro che riguarda te stesso compreso la possibilità di prendere grandi momenti per te. si aprono numerosi varchi .

Dott.ssa Paradisi Benedetta Psicologo a Spello

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1 SET 2022

Cara Michela,

non è necessario che diventi come loro se questo significa tradire i tuoi valori e la tua dignità.
Le risorse che scorgo dal tuo scritto sono le tue amiche più care; comincia ad agire per prenderti la tua indipendenza grazie alla patente che a 19 anni ti consentirebbe di spostarti autonomamente.
Peraltro, qual'e' il tuo sogno nel cassetto? Vorresti studiare o lavorare? Parti da te stessa, dalle tue risorse e dai tuoi talenti.
Sono a tua completa disposizione, anche online.

Dott. ssa Francesca Orefice.

Dott.ssa Francesca Orefice Psicologo a Bologna

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1 SET 2022

Salve Michela mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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