Come posso agire sui miei pensieri?

Salve,
sono uno studente di 28 anni e frequento il corso di laurea magistrale in ingegneria elettronica, mi mancano tre esami e la tesi. Da qualche mese, sto avendo difficoltà nello studio, dato che spesso penso a cose assurde, sulle quali non ho il controllo, che sono sicuramente "stupide" secondo altre persone. Vado al sodo.
1. Innanzitutto, dati i sacrifici che la laurea in se comporta, e non avendo mai lavorato seriamente (se non impartire qualche ripetizione) data la difficoltà della laurea e di non saper cercare un lavoro part-time nelle mie zone, mi capita spesso di guardare con invidia tutte quelle persone che si sono sistemate prima di me (che hanno scelto percorsi di vita differenti), che ricevono uno stipendio fisso e che riescono completamente a staccare la mente dopo il lavoro, dedicandosi ai loro hobby, cosa che purtroppo io non sono mai riuscito a fare durante tutti gli esami preparati e sostenuti. Questa frustrazione, me la porto dietro da un bel pò e molto spesso capita di non voler uscire con altre persone (ma sono con la mia ragazza che fa la mia stessa vita), per evitare di ascoltare i discorsi sul lavoro.
2. La condizione di "fuori corso" non mi pesa più di tanto, anche perché mi sono sempre impegnato tantissimo nello studio e, a fronte di una media alta, ho purtroppo perso tempo (metodo di studio lento ma interesse verso le materie). Più che altro, mi pesa il fatto di non aver ancora concluso nulla di concreto nella mia vita.
3. Certe volte mi capita di pensare a delle cose assurde, ovvero, che data la mia età, non avrò le stesse opportunità che hanno avuto i miei collegati già laureati. Ammetto che questo è un pensiero ageista e molto tossico, di razza italiana e che vorrei essere capace di ibernare completamente.

4. A volte mi sento come bloccato, ovvero, come se il mondo andasse avanti, anche senza di me. Io chiuso in una stanza a fare sempre le stesse cose, con la paura di non riuscire, pensando che gli altri invece, con i loro lavori da ufficio nella PA, lavorano senza pensieri e preoccupazioni.

5. A cena, quando ascolto mio padre discutere della pensione che lui percepirà, mi sento stringere in gola.. penso al fatto che, mentre alla mia età, lui già aveva lavorato per 10 anni, io invece sento come se fosse tutto slittato in avanti, e del fatto che magari una pensione nemmeno la vedrò con il binocolo. Eppure, quando ho iniziato l'università, ero molto convinto della mia scelta, e mai avrei pensato di cascare in un ciclo di pensieri simili.

6. Mia madre, a volte, alla età di 57 anni, dice che in Italia, arrivati ad una certa età, non ci sono più speranze. Per me, altra stretta in gola. So bene che non è colpa loro, è che sono io ad avere delle paranoie, ed è come se stessi sfruttando la mia intelligenza per auto sabotarmi.

7. A volte ne parlo in famiglia e dicono di non preoccuparmi, ma ho visto molte persone preoccupate per gli stessi motivi, compreso mio fratello, e ricordo che aveva paura di non passare il concorso da effettivo nell'esercito, ripetendo continuamente che, se fosse tornato a casa, sarebbe andato sotto un a un ponte. Ora che lo ha vinto, dice con maggiore positività che avrebbe sicuramente fatto altro, ma la paura lo ha comunque divorato da quello che ho visto.

Vorrei capire da cosa derivano queste paure, se sono paranoie stupide e se posso stare tranquillo per il futuro, cercando di adottare una mentalità più dinamica e flessibile. Vorrei cercare di essere mentalmente forte, al punto da pensare che, qualsiasi cosa brutta dovesse succedere nella mia vita (come la perdita di lavoro, il non trovarne uno adeguato, o non trovarlo proprio), è sempre qualcosa che può essere risolto, indipendentemente dall'età (maledetta Italia). Vedo troppe persone preoccupate di non riuscire a trovare una strada e, fino a qualche tempo fa nemmeno ci pensavo, ma questa cosa mi ha parecchio influito, data probabilmente la mia sensibilità.
Grazie a chi leggerà queste parole.