Innamoramento e amore

Cosa significa passare dall'innamoramento all'amore?

13 LUG 2016 · Tempo di lettura: min.
Innamoramento e amore

Se cerchiamo nel vocabolario il significato del termine "innamorarsi" troviamo che corrisponde a "accendersi d'amore"; mentre al termine "innamorare" corrisponde "accendere d'amore".

La prima definizione riguarda perciò uno stato prettamente infantile nel quale il soggetto è alla ricerca di stimoli per ottenere determinate emozioni; in questa situazione le reazioni dell'altro non hanno grande rilevanza perché sono solo un mezzo per raggiungere l'obiettivo. Innamorarsi è dunque un'esperienza che conferma la propria identità sessuale, cioè l'individuo dimostra a se stesso d'essere capace di sperimentare emozioni e sensazioni particolari.

"L'innamorare", invece, ha in sé una tendenza ad entrare in relazione con l'altro, specialmente nel tentativo di avere da questi una risposta precisa che, in effetti, rafforza il proprio io. L'innamoramento è allora un'impresa abbastanza semplice; l'amore è davvero cosa ben più complessa. C'è un'immagine che ben sintetizza tutto questo: l'innamoramento è vedere un bel giardino fiorito ed esclamare "che bei fiori!"; l'amore è entrare nel giardino e zappare!

Passare dall'innamoramento all'amore

Voglio dire che passare dall'innamoramento all'amore significa cogliere che il partner è assolutamente altro da me, che non lo posso catturare completamente, che possiede un suo ritmo, i suoi gusti, i suoi pensieri, la sua individualità; egli non è un mio prolungamento, perciò debbo uscire dalla simbiosi con lui; significa accettarlo nella sua diversità, nella sua realtà, accettarlo nella sua azione che ha finalità proprie che scavalcano le mie; e questo fa paura, respinge. Perciò sono più facili molti "fidanzamenti" che non un solo matrimonio. Spesso la coppia è vista come una stampella, come "effetto terapeutico", cioè molte volte c'è la speranza che il partner sia in grado di darci tutta la sicurezza di cui abbiamo bisogno, che sia tutto per noi.

Invece di analizzare quanto avviene in se stessi o nelle proprie aspettative matrimoniali, molte coppie rimangono aggrappate al loro sogno, alla loro illusione di trovare finalmente un balsamo per le loro ferite; pensano e si aspettano di vedere esaudita questa promessa e rimangono profondamente deluse e contrariate quando questo non avviene. C'è spesso l'idea che per la buona riuscita di un matrimonio o di una vita di coppia si debbano necessariamente avere un gran numero di affinità. Questo, se da un lato è cosa buona e auspicabile perché si possa realmente condividere con l'altro momenti di vita appaganti, diviene spesso motivo di lotta per il potere, occasione strumentale per imporre se stessi; si deve, a tutti i costi, cercare la comunanza, soccombendo alla volontà e al piacere dell'altro, senza riuscire a far valere la propria posizione, il proprio gusto o la propria decisione. Ecco che allora nelle crisi le differenze diventano opposizioni inconciliabili, le complementarità diventano antagonismi e il disordine si espande: non si accetta che ci possa essere diversità.

Per questo il vero rapporto d'amore implica un rapporto nel quale ciascuno ha diritto ad essere ciò che è senza imposizioni stabilite dall'alto. Giustamente si afferma che l'egoismo è un dono di natura, l'altruismo è una conquista. Viviamo tutti con un gran bisogno d'amore, ma tolleriamo poco che la persona amata non sia una sorta di fotocopia o di clonazione di noi stessi perché abbiamo paura, temiamo la solitudine, ma, come scrisse il celebre scrittore russo Cekov:

«Se temete la solitudine, non sposatevi».

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Scritto da

Dott. Paolo Soru

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