Che cosa dovrei fare adesso?

Inviata da Elyoya · 18 lug 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Ciao, mi chiamo Marco e ho 23 anni.
Il mio grande sogno fin dalla fine della scuola è sempre stato quello di diventare scrittore. Ho iniziato a scrivere in quinto superiore per svago, dopo le superiori ho preso un anno sabbatico, dove i miei genitori mi facevano sempre pressioni per lavorare o studiare, proprio in quel momento ho pensato che la scrittura poteva diventare il mio lavoro. Però a un certo punto, alla fine dell'anno sabbatico, mi sono iscritto all'università, Lettere moderne per l'esattezza, sempre per inseguire il mio sogno di diventare scrittore.

Tuttavia in questo periodo, non ho mai avuto occasione di rimaneggiare i miei romanzi per inviarli a qualche casa editrice.

Mi sono reso conto solo adesso, che a causa dell'università non ho potuto terminare alcune storie che avevo iniziato, né rileggere le precedenti per la correzione finale, e quindi spedirle.

Anche se al primissimo anno e alla prima sessione di esami ero molto entusiasta di fare qualcosa, (poiché io non ho mai parlato a nessuno del mio sogno, né ai miei amici, solo ai miei genitori, che all'inizio mi hanno screditato).

Ora mi trovo a passare un periodo di forte sofferenza, perché (assurdamente) sono in pari con gli esami, e mi mancano circa 6 mesi per laurearmi. Però qualora decidessi di farlo, c'è un esame molto difficile da preparare, che mi porterebbe via tre mesi, se non di più.

La sofferenza nasce dal fatto che se decidessi di laurearmi io non potrei scrivere per altri sei mesi, né dedicarmi alla rilettura di tutti i miei progetti passati. E tutto questo tempo che è passato, e che passa anche adesso, mi pesa molto, perché ormai mi rendo conto di avere quasi 23 anni, e che qualora mettessi di nuovo l'università prima del mio sogno ne avrei quasi 24, alla fine.
Quando io, un tempo, avevo solo 20 anni, con tantissime idee e tanto tempo libero, e una mente serena.

Sì perché a causa dell'università ho iniziato a soffrire di pensieri intrusivi, e ad avere la mente accelerata, soprattutto durante lo studio e nei mesi successivi alle sessioni d'esame, e solo adesso, con mio grande rammarico, mi rendo conto che questo ha peggiorato la mi scrittura.

Ora vorrei soltanto abbandonare l'università... per ricominciare a scrivere come un tempo... ma ogni volta che ci penso, mi torna in mente che manca poco al traguardo finale, però poi penso che questo traguardo è solo illusorio, e giacché io non ho intenzione di fare la magistrale, questa triennale mi consentirebbe solo di... "Tornare a scrivere", cioè mi sbloccherebbe di nuovo una sensazione di serenità grazie alla quale io avrei tempo di scrivere.

Per questo sono bloccato in questo loop mentale dove passo le giornate a pensare e pensare e disperare, per il tempo perso e il tempo che perderò.

A volte penso di mandare tutto all'aria e non pensarci più, ma il senso di colpa per l'abbandono e quindi il fallimento o/e il pensiero che prima o poi dovrò interrompere un'altra storia per tornare a studiare, mi angosciano.

Dall'altro lato penso che dovrò sacrificare altro tempo, altri mesi, per chiudere una volta per tutte questa storia e quindi tornare a scrivere... ma poi mi dico... perché non farlo subito?

Ne ho già parlato con i miei genitori, e loro mi supportano, però io sento che qualunque scelta prenda... in ogni caso perderei qualcosa...

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Miglior risposta 25 LUG 2023

Buongiorno,
ognuno di noi deve fare ciò che sente da dentro.
Dentro di lei vive un conflitto tra ciò che desidera, e ciò che invece sente di dover fare soprattutto perché qualcuno o qualcosa si aspetta qualcosa da lei, anche in termini lavorativi. Si soffermi su questo; nel caso la situazione dovesse cristallizzarsi non esiti a contattare uno specialista che possa aiutarla a sciogliere i nodi che la attanagliano.

Cordiali Saluti
Studio Associato Dott Ferrara Dott ssa Simeoli

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

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21 LUG 2023

Gentile Marco,
Aggiungo alle osservazioni dei miei colleghi alcuni spunti di riflessione.
“Diventare scrittore” richiede, oltre alla passione e al talento che lei sicuramente possiede, anche un’enorme dose di determinazione e di perseveranza, soprattutto quando arriverà il momento della ricerca di un editore.
Dalle sue parole emergono invece una tendenza alla fuga davanti alla realizzazione degli obiettivi, nonché la paura del fallimento (il pensiero che 24 anni siano già troppi per intraprendere la carriera di romanziere rivela il suo timore di non farcela).
Questi due aspetti sono strettamente collegati tra loro.
Portare a termine un’azione, in questo caso il corso di studi, soprattutto adesso che lei si trova a un passo dall’attuazione, non può che rafforzare la sua autostima, contribuire a farla resistere ai pensieri intrusivi e di conseguenza aiutarla anche a realizzare il suo sogno.
Il consiglio quindi non può che essere quello di concludere la sua laurea, senza per questo abbandonare del tutto la scrittura. Non solo non perderà qualcosa, come teme, ma al contrario accrescerà la sua consapevolezza.
Per trovare in se stesso le energie necessarie, consideri che tutte le esperienze della vita, compresi gli studi universitari o la risoluzione della sua attuale “impasse” emotiva, contribuiscono a creare il “background” di uno scrittore a cui attingere per trovare nuova ispirazione, qualsiasi sia il genere letterario a cui si dedica.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Elisabetta Falcolini

Dott.ssa Elisabetta Falcolini Psicologo a Sansepolcro

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19 LUG 2023

Salve Marco,
Leggendo il suo scritto, si percepisce quella che si chiama “assicella ossessiva”, cioè un dubbio che arrovella tra andare in una direzione o un’altra, rimanendo fermi al bivio. Come lei acutamente intuisce verso la fine della richiesta, la scelta di una parte o di un’altra le risulta pesante perché significherebbe rinunciare ad una delle due. Con ciò lei ha colto la questione del decidere che significa sempre separarsi da una o dall’altra via. Ciò fa parte della natura tragica di ogni scelta. Tuttavia è possibile nel suo caso non restare fermo di fronte al bivio ma riprendere pian piano la scrittura che ha accantonato da un po’ di tempo.
D’altronde anche non chiudere l’esperienza universitaria potrebbe risultare una separazione che sarebbe più un lasciare ciò che ha quasi concluso.
Quindi perché invece dell’aut aut non andare verso un et et? Cioè riprendere a scrivere qualche brano e contemporaneamente finire gli studi? Potrebbe cambiare la sua visuale nel mentre fa questa esperienza. E poi decidere nel mentre si vive questo tempo presente.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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19 LUG 2023

Ciao Marco, nella vita a volte è normale ed un dovere morale soffermarsi a pensare su quello che facciamo o che abbiamo intenzione di fare. Essere uno scrittore è un bellissimo obiettivo ed è un impegno importante verso le persone che leggeranno le tue opere. Se vuoi diventare ''uno scrittore'' (tra i tanti) credo che basti seguire la penna, lasciarti andare alle emozioni e scrivere ma se vuoi diventare ''lo scrittore Marco '' (non so il tuo cognome) credo che tu abbia intrapreso il percorso giusto e che ti debba laureare. Lasciare a pochi passi dalla vetta non farebbe che portarti a minare la tua autostima. Lo so che alla fine si arriva stanchi e gli ultimi mesi sembrano anni ma ce la puoi fare. Vedrai che i tuoi scritti alla luce del tuo percorso acquisiranno un'impronta più professionale a matura. Non avere fretta e concentrati sul qui ed ora e vedrai che raggiungerai entrambi gli obiettivi: laurea e manoscritti. Se l'angoscia dovesse prendere il sopravvento e non dovessi riuscire a fare chiarezza contattami senza esitare e troveremo insieme un modo per superare questo momento.
Un saluto.
Dott.ssa Brusadelli Marina

Dott.ssa Marina Brusadelli Psicologo a Cisano Bergamasco

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