Generalmente un narcisista che applica la manipolazione e quindi utilizza gli altri come oggetti, non riconoscendone così i sentimenti, non empatizza con loro, non condivide il loro stato d'animo. Si potrebbe forse dire che si dissoci emotivamente da loro. Ma come fa dunque un individuo non dotato di empatia nei confronti di un altro a manipolarlo, se per fare ciò è necessario "leggerne la mente"?
Come può comprenderlo, prevedere le sue mosse, le sue reazioni, se non riesce ad empatizzare e ad immedesimarsi?
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14 DIC 2015
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Non essere empatico, non implica non entrare in contatto. Ma farlo in modo perverso.
Invece di instaurare una relazione soggetto-soggetto, il narcisista manipolatore, instaura una relazione soggetto-oggetto, in cui l'altro è visto come "qualcosa" da sottomettere. E questo implica sempre un rapporto di conoscenza, solo che non è di tipo empatico.
In altre parole la relazione è di "uso" e non di "cura".
I ruoli sono quindi polarizzati e non duttili, e questo non da modo a chi è vittima di questi "personaggi" di poter creare, con loro, una relazione diversa da quella già stabilita.
Ovviamente questa è una parte di un discorso più lungo, ma può dare un'idea del fatto che il narcisista conosca l'altro, ma che non sia empatico.
19 DIC 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Francesco,
col termine "empatia" si intende generalmente la capacità di comprendere lo stato d'animo e la situazione emotiva di un'altra persona mettendosi per così dire "nei suoi panni".
Ne consegue che leggere la mente e capire le intenzioni dell'altro per poterlo manipolare ad esclusivo vantaggio personale non corrisponde all'essere empatico nei suoi confronti ma corrisponde piuttosto ad un processo cognitivo che nulla ha a che fare con le emozioni. In tal caso, volendo usare, per estensione, il termine "empatia" si dovrebbe parlare di empatia cognitiva.
Analogamente, il sentire nel proprio corpo un dolore fisico inflitto ad un'altra persona, può essere definito "empatia corporea".
Tuttavia, nel linguaggio comune, per empatia si intende pressocchè esclusivamente l'empatia emotiva.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
15 DIC 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Francesco Buongiorno
partiamo dalla etimologia:
"em-pa-tì-a " = Comunione affettiva attraverso un processo di immedesimazione; in psicologia, capacità di comprendere i sentimenti e i pensieri altrui dal greco: en =dentro pathos=sentimento.
All'origine l'empatia era il legame di partecipazione emotiva che univa l'aedo col suo pubblico. Da questa meravigliosa denotazione è sgorgato un significato più ampio, di portata immensa, cifra di ogni buon rapporto, di ogni relazione fertile".
Io credo che si debba partire dal fatto che il narcisista non è in grado di compartecipare del "sentire" dell'altro e, pertanto non si preoccupa del suo dolore e dei suoi sentimenti.
La manipolazione nasce dall'intuire acutamente i punti deboli dell'altro senza tuttavia percepirne il dolore interiore ... quindi tutto è volto immediatamente a fini che soddisfano il "principio del piacere"; unicamente il proprio piacere cioè quello del narcisista.
Come la stessa parola indica, nell'origine del mito, il narcisista rispecchia e ama solo se stesso e persegue i suoi interessi.
Il libro più bello che esamina il narcisismo da vicino è : "L'eredità di Eszter "(titolo originale Eszter hagyatéka) è un romanzo dello scrittore ungherese Sándor Márai, pubblicato per la prima volta in Ungheria, nel 1939.
“Non so che cosa mi riservi ancora il Signore. Ma prima di morire voglio narrare la storia del giorno in cui Lajos venne per l'ultima volta a trovarmi e mi spogliò di tutti i miei beni” ...così inizia il libro...lo legga, risponderà ai suoi perché.
Un cordiale saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa-Psicoterapeuta
14 DIC 2015
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Come ha descritto lei Francesco, una persona narcisista utilizza gli altri per raggiungere i suoi scopi e lo fa anche attraverso la manipolazione; ció avviene perché possiede un' empatia cognitiva e non un'empatia emotiva. Comprende il punto di vista dell'altro e le sue reazioni, ma non prova emozioni congruenti a quelle che prova l'altro in una data situazione. L'empatia può essere motoria (lo sbadiglio o il pianto a catena dei neonati), cognitiva ed emotiva