Le relazioni ai tempi del Covid-19

Il recente periodo di emergenza, evento universale e sconosciuto, si è insinuato nella vita di ogni individuo compromettendo il senso profondo della propria identità relazionale.

27 LUG 2020 · Tempo di lettura: min.
Le relazioni ai tempi del Covid-19

Le relazioni ai tempi del Covid-19

"Il periodo di emergenza che abbiamo conosciuto, con le sue caratteristiche di evento epocale, universale e sconosciuto al mondo contemporaneo, si è insinuato nella vita di ogni individuo compromettendo il sostegno e il senso profondo della propria identità relazionale".

Le relazioni interpersonali: l'individuo e la società

Le relazioni, di amicizia, tra genitore-figlio, sentimentali, lavorative, sono un tema centrale ogni qualvolta si parli di persone, sia che ci si riferisca a problemi relazionali, o si parli di relazioni consolidate, relazioni concluse o da iniziare. Siamo infatti animali sociali: nasciamo e cresciamo all'interno della relazione con l'altro. Lo sviluppo della mente umana avviene nella relazione primaria tra la mamma e il suo bambino, in un rapporto circolare in cui le risposte dell'una sono attivate e condizionate dalle azioni dell'altro e viceversa. Successivamente, nel corso dell'intero arco della vita, i rapporti interpersonali rappresentano la base dello sviluppo, della crescita e il cardine di ogni azione quotidiana (familiare, lavorativa, scolastica).

Ad un livello sociale più ampio, osserviamo che le tappe fondamentali della vita sono scandite da rituali in cui il gruppo sociale di riferimento si riunisce intorno all'individuo per accompagnarlo e sostenerlo. Un esempio è rappresentato dalle cerimonie che, nelle varie culture, sottolineano i passaggi dell'esistenza, dalla nascita, alle fasi della crescita e della maturazione (compleanni, matrimonio) fino ad arrivare all'estremo saluto ad un membro della comunità. I riti funebri infatti rivestono questa grande funzione sociale di sostegno e condivisione del dolore tributati ai componenti della famiglia. L'insieme di questi aspetti ha il fondamentale valore aggiunto di creare senso di appartenenza, coesione e identità all'interno di una comunità.

Il Covid: come sono cambiate le relazioni

Il periodo di emergenza che abbiamo conosciuto, con le sue caratteristiche di evento epocale, universale e sconosciuto al mondo contemporaneo, si è insinuato fra questi aspetti specifici della vita di ogni individuo, intaccando le basi che ne costituiscono il sostegno e il senso profondo della propria identità relazionale; è entrato in contrasto con le maglie del tessuto sociale e con il ruolo di trama e supporto che esso riveste per ogni persona.

La situazione con cui ci siamo confrontati ha posto di fronte ad una realtà nuova e inedita. L'autorità, ai suoi diversi livelli mondiali, nazionali, regionali e locali, ha definito una regola generale posta tra gli strumenti di protezione e tutela e come mezzo di contenimento del diffondersi dell'epidemia: il cosiddetto "distanziamento sociale", il "restare a casa".

Dunque la necessità di contrastare il diffondersi del contagio ci ha messo di fronte all'interruzione del flusso dei rapporti interpersonali, in taluni casi, alla solitudine, all'isolamento. Ne possono derivare emozioni intense, ansia, tristezza, disorientamento, timore per il futuro che si riflettono sulla qualità della vita quotidiana.

Le relazioni sopravvivono alle condizioni più estreme

La lontananza forzata e tutelante ha avuto come conseguenza l'impossibilità di incontrarsi tra amici, compagni di scuola e di studio, fidanzati, compagni di vita non conviventi.

L'espressione stessa "distanziamento sociale" ha avuto un potente effetto ansiogeno. Forse più appropriatamente si sarebbe dovuto parlare di "distanziamento fisico", essendo l'evitamento del contatto una misura di protezione che non esclude la possibilità di mantenere un fondamentale e rassicurante coinvolgimento affettivo, vicinanza emotiva e sostegno sociale.

Si è così osservato come, di fronte ad un evento minaccioso, il bisogno di trovare nell'altro una fonte di sostegno abbia trovato forme di espressione fantasiose e creative, a conferma della natura essenzialmente sociale dell'individuo. Ci sono stati esempi concreti delle modalità con cui oggi si creano condivisione e unità: le tecnologie come mezzo per coltivare le relazioni a distanza, creando così coesione e partecipazione (le chat, i social network, fino alle piattaforme per la didattica a distanza e lo smart working). Ma si è assistito ad azioni che svolto una funzione simile a quella dei social, creando legami e dando sostegno nell'isolamento: i canti e le musiche dai balconi, o ancora i cartelli "Andrà tutto bene": tutti questi mezzi creano una rete unica e condivisa di comunicazione ed emozioni.

Ma anche nel prendersi cura dell'altro si scopre un modo forte di tessere relazioni. Nell'occuparsi di qualcuno, tutelandolo e proteggendolo, quindi anche nell'isolamento e a distanza, si trova un mezzo per creare e rinsaldare i legami. Ci si prende cura dell'altro nel momento in cui si rinvia la possibilità di un incontro, seppur desiderato, per non far correre il rischio di un contagio alle persone cui teniamo; quando si telefona o si videochatta con l'amico o il parente che si sa vivere da soli; quando si porta la spesa a casa del vicino anziano, per evitare che esca.

La pandemia ha separato fisicamente le persone ma ciò ha fatto riscoprire il valore dei gesti e dei pensieri verso gli altri e il bisogno profondo di socialità.

Dott.ssa Barbara Furlano

Psicologa, Psicoterapeuta, Specialista in Psicologia Clinica.

iscritta all'Ordine degli Psicologi del Piemonte

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