Nei giorni scorsi ho pubblicato una domanda, a cui hanno risposto ben tre professionisti del settore.
Tutti più o meno rispondevano la stessa cosa, cioè affidarmi a degli esperti e approfondire la situazione.
Ora in questa domanda, vorrei porre un'altra questione:
Lo psicologo fa per me?
Vi spiego meglio;
Ho il timore che andando da uno specialista, lui/lei possa soltanto giudicarmi e accusarmi di essere un individuo lamentoso.
Dubitare quindi, che io possa essere un individuo adeguato, da indirizzare alla figura dello psicologo, e che esso non potendo comprendere il mio disagio, finisse col reputarmi un soggetto lamentoso.
Io vorrei solo cambiare, ricominciare da capo, ma non so come, e col tempo rivivo le stesse sensazioni seppur in situazioni totalmente diverse.
Premettiamo poi, che ho soltanto vent'anni e credo che sia il punto di agire riguardo questa scelta.
L'altra cosa che mi spaventa, è quello di comunicarlo ai miei in quanto non sono molto in confidenza.
Voi cosa mi consigliate? E in caso di "brutta" esperienza?
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30 GEN 2020
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Salve, il nostro lavoro non è giudicare ma aiutare, sostenere, far luce su dinamiche apparentemente incomprensibili. Comprendo la sua paura, ma credo che dovrebbe provarci. Cordialità. Dott.ssa Masserdotti Giulia
31 GEN 2020
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Buongiorno, il consiglio dei colleghi di affidarsi ad un terapeuta per un percorso di crescita personale è corretto, questo perché un professionista esperto del settore può aiutarla a lavorare su determinati aspetti come la paura del giudizio, sullo schema della sfiducia, e così via.. inoltre un professionista non può mettersi in una posizione di giudizio, partendo dal fatto che ognuno di noi ha delle proprie " componenti" cognitive e di comportamento, giudicare significa non considerare il punto di vista dell'altro e i suoi bisogni in cui è insita la domanda di aiuto. Sì ricordi che qualora non dovesse trovarsi bene con un terapeuta può sempre cambiare e per legge il professionista è tenuto a rispettare la privacy del cliente.
30 GEN 2020
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Buongiorno An,
un bravo professionista non giudica, ma aiuta le persone a trovare le risorse dentro di loro per superare il proprio momento di difficoltà.
Tutti gli individui percepiscono una propria realtà, filtrata dalle proprie sensazioni ed emozioni, in modo diverso da altri, uno psicologo sa che ogni persona è diversa.
Parlarne con i tuoi genitori può essere utile, se lo ritieni tale, puoi anche non parlare del problema, ma semplicemente che hai bisogno di un supporto.
Hai vent'anni, cara An, sei in tempo ad orientare la tua vita dove meglio credi, i tuoi genitori sono certo che preferiscono vederti felice, piuttosto che intrappolata in una situazione a te scomoda.
Se dovessi fare una brutta esperienza in un percorso psicologico, dal mio punto di vista, sarà il caso di analizzarlo solo se dovesse succedere.
Buon Percorso
30 GEN 2020
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Gentile An il tema dell’inadeguatezza è probabilmente quello che interferisce con il cambiamento e si manifesta anche rispetto a un progetto terapeutico e alla necessità, data la giovane età, di parlarne con i genitori per realizzarlo. . Da qualche parte però bisogna pur cominciare. Può aiutarti tenere presente che lo psicoterapeuta lavora per capire insieme al paziente e non per giudicare.
Le brutte esperienze servono a migliorare. Magari puoi cominciare a documentarti sui diversi tipi di psicoterapia e valutare quale senti più compatibile con il tuo modo di essere.
Un cordiale saluto.
D.ssa Patrizia Mattioli
30 GEN 2020
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come hanno scritto anche le mie colleghe, l'aspetto del giudizio è una cosa che non appartiene alla nostra professione. In una psicoterapia il principio cardine è l'ascolto privo di giudizio e finalizzato a far sentire l'altro compreso e in un contesto di aiuto. Le brutte esperienze possono esserci ma la psicoterapia non è uno spazio obbligatorio e, dopo aver condiviso le tue difficoltà e insoddisfazioni con il terapeuta, sei comunque libero di decidere di interrompere, in qualunque momento.
La tua giovane età ti mette nella condizione per intervenire e, forse, uscirne in tempi brevi, credo che dovresti seriamente valutare l'importanza di un percorso.
30 GEN 2020
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Non siamo giudici di nulla, solo strumenti per innescare il cambiamento. Spesso allo psicologo ci si rivolge anche in assenza di una patologia, lo psicologo può risolvere problemi facendo quello che si chiama problem solving.
Un caro saluto.
30 GEN 2020
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Gentile An, la possibilità di essere giudicati spaventa e frena molte persone dal confidare le proprie difficoltà (ma anche soltanto i propri pensieri) ad altri. E' quindi comprensibile che Lei avverta questo timore. Ricordi, tuttavia, che il lavoro psicologico spesso origina proprio da sofferenze e difficoltà: il professionista è lì proprio per ascoltare tale sofferenza e, in un atteggiamento di cooperazione e collaborazione con Lei, fornirLe gli strumenti per poterlo risolvere. Il giudizio è un atteggiamento umano che probabilmente ritroverà in alcune persone attorno a Lei, ma nella professione psicologica non trova spazio; esso ostacola la comprensione e impedisce l'aiuto. L'atteggiamento dello psicoterapeuta è aperto, non giudicante, accogliente delle Sue difficoltà e crea lo spazio per la "lamentela", che non è fine a sè stessa ma è il Suo modo attuale di raccontare una sofferenza ed è pertanto fondamentale! Benché non specifichi qui i dettagli delle difficoltà, concordo con i colleghi rispetto alla necessità, anche data l'età, di rivolgersi a un professionista. Essendo Lei maggiorenne non è assolutamente fondamentale la comunicazione ai genitori; può valutare insieme al collega cosa sia meglio fare in sede di primo colloquio, se la cosa La tranquillizza. In caso di "brutta" esperienza, consiglio semplicemente di cambiare terapeuta. A seconda del motivo di tale "brutta" esperienza capirà quali caratteristiche ricercare nel professionista successivo. Tuttavia, mi permetto di consigliarLe di non basarsi su pochi colloqui per esprimere un giudizio: il lavoro è solitamente faticoso, e a volte lungo. Si affidi con fiducia e non resterà deluso. In bocca al lupo! cordialità. DMP