Amici di letto: sì o no? 3 spunti di riflessione

"Il sesso è il modo attraverso cui Dio ha scelto di stare nel mondo. […] Sei nato dal sesso, sei carico di energia sessuale" (Osho, 2001) Dal sesso nasciamo e di sesso abbiamo bisogno per...

21 FEB 2022 · Tempo di lettura: min.
Amici di letto: sì o no? 3 spunti di riflessione

Amici di letto: sì o no? Qual è la tua opinione a riguardo? 

Ci teniamo a fare qualche precisazione. Ovviamente, ognuno vive le relazioni e la sessualità come preferisce. Non c'è un modo "giusto" o "sbagliato", e ci teniamo a ricordarvelo. Ci teniamo anche a precisare che l'intenzione di quest'articolo NON è giudicare chi predilige questa modalità relazionale, quanto piuttosto quello di dare spazio al punto di vista dell'autrice. Punto di vista che, ovviamente, puoi condividere o meno.⁣

"Il sesso è il modo attraverso cui Dio ha scelto di stare nel mondo. […] Sei nato dal sesso, sei carico di energia sessuale" (Osho, 2001)

Dal sesso nasciamo e di sesso abbiamo bisogno per sopravvivere. E non mi riferisco solo alla sopravvivenza in senso biologico, perché è tramite l'attività sessuale che rispondiamo a tanti altri bisogni di natura psicologica ed evolutiva. Ne cito solo alcuni: di esprimere energie (e anche di farne approvvigionamento), di regolare l'umore, di stimolare la creatività, di lasciarsi andare al flusso dell'esperienza nel qui ed ora, di staccare la spina, di prendere contatto con il proprio corpo…

Insomma, senza sesso non si può vivere e in un'epoca che passerà alla storia come "liquida" (Z. Bauman) anche per la "consistenza" delle relazioni umane, ambito privilegiato in cui si realizzano e si sublimano i bisogni della sfera sessuale, cosa ci siamo inventati per garantirci la possibilità di fare sesso? Le amicizie di letto.

Dicesi scopamicizia rapporto, o meglio, interazione (rettifico per i praticanti ortodossi di scopamicizia, che rabbrividirebbero al contemplare la possibilità di includere un'accezione anche solo lontanamente assimilabile a un legame a questa modalità interattiva) tra due individui, finalizzata al soddisfacimento dei bisogni sessuali di entrambi. In comune con la relazione amorosa ha solo il sesso ed è scevra da ogni altra sua caratteristica.

Dunque: niente legame, niente regole implicite o esplicitate di fedeltà o esclusività, niente sentimenti (quindi niente farfalle nello stomaco ma anche niente elaborazioni tortuose e dolorose di lutti in caso di chiusura), e niente seccature tipiche delle relazioni di coppia (presenza, continuità, impegno, gelosia ed altri sentimenti ed emozioni scomodi).

I meno ortodossi della scopamicizia ammettono qualche eccezione e variazione sul tema, includendo in questa modalità interattiva (che sempre di interazione comunque si parla, mai definirla forma di rapporto o, ancora peggio e men che meno, relazione, termine quest'ultimo che farebbe rabbrividire gli amici di letto di ogni fazione, estrazione sociale, culturale e genere) anche una forma di dialogo che può tenersi successivamente all'atto sessuale e che non deve necessariamente riguardare questo. Purché rimanga sempre tutto, possibilmente, sotto le lenzuola o nel perimetro della camera da letto (in senso metaforico, ovviamente: sono ammessi tutti i luoghi in cui si svolga l'atto sessuale).

Definita a grandi linee cosa s'intende per amicizia di letto (sebbene ne esistano diverse sfumature e declinazioni che non mi è dato modo qui di riassumere tutte, non me ne vogliano praticanti ed estimatori), passiamo ora ad analizzare quale sia la sua relazione con la sessualità. E qui la mia risposta è più concisa: nessuna!

Esatto: ritengo che tra sesso e scopamicizia non esista alcuna (seria) relazione e ho tre valide ragioni a sostegno della mia tesi.

1) Scopare è bello, ma fare l'amore è meglio

E non è un delirio romantico il mio: parlo proprio, oggettivamente, esclusivamente e cinicamente, di qualità del rapporto sessuale. Chiunque abbia vissuto l'esperienza di avere fugaci rapporti occasionali, o faccia mente locale sulle prime volte che ha avuto un rapporto con una persona con la quale poi ha costruito una relazione, avrà notato che per quanto forte e intensa potesse essere l'eccitazione di quei momenti (data anche dalla novità, oltre che dalla piacevolezza del partner), il livello e la qualità del godimento globale dell'esperienza non è neanche lontanamente paragonabile a quello vissuto quando ci si intrattiene una seconda volta con quella stessa persona.

E la terza ancora meglio. Per non parlare della quarta… Sì, lo so, alla lunga subentra la monotonia, ma questa è un'altra storia, ha più a che fare col mantenimento del desiderio che, lasciato a sé, ahinoi, ha nel tempo l'andatura di una curva di Gauss: cresce fino ad un punto e poi, inesorabilmente, decresce. E lì subentra la capacità del singolo e della coppia di alimentarlo quel desiderio (ne ho parlato in un altro articolo giusto qualche giorno fa, puoi leggerlo cliccando qui).

Ma, tolta la variabile consuetudine, vien da sé che desiderio, piacere e godimento sono direttamente proporzionali alla conoscenza del corpo, della mente e del cuore della persona che si intrattiene con noi nell'atto sessuale e della chimica che si crea nell'incontro tra questi e il nostro corpo, il nostro cuore, la nostra mente.

"Ogni volta che siamo nelle fasi iniziali di una relazione ci troviamo per forza di cose nella parte superficiale delle nostre potenzialità sessuali. È come se fossimo ignari di noi stessi, di quello che possiamo fare, infatti, è difficile aprirsi ed arrendersi all'amore al primo atto amoroso…. E solo quando cominceremo a conoscerci e fare l'amore più e più volte con la stessa persona potremo entrare in profonda connessione sia con lei ma soprattutto con noi stessi. È proprio lì che si potrà cominciare a coltivare la propria energia sessuale." (Sol Livio)

2) Scissione VS integrazione

La scissione è quel meccanismo di difesa psichico che consiste nello scindere, nel separare, qualità, emozioni, aspetti contraddittori (o ritenuti tali) di sé, dell'altro, della realtà. Nell'adulto è tra i meccanismi di difesa alla base della psicosi. L'integrazione è l'antitesi e la cura della scissione, oltre che la forma "sana" di funzionamento.

Per intenderci, l'integrazione tra le parti di sé è l'obiettivo terapeutico trasversale e implicito ad ogni percorso di psicoterapia che voglia definirsi tale. È la ragione per la quale noi psicoterapeuti, umili servitori della sanità mentale, del benessere, dell'equilibrio psichico, ci prodighiamo pazientemente e pedissequamente in mille sforzi per mettere una "e" congiungente (conciliante, diplomatica e, appunto, integrante) al posto di quelle disgiuntive "o" o "ma", ogni volta che un paziente afferma di essere arrabbiato con una tale persona ma di volerle bene o di sentirsi eccitato ma impaurito o che, a suo parere, si possa trovare la sicurezza nei rapporti o la novità, l'avventura…

Se in queste affermazioni provi a mettere una congiunzione al posto delle disgiuntive, guarda che bella magia che accade: ti apri alla meravigliosa complessità dell'animo umano e delle sue cose! Perché si può voler bene a una persona e provare rabbia nei suoi confronti, si può provare eccitazione e paura contemporaneamente, si può desiderare di avere sicurezza e novità in una relazione.

E possiamo fare tutto questo partendo dal presupposto che la nostra mente (pensieri), il nostro cuore (sentimenti) e la nostra pancia (emozioni, impulsi), lungi dall'essere istanze in conflitto tra loro (come vorrebbe il luogo comune rappresentato da quelle vignette che vedo circolare a volte nei social, in cui mente e cuore se le cantano di santa ragione o tirano ognuno acqua al suo mulino), si muovono sinergicamente in direzione del nostro benessere, della nostra autorealizzazione, dell'espressione del nostro vero sé.

Quando così pare non sia, vuol dire che bisogna raddrizzare il tiro, ascoltare le tre istanze e ristabilire la pace. Non c'è alcuna ragione per la quale un individuo sano debba voler andare in una direzione con la testa e in un'altra, magari opposta e contraria, con il cuore. O per la quale il suo corpo si trovi a fare qualcosa cui non partecipano mente e cuore. Noi siamo il nostro corpo!

Il corpo non è un qualcosa che ogni tanto inviamo a fare allenamento, o un bagno caldo per rilassarsi, o una scopata per trastullarsi e rinvigorirsi: è la parte di noi con la quale ci presenziamo e muoviamo nel mondo, che veicola le nostre percezioni e sensazioni, che media tra realtà interna ed esterna.

Da qui ritengo che sia impossibile intrattenersi in un rapporto sessuale con un nostro simile escludendo la partecipazione di mente e cuore. Se così stiamo facendo (o ci raccontiamo di stare facendo…) c'è qualcosa che non quadra…e potrebbe essere la ragione del punto tre.

3) Paura dell'intimità e "schizofrenia"

Siamo giunti all'ultimo punto, corollario del precedente.

"La scopamicizia è una delle fatiche con la quale l'essere umano cerca di ammaestrare Eros… inutilmente. Separare il sesso da una qualsiasi forma di relazione affettiva è impossibile, abbiamo bisogno di una sorta di schizofrenia di fondo della quale non tutti siamo capaci" (M. Mezzanotte, 2019).

E della quale (schizofrenia di fondo) spero tutti non siamo desiderosi. Stare in una relazione non è la cosa più semplice del mondo: presuppone si possieda la capacità di vivere l'intimità, ossia di "lasciarsi andare" a sé e all'altro pur mantenendo un equilibrio, una centratura; di saper "dipendere" (dall'altro, dalla relazione) pur conservando la propria autonomia; di intrattenere un rapporto accettante e sereno con la propria vulnerabilità e con quella altrui.

Inoltre la relazione amorosa può rappresentare, per alcuni, una potenziale fonte di sofferenza per via della riattivazione di alcune ferite e paure: dell'abbandono, del rifiuto, del tradimento…. Per chi vive così l'amore, in effetti, la scopamicizia rappresenterebbe un'ottima soluzione per garantirsi il soddisfacimento dei bisogni sessuali (piacere) e l'evitamento di emozioni e sentimenti spiacevoli legati alla relazione (dolore).

"Tutto ciò che riguarda la scopamicizia mi sembra un tentativo di stare lontano dall'altro, una sorta di masturbazione di coppia. […] Se, come dice Aldo Carotenuto, ogni amante rappresenta la malattia dell'altro, uno scopamico rappresenta il modo in cui ci teniamo lontani dall'altro" (M. Mezzanotte, 2019).

Ma a che prezzo paghiamo questa scorciatoia con cui accediamo al piacere tenendoci lontani dal dolore (e dall'altro), se non con una separazione e un allontanamento anche da noi stessi?

Il mio auspicio (e il mio augurio) è che si incontri l'altro in ogni modalità, inclusa quella sessuale, avendo incontrato prima noi stessi: nell'integrazione di corpo, mente, cuore, impulsi; nell'accettazione delle nostre ombre, delle nostre paure, della nostra fragilità; nell'ascolto, nel rispetto e nell'amore di ogni parte di noi.

Il miglior sesso è un bellissimo gioco che presuppone la capacità di mettersi in gioco.

 

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Scritto da

Dott.ssa Lucia Bruciafreddo

Bibliografia

  • https://www.animafaarte.it/la-scopamicizia-e-paura-delle-relazioni-secondo-la-psicologia-archetipica/
  • "Con te e senza di te", Osho, Mondadori 2005
  • "Evolvere rimanendo insieme", E. Giusti, E. Bianchi, Sovera, Roma 2012
  • https://www.instagram.com/sol_livio/
  • https://it.wikipedia.org/wiki/Scissione_(psicologia)

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Commenti 1
  • Emma P

    Straordinario. Finalmente qualcuno che trova il coraggio di dire le cose esattamente come stanno. Chapeau.

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