Perché ci innamoriamo sempre delle stesse persone?

La scelta del partner non è casuale e risponde ad alcune esigenze di relazione che sono riconducibili alle prime esperienze fatte nell’infanzia e che si strutturano in veri e propri stili relazionali.

17 NOV 2023 · Tempo di lettura: min.
Perché ci innamoriamo sempre delle stesse persone?

Apparentemente si potrebbe dire che l'amore è cieco e che non siamo noi a scegliere. Questo è vero, ma solo in parte. In realtà la scelta del partner non è casuale e risponde ad alcune esigenze di relazione che sono riconducibili alle prime esperienze fatte nell'infanzia.

Come scegliamo la persona da amare?

Sin dalla nascita abbiamo la necessità che qualcuno si prenda cura di noi, che ci protegga, ci nutra e ci tenga al sicuro. Dovendo dipendere in tutto e per tutto da qualcuno, la costruzione di un legame, detto di attaccamento, tra il bambino e chi lo accudisce è indispensabile alla sua sopravvivenza. Va da sé che non sempre la figura del genitore e del caregiver corrispondono, ma non importa, quello che conta è la qualità del legame perché impariamo a dare amore nel modo in cui lo abbiamo ricevuto.

Tale bisogno di sicurezza emotiva e fisica è biologicamente determinato e costituisce la motivazione principale al comportamento nello sviluppo del legame affettivo con il partner. La base dei legami affettivi risiede dunque nel rapporto con la figura primaria di attaccamento, chi si prende cura del bambino e lo alleva: una relazione positiva con questa figura, gli permetterà di esplorare il mondo che lo circonda con curiosità e iniziativa. Al contrario una figura assente, inaffidabile o imprevedibile può dare origine a stili relazionali caratterizzati da insicurezza.

Attaccamento in età adulta

Lo stile di attaccamento che sviluppiamo con la nostra figura primaria influenza in definitiva la qualità delle relazioni future con le persone a noi vicine, ma in special modo determina la scelta del partner e la tipologia dei legami che instauriamo.

Quando si sceglie un partner crediamo di farlo sulla base dell'attrazione fisica, dei tratti caratteriali delle qualità che possiede, ma non è tutto. Ad attrarre è soprattutto la modalità con cui l'altro si pone in relazione con noi, si è attratti inconsapevolmente da persone che ricordano i propri genitori, perché riconosciamo in loro atteggiamenti, modi di porsi e comportamenti a noi familiari, gli stessi sui quali abbiamo imparato a modellare il nostro legame di attaccamento. Le successive relazioni adulte sono capaci di intervenire sullo stile di attaccamento e gli schemi relazionali, nella misura in cui l'esperienza modifica il nostro modo di rapportarci con le persone.

L'attaccamento adulto è quindi il risultato di una complessa interazione tra caregiver e bambino, nel quale concorrono stili genitoriali, a loro volta influenzati dal tipo di attaccamento sviluppato in infanzia, fattori ambientali, e tratti temperamentali del bambino. La relazione può assumere quattro stili diversi, ciascuno dei quali ha delle caratteristiche precise e corrisponde a uno schema relazionale relativamente costante nel tempo.

Di seguito si riporta un esempio sintetico dei quattro stili di attaccamento (sicuro, evitante, ambivalente e disorganizzato), sottolineando che queste descrizioni sono delle generalizzazioni e che le sfaccettature che assumono i quattro stili sono molteplici, come molteplici sono le esperienze di vita in cui ciascuno incorre.

  • Stile sicuro: il caregiver è stata una figura affidabile, concreta, coerente e sensibile. Il bambino è curioso e fiducioso e mostra sicurezza nell'esplorare il mondo che lo circonda. L'adulto sicuro ha una visione positiva di sé, sa essere assertivo ed è fiducioso che i propri bisogni verranno soddisfatti. Nella relazione ripropone lo schema di sicurezza e coerenza che ha appreso da bambino.
  • Stile insicuro/evitante: Chi si prendeva cura del bambino si relazionava con freddezza e distanza, scoraggiava l'espressione emotiva e per questo il bambino ha imparato a esplorare il mondo senza fare affidamento su nessuno. L'adulto evitante tende a negare i propri bisogni perché convinto che non saranno soddisfatti, nelle relazioni è fortemente indipendente e prova disagio nel condividere il proprio mondo interiore.
  • Stile insicuro/ambivalente: Il bambino ambivalente è un bambino ansioso, insicuro, spesso arrabbiato, il cui bisogno di sicurezza veniva frustrato da un caregiver alle volte sensibile e affettuoso, altre rifiutante senza apparente motivo, risultando nel complesso incoerente. L'adulto ambivalente ha imparato che i propri bisogni restano spesso insoddisfatti, è quindi accodiscente e poco asservito, vive le relazioni con insicurezza e paura dell'abbandono.
  • Stile disorganizzato: Il caregiver era imprevedibile e confuso, spesso ispirava paura. Il bambino manifestava spesso rabbia, passività, non reattivo, preoccupato. L'adulto con stile di attaccamento disorganizzato percepisce i propri bisogni in maniera confusa, ricerca legami molto stretti, ma allo stesso tempo l'eccessiva intimità emotiva risulta insostenibile, per questo costruisce spesso relazioni distruttive e violente.

Come uscire dagli schemi?

Come uscire dagli schemi?

Chi ha sviluppato un legame di attaccamento insicuro, da adulto cercherà nella relazione con l'altro ciò che sente di non aver ricevuto nel rapporto con il caregiver; riproporrà quindi gli stessi schemi di relazione nella speranza che questi possano a portare a esiti diversi, ma ciò che desidera non potrà arrivare dell'altro.

Ogni relazione che abbiamo instaurato nel corso della vita rappresenta un bagaglio di esperienze che ha il potere di consolidare le idee e le convizioni su come stare in rapporto con l'altro, confermando il modello che ci portiamo dentro; ma offre anche la possibilità di aggiornare e modificare ciò che crediamo sia normale o meno nei rapporti d'amore (e non solo).

Lo stile di attaccamento non è immutabile e non costituisce né un destino né una condanna; abbiamo il potere e la capacità di modificare il modo in cui rappresentiamo in noi l'amore e la relazione con l'altro. Per questo uscire da schemi disfunzionali di relazione è possibile e ci può assicurare il benessere emotivo e una maggiore stabilità nelle relazioni.

Se si desidera cambiare il proprio stile relazionale è necessario intanto comprendere l'origine dei propri comportamenti e acquistarne consapevolezza. Questo lavoro può essere fatto con uno psicologo esperto che, grazie anche ad alcuni questionari clinici come l'Adult Attachment Interview, aiuta ripercorrere le proprie esperienze infantili con i caregivers e a delineare le situazioni e le modalità in cui lo schema di attaccamento si attiva.

In ultima analisi è importante imparare a prendersi cura di sé stessi, nutrendo il proprio bisogno di amore, tenendo a mente che nessun'altro può essere investito della tremenda responsabilità di riempire i nostri vuoti. L'amore è dunque uno scegliersi a vicenda, ogni giorno, perché l'altra persona ci arricchisce in qualche modo la vita e la rende più significativa.

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Scritto da

Dott. Leandro Gentili

Bibliografia

  • Attili G. (2018) Attaccamento e legami. La costruzione della sicurezza, San Paolo Edizioni.
  • Bowlby, J. (1983). Attaccamento e perdita, Boringhieri, Torino.
  • Bowlby, J. (1989). Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell'attaccamento, Raffaello Cortina Editore, Milano.
  • Carli, L. (1995). Attaccamento e rapporto di coppia, Raffaello Cortina Editore, Milano.

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