La terapia cognitivo comportamentale è davvero più efficace delle altre?

Gentile anonima,
Il “verdetto del dodo” (dodo bird verdict), termine ideato da Saul Rosenzweig nel 1936, è la teoria secondo la quale tutti i tipi di psicoterapia sono ugualmente efficaci, essendo l’efficacia del trattamento dovuta non agli specifici metodi usati dallo psicoterapeuta, ma a qualcosa di molto generale che tutte le psicoterapie hanno in comune.
Quella di Rosenzweig era solo un’ipotesi non supportata da dati, ma più recentemente molte ricerche che mettevano a confronto vari metodi terapeutici sono giunti alla stessa conclusione: secondo alcuni studi allo specifico trattamento, addirittura, può essere attribuito solo uno 0,2% della variazione nell’efficacia totale.
Quindi non esistono terapie più efficaci di altre, ognuna può essere efficace per ogni tipo di problema. Oggi infatti la psicoterapia, come anche le altre scienze, hanno sviluppato di approcci e metodi sempre più innovativi che permettono alle persone di stare meglio nel più breve tempo possibile ed in maniera definitiva.
Ad esempio, rispetto alla sua richiesta di una terapia mirata a risolvere problemi emotivi di lungo corso senza guardare anche al passato e alla storia dell'individuo, le posso indicare l'approccio in cui sono specializzata, ovvero quello delle Terapie Brevi.
La Terapia Breve è molto pratica e concreta: non si scava nell’inconscio e non si va alla ricerca di presunte cause passate, a meno che, ovviamente, non ce ne sia necessità. Quindi si concentra maggiormente sul presente, su come il problema si manifesta oggi, per identificare, fin dalla prima seduta, i meccanismi che lo mantengono. Optando quindi per un lavoro mirato, focalizzato su ciò che realmente disturba la persona, per aiutarla a stare meglio in tempi brevi.
Spero di esserle stata utile e resto a disposizione per un'eventuale consulenza psicologica.
Saluti.
Dott.ssa Deborah De Luca

La sua capacità di attivarsi per superare gli ostacoli interiori in modo sano è la terapia migliore.

Buongiorno Anonima,
una domanda come la sua può scatenare una difesa ad oltranza dei vari orientamenti terapeutici e lei resterebbe comunque senza una risposta ai suoi interrogati. Da questo punto di vista la mia collega le ha già risposto in modo completo, onesto e pacato.
Vorrei solo aggiungere un breve commento: lei ci chiede se veramente " una terapia può risolvere problemi emotivi di lungo corso senza guardare anche al passato e alla storia dell'individuo". Questa sua domanda a mio avviso lascia già intravedere la risposta, perchè da essa trapela il desiderio di rivisitare le sue relazioni e i suoi vissuti passati per trovare un'origine e una logica al suo malessere attuale.
A questo punto scelga lei! Buon lavoro in ogni caso.

Gentile utente, sicuramente la TCC non è la più efficace, altrimenti tutti i terapeuti del mondo abbandonerebbero i loro
approcci per specializzarsi in questo da lei citato. Ciò detto, dal momento che presume che, fatta esclusione per la TCC
che peraltro con lei non ha funzionato, gli altri approcci siano basati sulle "chiacchiere", le suggerisco vivamente di fare
quattro chiacchiere con un'amica, visto che il costo delle sedute psicoterapiche attualmente si aggira intorno ai 70- 100 euro.
La motivazione è come il talento, o ce l'hai o non ce l'hai. Nemmeno il migliore dei terapeuti potrà agire sul proprio paziente
dotandolo di quell'elemento che definirei "indispensabile" ai fini del buon esito del percorso, che è appunto la MOTIVAZIONE.
Spero di essere stata abbastanza chiara relativamente ai suoi tanti dubbi. Dott.ssa Daniela Noccioli.

Buongiorno signora
Non esiste una terapia migliore dell altra.
La psicoterapia Cognitivo Comportamentale analizza di solito la storia del paziente, con relativa diagnosi. E poi da altro
Le tecniche per l ansia sono diverse.
Mi spiace che lei si sia trovata male con il collega.
Le consiglio di riprovare con un altro collega.
Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Gentile,
La scelta del percorso è talmente soggettiva che secondo me non si può generalizzare e dire che una terapia è più efficace delle altre (sebbene molti colleghi la pensino in questo modo). Credo che bisogna comprendere dentro di sè cosa sia meglio per se stessi e l'approccio da seguire. Se lei sente che sia necessario un tipo di lavoro più approfondito su se stessa-si fidi di se stessa-, per comprendere le cause dei suoi meccanismi e capire, attraverso le sue risorse, come cambiare alcune parti, profonde, aggiungerei, che in lei creano malessere e disagio, allora intraprenda un percorso che abbia un approccio psicodinamico, in cui effettivamente si mettono in gioco delle parti differenti ed il lavoro è impostato su di sè diversamente.
Il sintomo ci informa che qualcosa di non detto nella nostra mente ci sta facendo star male, noi possiamo scegliere di andare oltre il sintomo per ristabilire un nuovo equilibrio di benessere dentro noi stessi.
Le auguro buona fortuna.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Ciao, ogni terapia può essere efficace tanto quanto le altre, così come ogni psicologo nonostante ognuno sia diverso dall'altro. Per tanti motivi la tua terapia potrebbe non aver estinto il sintomo ma non vederlo come un fallimento.
La TCC lavora direttamente sul sintomo attraverso strategie pratiche che ti permettano di gestire l'acuto; magari il lavoro che hai bisogno di svolgere è più profondo, la ricerca delle cause in cui si radica la tua ansia e nelle analisi delle situazioni che la generano. Potresti aver accettato la tua ansia durante la terapia ma fartene una colpa crea un conflitto interno che la acutizza. Hai bisogno di perdonarti per questo.
Io sono una specializzanda ad indirizzo umanistico bioenergetico, si parla di una psicoterapia integrata che ha come focus il corpo e le emozioni. Se ti avessi incuriosito non esitare a contattarmi.
Nel caso contrario ti auguro di avere il coraggio di mettere in dubbio il tuo fallimento e prenderti cura di te stessa, sei molto coraggiosa.

Buongiorno,
Per rispondere alle sue perplessità, non mi sentirei di dire che un orientamento psicologico sia più indicato di altri nel trattamento clinico, ognuno ha la sua consistenza teorica e validità; io, ad esempio, provengo da un orientamento cognitivo costruttivista. La ricerca su internet è talvolta fuorviante e superficiale. Piuttosto un orientamento clinico può essere più affine a sé rispetto ad altri tale da stimolare curiosità, alleanza terapeutica e Co-costruzione del percorso nel tempo. C'è da aggiungere che, al di là del proprio orientamento clinico, ogni professionista agisce in terapia il suo "modo di essere", che non ha nulla a che fare con la formazione professionale ma piuttosto con la propria personalità. Questo aspetto incide notevolmente sul modo di essere del terapeuta nella sua clinica. Le suggerirei di non lasciarsi frenare dalla sua esperienza passata, è un bene che lei si informi sull'esistenza dei diversi orientamenti perché da valore al suo bisogno e alla sua persona ma si lasci anche un po' incuriosire dal "non riconosciuto/esplorato". Si ascolti, di pancia, e segua il suo istinto.. In questi casi solo l'esperienza potrà darle risposte. Buon ascolto e ricerca.
Cordialmente.

Dott.ssa Alessia Di Pancrazio

Gentile Anonima, nella psicoterapia ci sono tanti fattori che influenzano il risultato. Il tipo di approccio (così come le tecniche usate) può essere uno di questi fattori ma non è quello determinate.

La differenza la fanno la relazione (alleanza), la fiducia nel cambiamento, la fiducia nel professionista, la motivazione alla terapia.

Partire con un atteggiamento di sfiducia può ostacolare il lavoro terapeutico perché è come se una parte della mente "remasse" nella direzione del "non funzionerà" orientando la persona verso quel risultato.

Inoltre c'è la questione del tempo. Ogni persona ha tempi di cambiamento che possono essere diversi.

Le suggerisco di valutare quanto si sente effettivamente motivata a intraprendere un percorso di psicoterapia ed eventualmente di contattare più professionisti per un primo incontro per capire con chi si sente più affine.

Un caro saluto

Luisa Fossati

Buongiorno,
La psicoterapia cognitiva comportamentale è evidence based, quindi comprovata scientificamente. Questo però è dovuto anche al fatto che è un orientamento che ha investito di più nella ricerca.
Detto questo, il mio orientamento è cognitivo Neuropsicologico, che però più che sui pensieri irrazionali pone l’attenzione sul modo di emozionarsi dei pazienti, sulla loro unica storia di vita, pur mantenendo l’impianto scientifico proprio del cognitivismo.
Le va di provare?
Buona giornata

Cara, premetto che non rientro nell'orientamento cognitivo comportamentale, il mio modello di riferimento è sistemico relazionale. Detto questo, comprendo il suo sentirsi sconfortata, quando intraprendiamo un percorso e sentiamo di non risolvere nulla può capitare di perdere fiducia e sviluppare sentimenti negativi. Questo succede indipendentemente dall'approccio di chi ci segue. Si dicono tante cose sui vari approcci e sui vari modi di applicarli, quel che è certo è che non tutte le terapie e non tutti gli psicologi vanno bene per tutti gli utenti, e viceversa. Sta a lei decidere se riprovare con un TCC oppure cambiare approccio.
Nel suo racconto lei dice di chiedersi se davvero si possano risolvere problemi emotivi di lungo corso senza guardare al passato, io credo che dipende da che tipo di problemi siano. Delle volte ripercorrere il passato può essere davvero doloroso, lo comprendo, ma può portarci a capire meglio il nostro stato d'animo attuale.
Resto a disposizione, anche per un consulto online.
Un caro saluto, dott.ssa Sara Manzoni.