2 anni e mezzo... ho la bimba più mammona del mondo?

Inviata da Deny · 24 gen 2023 Psicologia infantile

Buongiorno,
provo a scrivere qui di una situazione sgradevole per la mia famiglia. Mia figlia ha due anni emezzo, va al nido da quando ha 7 mesi e ci sta molto volentieri. Io (mamma) lavoro a tempo pieno, così anche come il papà. Io lavoro a settimane alterne fino al tardo pomeriggio: la settimana che finisco presto la vado a prendere al nido o dai nonni e tornati a casa (va a giorni) gioca spesso con il papà, fanno costruzioni, corrono (il suo papà è davvero speciale e la adora), mentre la settimana seguente io rientro solo alle 19.30 così la recupera il papà e mi aspettano a casa dalle 17.30 al mio arrivo. Qui nascono i dispiaceri: se io non sono in casa lei non vuole giocare con il papà, quando va "bene" vuole solo stare in braccio fino al mio arrivo. altrimenti piange, mi chiama, vuole solo stare dalla finestra ad aspettarmi... Tutto questo per il papà è frustrante, lui dice che io non posso capirlo - ed è vero, perchè appena io entro in casa lei si trasforma ed è la bimba giocherellona e simpatica di sempre... Io ho intuito che questo suo malessere nasce dal fatto che sono poco a casa, ho già chiesto una riduzione di orario che, seppur minima, c'è stata... Diversamente non sappiamo come comportarci per rendere questi momenti con il papà piacevoli, anzichè angoscianti x tutti.... In tutto questo nonosante i suoi 2.5 anni vuole ancora sempre stare molto molto in braccio...

La mia seconda domanda riguarda l'uso del vasino.. Da qualche giorno ci stiamo approcciando ad utilizzarlo (fino alla scorsa settimana non voleva più farsi cambiare il pannolino, lo teneva bagnato x ore così abbiamo pensato di spronarla a toglierlo), ora ci si siede, cantiamo canzoni, ci parliamo ma "non esce niente"... e fin qui ok, immagino ci voglia tempo... Peccato che ora non bagna più i pannolini, fa pipì una volta al giorno (beve anche poco, infatti la sto spronando a bere di più) e sembra abbia un "blocco mentale" con la cacca, perchè vuole farla in braccio a me... anche qui c'è qualcosa ch potremmo fare? Non voglio stressarla ulteriormente nell'insistere con il vasino, ma deve sbloccarsi questa situazione.. Grazie mille e scusate se mi sono dilungata

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Miglior risposta 25 GEN 2023

Gentile Deny,
è come se la sua bambina quando non è lei che va a prenderla al nido o dai nonni, sperimentasse un senso di abbandono, vivendo in maniera disperata la sua assenza. Mi chiedo se la situazione è sempre stata così fin dal principio o c'è stato un momento particolare dal quale poi questa modalità si è consolidata. Comprendo la frustrazione del papà e il suo dispiacere. Ha avuto una buona intuizione e la riduzione di orario sarà certamente d'aiuto. Rispetto al papà, seppur possa essere faticoso, dovrebbe cercare di non far trapelare il suo malessere, così da evitare che vostra figlia senta il suo disagio e questo aumenti il suo senso di insicurezza; questo potrebbe essere possibile facendo leva sulle sue risorse di papà giocherellone e amorevole. Sarebbe bene rispondere sempre alle sue richieste di conforto, rassicurandola rispetto al ritorno della mamma attraverso il contatto fisico e un tono di voce calmo e accogliente. Nell'attesa, dopo che la bambina è riuscita a raggiungere un livello minino di tranquillità, le si può proporre di fare un disegno che poi potrà regalare alla mamma una volta a casa o guardare insieme delle foto di famiglia o ancora giocare al gioco del "fare finta".
Rispetto al pannolino, quando i bambini iniziano ad essere più grandicelli non amano più sdraiarsi per il cambio, perché possono avere la sensazione di perdere il controllo, quindi farlo mantenendo la posizione eretta, anche se scomodo, può aiutare. E' importante non accelerare i tempi rispetto al controllo degli sfinteri, è una tappa che si può raggiungere fisiologicamente entro il terzo anno. Esistono anche dei libretti molto carini sull'uso del vasino che possono essere sfogliati e letti insieme. Fare la cacca è inoltre una conquista molto più faticosa rispetto alla pipì, significa lasciar andare chissà dove una parte di sé, e in un periodo in cui si ha un forte bisogno di attaccamento, questo risulta ancora più complesso.
Spero di esserle stata utile.
Un caro saluto

Dott.ssa Stefania Netti
Studio a Cento e Online

Stefania Netti Psicologo a Cento

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2 FEB 2023

Gentile utente,

sarebbe opportuno per lei e suo marito intraprendere un percorso di sostegno alla genitorialità che possa in qualche modo darvi delle dritte per poter uscire da una situazione fonte di disagio per tutta la famiglia. La figura più indicata in questi casi è un terapeuta familiare. Nella speranza con queste poche righe di aver orientato la sua/vostra domanda.

Cordiali Saluti
Studio associato Dott. Ferrara Dott.ssa Simeoli

Dott. Ferrara e Dott.ssa Simeoli Psicologo a Quarto

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26 GEN 2023

Buonasera signora
Sua figlia sta esprimendo un disagio psicologico.
Gli manca la mamma. E normale. Riduca il suo orario. Di lavoro.
E',normale voler andare in braccio alla mamma, e un modo per averla vicina.
La faccia bere molto così andra in bagno.
Per il vasino usi come modello la bambola .
In commercio ve .ne sono diverse,
Fatevi aiutare da uno psicoterapeuta.
Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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25 GEN 2023

Gentile Deny,
La gestione di un bambino piccolo è un compito tanto arduo quanto meraviglioso. Educare significa letteralmente "far emergere" risorse, potenzialità, competenze. E se ovviamente ci riferiamo ai bambini, lo possiamo considerare come "l'arte di far (ri)nascere" (quella che Socrate chiamava la maieutica). Educare è un progetto di vita, significa condurre e accompagnare i bambini verso la consapevolezza dei loro bisogni, attraverso la crescita e verso l'autonomia. Richiede attenzione, competenze organizzative, regolative, creative. In questa fascia d'età, chiaramente, il bambino viene maggiormente educato con i comportamenti, anzichè con una comunicazione elaborata, che potrà invece subentrare come metodo educativo più avanti, al passo con le competenze evolutive della bambina, che svilupperà con la crescita.
Per tutte queste ragioni consiglio a lei e a suo marito di usufruire del supporto di un professionista, che vi sostenga per trovare le strategie più funzionali per garantire a vostra figlia di essere accompagnata serenamente nella bellezza delle sue fasi evolutive.
Spero di esserle stata utile e resto a disposizione per un'eventuale consulenza psicologica.
Saluti.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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