Sono jessi, e ho postato due giorni fa una domanda dal "titolo" inadeguatezza vs gli altri che non vorrei ripetere di nuovo. Ringrazio di cuore i dottori che finora mi hanno risposto; ho necessità di un'informazione più tecnica: vorrei sapere la differenza fra un approccio cognitivo- comportamentale e quello analitico- esistenziale, e quale potrebbe essere più adatta al mio caso, se riuscite a visualizzarlo ancora. Ci sono dei professionisti nella mia zona che potrei contattare, e dai loro profili su GuidaPsicologi ho notato questi due tipi di approcci o specializzazioni. Fa molta differenza? Portano agli stessi risultati?
Grazie
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17 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Gentile Jessy,
dal suo precedente post ricordo che i suoi disturbi principali erano ansia, mancanza di assertività, depressione dell'umore e giustamente lei era preoccupata anche per possibili ripercussioni sulle sue figlie.
Sulla base di questa considerazione le dirò che lei si può beneficiare sia dell'approccio cognitivo-comportamentale che di quello analitico-esistenziale.
Il primo tende a modificare i comportamenti disfunzionali correggendo le distorsioni cognitive e i pensieri irrazionali sottostanti; il secondo invece cerca di individuare il disagio esistenziale del soggetto dando risalto ai valori su cui è impostata la sua vita e il suo essere nel mondo per arrivare ad una piena auto-realizzazione.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
16 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Jessy
grazie a te per il tuo gentile riscontro!
Ci stai chiedendo una domanda molto tecnica stavolta e difficile da chiarire esaurientemente.
Ognuno di noi che risponde, ha un suo orientamento e quindi rischia di non essere del tutto oggettivo nel commentare.
Quindi io ti parlerò solo dell'indirizzo analitico-esistenziale che è l'indirizzo da me prescelto e praticato.
Credo che questo indirizzo permetta di giungere alla fonte dei problemi e cerchi di trovare nei sintomi l'espressione interiore del disagio esistenziale del soggetto.
Nella psicologia umanistico-esistenziale, si parte dal presupposto che ogni persona ha un suo modo preciso di "essere nel mondo", se questa modalità non viene esplicata e non è messa in atto si creano delle difficoltà e dei sintomi, che pure cercano, con la loro presenza, di riportare il soggetto sulla giusta via del suo sviluppo e maturazione come persona unica.
Quindi, nel tuo caso, la tua inadeguatezza, è un modo in cui il tuo "essere nel mondo" non è pienamente sviluppato e maturo.
La Psicoterapia ad indirizzo analitico-esistenziale ti aiuterebbe a comprendere i motivi di questo mancato sviluppo e a maturare il tuo originale modo di "essere nel mondo" con senso e significato.
Penso che fare questo sia molto importante.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci psicologa psicoterapeuta.
15 MAR 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Buongiorno gentile Jessy,
ho letto anche la sua precedente richiesta e nel suo caso la psicoterapia analitica esistenziale sarebbe più indicata in quanto la dimensione analitica Le consentirebbe di indagare nel profondo il suo disagio che probabilmente ha radici antiche, nello stesso tempo, la dimensione esistenziale Le permetterebbe di mettere a frutto le elaborazioni svolte all'interno delle sue priorità di vita attuali. Le ho risposto più semplicemente possibile per farle comprendere un minimo in cosa consiste la specializzazione che mi compete. Resta, infine, molto importante come si trova con il/la terapeuta che sceglie, se sente empatia, rispetto, sensibilità, la capacità di essere ascoltata senza giudizi, i presupposti affinchè la relazione terapeutica possa darle aiuto concreto ci saranno senz'altro.
Resto a sua disposizione per ulteriori delucidazioni in merito alla psicoterapia analitica esistenziale.
Cordiali saluti
Dr.ssa Anna Mostacci Psicologa Psicoterapeuta Roma