Smettere di fumare con la psicoterapia breve strategica

In Italia i tabagisti (cioè i fumatori di tabacco) sono circa il 20% della popolazione sopra ai 14 anni.

19 LUG 2019 · Tempo di lettura: min.
Smettere di fumare con la psicoterapia breve strategica

Il Ministero della Salute afferma che in Italia i tabagisti (cioè i fumatori di tabacco) siano circa il 20% della popolazione sopra ai 14 anni, di cui maschi il 24,8% e femmine il 15,1% (Rapporto 2017 sulla Prevenzione e controllo del tabagismo della D.G. Prevenzione del Ministero della Salute).

               Il consumo di tabacco è la seconda causa di morte al mondo; rappresenta uno dei massimi fattori di rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e respiratorie nonché neoplasie. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dicono che 6 milioni di persone circa muoiono ogni anno a causa del tabagismo, di cui 600000 per fumo passivo e non essendo neanche fumatori.

               Gli interventi che un tabagista può utilizzare se vuole smettere di fumare sono di diversi tipi: farmacologici, fisiologici, psicologici e combinati.

               Per quanto riguarda i metodi basati sui farmaci, possiamo distinguere due strade: interventi che agiscono sui recettori della dopamina (bupropione e la vareniclina tartrato) e interventi che subentrano alla nicotina (cerotti e gomme da masticare).Gli studi in questo campo sono molteplici (basti pensare agli interessi economici che ne possono nascere). È attualmente infatti in fase di studio anche un vaccino per la nicotina.

             Un esempio invece di metodo fisiologico che si è rivelato particolarmente utile per smettere di fumare è la tecnica di agopuntura auricolare (protocollo NADA).

               Per quanto riguarda i metodi combinati essi associano l’intervento fisiologico (agopuntura auricolare) e l’intervento psicologico (la psicoterapia breve strategica) ed ha dato ottimi risultati: da una ricerca emerge il 90% circa dei casi trattati (Skorjanec, 2008).

               Gli interventi psicologici per uscire dalla trappola della dipendenza da tabacco possono essere raggruppati in metodi che si basano su tecniche ipnotiche o di suggestione (cioè tecniche ipnotiche classiche contraddistinte da una trance profonda e tecniche con trance leggera), tecniche di auto-aiuto e la psicoterapia breve strategica. 

               Per quanto riguarda l’auto-aiuto, il tabagista, può per esempio, chiedere una mano ad amici o a parenti dai quali riceverà principalmente consigli di “buonsenso” oppure cercare di rendere il fumare ostico e faticoso, per esempio chiudendo le sigarette in macchina, oppure la persona può utilizzare strategie dispendiose, per esempio fare un regalo alla suocera o fare un assegno alla moglie se accende una sigaretta, oppure trovare un accordo con la moglie per condividere la fatica. In questi casi l’idea di fondo è che per smettere di fumare sia necessario impegnarsi e sacrificarsi.

               Il metodo evoluto di psicoterapia strategica (Skorjanec, 2008), prevede l’utilizzo della tecnica del dialogo strategico (Nardone G., Salvini A., 2004), uno strumento di colloquio con il paziente che gli permette di autopersuadersi modificando il suo atteggiamento verso il fumare. Questo tipo di psicoterapia sfrutta il seguente principio: “se me lo concedo posso rinunciarvi, se non me lo concedo diventa irrinunciabile” cioè migliorando la qualità del fumare riduco la quantità di sigarette. Questo metodo poggia l’assunto per cui le proibizioni siano controproducenti perché alimentano invece di diminuire il problema (più si introduce un divieto più aumenta il desiderio di fumare). Il concetto basilare è che il limite di un piacere è solamente un piacere più grande (Nardone et al. 1999). Il paziente cioè non viene invitato a sacrificarsi per ridurre la quantità di sigarette, ma viene riorientato a cercare la sigaretta più buona all’interno della giornata raffinando sempre di più il piacere di fumare, concentrandolo, cercando cioè l’essenza del piacere di fumare, fino alla realizzazione di avere la forza di smettere. Ne consegue che con i fumatori bisognerebbe utilizzare il sommare e non il sottrarre. Secondo questa ottica non è necessaria l’eliminazione totale delle sigarette, essendo un piacere infatti qualche sigaretta può restare proprio come il piacere di un bicchiere di vino rosso a tavola. I risultati degli studi effettuati indicano questo metodo come efficace, efficiente, economico.

Photo by Stephen Hocking

               Già Oscar Wilde lo diceva: “La sigaretta è il tipo di piacere perfetto: è squisita e lascia soddisfatti”. Non dobbiamo quindi meravigliarci se il fumatore che conosce benissimo le conseguenze devastanti della sigaretta continua imperterrito a fumare (la sigaretta fa spendere soldi, fa venire le rughe, incide sulla virilità e sul gusto dei cibi,…). Di conseguenza le campagne repressive che si basano sulla paura degli effetti del fumo non possono che essere inefficaci. Anzi esse tendono ad alimentare il problema perché implicano un divieto. Interrompere ciò che da piacere suppone infatti il volere della persona, nessuno può farlo al suo posto. Le campagne anti fumo sono utili nel prevenire il crearsi del vizio soprattutto per gli adolescenti e i preadolescenti.

               Inoltre considerando che nella nostra società regna l’omologazione gli spazi ridotti dedicati hai fumatori creano l’esclusività: qui la diversità non costituisce più un problema. Si creano quindi delle relazioni che sono vere e proprie stampelle in barba all’obiettivo di eliminare il fumo.

               Ciò che alimenta il problema del fumare piuttosto che ridurlo è anche l’associazione tra l’idea del fumo e l’immagine di persone forti (vedi i divi del cinema degli anni ‘30). Questo è vero soprattutto per i più giovani che fumando si sentono adulti e forti. Inoltre la gestualità del fumare assume valore poiché definisce i vari momenti della giornata (risveglio, caffè, perdita di concentrazione, noia, …).

               La sigaretta ha inoltre i suoi aspetti positivi: calma, mette allegria, da sensazione di benessere, di pace e diventa una vera e propria compagna. Non dimentichiamo che la nicotina è la principale responsabile di questa dipendenza.

               Non esiste un’età in cui è più facile smettere di fumare ma bisogna sapere come farlo in modo efficace ed efficiente.

               Il tabagismo può essere paragonato alla dipendenza da droghe o da alcol, proprio in virtù del fatto che tutte queste problematiche si fondano sulla sensazione del piacere. È quindi difficoltoso uscirne proprio perché la persona non è portata a eliminare qualcosa che gli procura piacere in primis. Un sistema ottimo per smettere è quindi basato sul concetto “se me lo concedo posso rinunciarvi, altrimenti diviene irrinunciabile”.

               Va detto che non tutti i fumatori sono uguali. Possiamo fare una distinzione in base alla quantità di sigarette fumate e al modo di fumare. Si possono così distinguere i fumatori: moderati che fumano circa 10 sigarette al giorno in modo regolare; irregolari che fumano poco e non in modo costante; per stress che fumano in situazioni critiche e difficili; quelli abituali che fumano regolarmente circa 20 sigarette al giorno; i viziosi che fumano anche oltre le 40 sigarette a giorno; i dipendenti che senza sigarette avrebbero forti crisi di astinenza fisica e psichica e gli instabili che fumano senza una quantità precisa e casualmente.

               Tendenzialmente il tabagismo inizia nel periodo dell’adolescenza, quando i ragazzi non hanno coscienza sufficiente delle conseguenze devastanti del fumo e quando si manifesta la volontà di apparire più adulti e forti.

               In conclusione, per dissuadere maggiormente i pazienti dal continuare a fumare, il primo passo è far loro capire che non tutte le sigarette sono gustose e piacevoli e che addirittura alcune sono amare o spiacevoli. Da questa importante affermazione si può arrivare, sfruttando il piacere alla base del disturbo, a ridurle progressivamente utilizzando anche strumenti di comunicazione avanzati durante il colloquio psicoterapeutico. È importante anche che la persona sia consapevole che ci sono aspetti sociali e familiari che incidono sul mantenimento della problematica, che realizzi che alla base del problema il piacere lo alimenta e che può però gestirlo. La soluzione esiste anche se arriva con calma.

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Scritto da

Prof.ssa Rossella Campigotto

La dottoressa Rossella Campigotto è psicologa-psicoterapeuta, specializzata in Psicoterapia Breve Strategica. È Direttore Generale del Poliambulatorio Astro Salute di Porto Mantovano. È stata relatrice al Terzo Convegno Nazionale di Psicologia Giuridica. Svolge la libera professione a Porto Mantovano, Cremona, Brescia, Verona e Desenzano del Garda.

Bibliografia

  • Haley J. (1963), Strategies of Psychotherapy, Grune & Stratton, New York.
  • Nardone G., Watzlawick P. (1990), L’arte del cambiamento, Ponte alle Grazie, Milano.
  • Nardone G., Salvini A. (2004), Il dialogo strategico, Ponte alle Grazie, Milano.
  • Nardone G., Loriedo C., Zeig J., Watzlawick P. (2006), Ipnosi e terapie ipnotiche, Ponte alle Grazie, Milano.
  • Skorjanec B. (2008), Strategie per liberarsi in tempi brevi dalle dipendenze da fumo, Ponte alle Grazie, Milano.

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