L’annullamento della distanza tra simbolo e oggetto nello schizofrenico

Al momento della venuta al mondo, si apre uno squarcio che conduce alla differenziazione dell’Essere dal Tutto, e l’unico mediatore che consentirà all’Uomo di ricongiungersi parzialmente con il Soddisfacimento primario dell’Unione è il Simbolo.

21 GIU 2023 · Tempo di lettura: min.
L’annullamento della distanza tra simbolo e oggetto nello schizofrenico

Prima della nascita c'è una condizione di Unione totale, priva di movimento perché priva di distanza tra soggetto e oggetto: il Tempo non è scandito, il Godimento è completo ed il Reale non mascherato. Al momento della venuta al mondo, si apre uno squarcio che conduce alla differenziazione dell'Essere dal Tutto.

L'unico mediatore che consentirà all'Uomo di ricongiungersi parzialmente con il Soddisfacimento primario dell'Unione è il Simbolo. La formazione dell'ordine simbolico parte dall'uso della Parola, per trovare un legame con il mondo, e De Saussure ci aiuterà a discernere l'oggetto in sé dal simbolo ad esso associato, attraverso la definizione delle componenti della linguistica, tra cui significante e significato. La situazione dinamica del significato che scorre al di sotto di più significanti è colta dalla teoria di Jacques Lacan, che pone l'accento su una nuova conformazione dell'inconscio umano, il contenitore di quella catena di significanti che si dispiega a partire dal nucleo di un unico significato-verità.

L'ordine del simbolico si sviluppa a partire dalla prima alienazione nello stadio dello specchio, che prepara all'entrata nell'Edipo, quando, grazie al frapporsi del Terzo elemento nella diade, è appreso l'uso della Metafora, strumento che costituirà un ponte tra Me e l'Altro, e riconnetterà delicatamente l'Uomo al mondo attraverso un Discorso. Pertanto, la distanza tra il soggetto è l'oggetto è ormai presente, da quando, nel passaggio dalla fase schizo-paranoide a quella depressiva kleiniane, il bambino si percepisce finalmente staccato dalla madre: non è più necessario il meccanismo di proiezione schizo-paranoide delle parti di sé (buone e cattive) sull'oggetto, tentativo arcaico di razionalizzare l'angoscia derivante dalla percezione di Unione totale con la Madre inglobante, che ha il potere immenso di dare e togliere (vita, nutrimento), accudire e minacciare.

Nella fase depressiva, il soggetto è differenziato dall'oggetto, che viene percepito ora come intero, e l'uso del simbolo aiuterà il soggetto nella Riparazione; solo dopo aver sperimentato la separazione nella diade, la perdita, la lontananza, entra in gioco il desiderio, come impulso che porta a coprire una distanza ormai presente; tutta la vita serve a ricucire un taglio. Ci sono casi in cui il taglio non si verifica. I passaggi fasici kleiniani, gli stadi lacaniani, non sembrano essersi svolti correttamente, con il risultato che la separazione non è appresa, perché la perdita non è effettivamente avvenuta, ed in questo panorama non vi è alcun motivo per cui debba formarsi l'ordine simbolico: in questi casi di Metafora (paterna) inesistente, il simbolo non rappresenta l'oggetto, bensì è l'oggetto, come accade nell'equazione simbolica di Hanna Segal, e nei neologismi nella Parola del Forcluso. È il Reale a parlare, senza la maschera della Realtà simbolizzata.

Squizofrenico

Questa condizione è nota come "psicosi". Nel particolare, è nella condizione schizofrenica (del non transito da fase schizo-paranoide a fase depressiva) che sussiste una staticità spazio-temporale, provocata da una mancanza di "movimento verso" (perché è tutto Uno), per cui l'energia incalcolabile del Godimento resta intrappolata tra le mura del corpo, illocalizzabile perché non simbolizzata. Il soggetto e il mondo non sono distinti, e la proiezione delle parti di sé nel Corpo unico Sé-Mondo è ancora attiva.

Facendo un parallelismo filogenetico, è come se non si fosse verificato il passaggio dalla adorazione tribale politeistica dei frammenti bioniani di Madre Natura alla percezione monoteistica di un unicum divino maschile portatore della Parola. Come nelle usanze tribali, lo schizofrenico usa il corpo, il fisico, il materiale come fosse simbolo: ne Il silenzio degli innocenti di T. Harris, Jame Gumb intende operare una trasformazione interiore, cambiare pelle, ma non metaforicamente: scuoia umani e indossa il prodotto del suo lavoro di sartoria.

Il desiderio è il motore dell'esistenza, moto perpetuo generato dalla sana consapevolezza di non essere più parte del Tutto, ed eterna tensione a ritornarvi. Senza distanziamento e movimento non c'è desiderio, e allora il gioco della vita si accartoccia in se stesso.

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Scritto da

Dott.ssa Giovanna Mauro

Bibliografia

  • Amacker R., De Mauro T., Prieto L. J., STUDI SAUSSURIANI per Robert Godel, Il Mulino, Bologna.
  • Archive for Research in Archetypal Symbolism, Il libro dei simboli, Taschen, Colonia, 2011.
  • Berruto G., Corso elementare di linguistica generale, De Agostini Scuola, Novara, 2006.
  • Bion W. R., Analisi degli schizofrenici e metodo psicoanalitico, Armando Editore, Roma, 2009.
  • Brusa L., Mi vedevo riflessa nel suo specchio, FrancoAngeli, Milano, 2004.

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